Il presente lavoro ha per oggetto le declinazioni narrative dell’animalità nella produzione di Anna Maria Ortese, Miguel Delibes e Dino Buzzati. L’obiettivo iniziale della ricerca è stato quello di dimostrare come, irrompendo frequentemente nel tessuto diegetico, l’animale, nella pratica di ri- significazione letteraria degli autori sopracitati, diventi talvolta indistinguibile dall’uomo, un completamento umano, un endemico altro da sé, talaltra una presenza perturbante, che tenta di rimandare all’uomo un’immagine deformata di sé, costringendolo a ripensare il suo rapporto con l’animale. Nell’approccio al testo, rispetto all’ampia fenomenologia delle presenze animali nei tre autori, si è prediletto il criterio selettivo attinente alla funzione dell’animale, per cui oggetto di studio dell’analisi tematica è stato per lo più l’animale salvifico e/o con funzione compensativo-surrogatoria. I risultati della comparazione tematica tra le opere degli autori sono stati delineati nelle conclusioni, in cui si è voluto dare risalto alle affinità e alle divergenze strutturali e concettuali per ciò che concerne il macro-tema dell’animalità. È emersa una sostanziale comunanza di prospettive ideologiche rispetto all’urgenza del discorso ecologico, intrecciato a più fili con l’esigenza della tutela degli oppressi e dell’arginamento dell’aggressione da parte della postmodernità. I Nostri – ognuno differenziandosi nell’approccio all’architettura diegetica, nel confezionamento del testo e delle sue trame stilistiche, nonché nella scelta dei codici espressivi – giungono a riconoscere il cruciale paradosso epistemologico della contemporaneità che conduce ad un vero e proprio impasse: nello sfruttamento della natura e dell’animale, apparentemente appagante, l’uomo trova ad attenderlo un karmico smarrimento di sé, laddove nell’attesa della rivelazione, nella paziente auscultazione della diversità, nel differimento del godimento subitaneo potrebbe, auspicabilmente, rintracciare frammenti di un sé originariamente indivisibile, ma ormai quasi irrimediabilmente scisso. L’artista-letterato, il mondo infantile e l’universo degli inferiori condividono lo sguardo straniante che sospende l’acquisizione della realtà secondo i dettami della mera razionalità per accogliere la grazia dell’inutilità e la magia dell’inattingibile. L’analisi tematica e il relativo confronto comparatistico finora tracciati sono parsi utili a delineare, nella narrativa dei tre autori presi in esame, un comune fil rouge sul tema dell’animalità, in seno alle moderne teorie ecocritiche e in funzione di un’applicazione concreta del prodotto artistico-letterario, in modo che, lungi dal figurare come mero divertissement, l’animale letterario possa offrirsi, dietro il rassicurante filtro distanziante della pagina di carta, come strumento di iniziazione a una scoperta vivifica, vero e proprio remedium di un antropocentrismo particolarmente egoriferito che già nel Novecento lancia le sue spaventose avvisaglie.
L’animalità salvifica e compensatoria: Ortese, Delibes e Buzzati / Monachese, Valeria. - (2023). [10.14274/monachese-valeria_phd2023]
L’animalità salvifica e compensatoria: Ortese, Delibes e Buzzati
MONACHESE, VALERIA
2023-01-01
Abstract
Il presente lavoro ha per oggetto le declinazioni narrative dell’animalità nella produzione di Anna Maria Ortese, Miguel Delibes e Dino Buzzati. L’obiettivo iniziale della ricerca è stato quello di dimostrare come, irrompendo frequentemente nel tessuto diegetico, l’animale, nella pratica di ri- significazione letteraria degli autori sopracitati, diventi talvolta indistinguibile dall’uomo, un completamento umano, un endemico altro da sé, talaltra una presenza perturbante, che tenta di rimandare all’uomo un’immagine deformata di sé, costringendolo a ripensare il suo rapporto con l’animale. Nell’approccio al testo, rispetto all’ampia fenomenologia delle presenze animali nei tre autori, si è prediletto il criterio selettivo attinente alla funzione dell’animale, per cui oggetto di studio dell’analisi tematica è stato per lo più l’animale salvifico e/o con funzione compensativo-surrogatoria. I risultati della comparazione tematica tra le opere degli autori sono stati delineati nelle conclusioni, in cui si è voluto dare risalto alle affinità e alle divergenze strutturali e concettuali per ciò che concerne il macro-tema dell’animalità. È emersa una sostanziale comunanza di prospettive ideologiche rispetto all’urgenza del discorso ecologico, intrecciato a più fili con l’esigenza della tutela degli oppressi e dell’arginamento dell’aggressione da parte della postmodernità. I Nostri – ognuno differenziandosi nell’approccio all’architettura diegetica, nel confezionamento del testo e delle sue trame stilistiche, nonché nella scelta dei codici espressivi – giungono a riconoscere il cruciale paradosso epistemologico della contemporaneità che conduce ad un vero e proprio impasse: nello sfruttamento della natura e dell’animale, apparentemente appagante, l’uomo trova ad attenderlo un karmico smarrimento di sé, laddove nell’attesa della rivelazione, nella paziente auscultazione della diversità, nel differimento del godimento subitaneo potrebbe, auspicabilmente, rintracciare frammenti di un sé originariamente indivisibile, ma ormai quasi irrimediabilmente scisso. L’artista-letterato, il mondo infantile e l’universo degli inferiori condividono lo sguardo straniante che sospende l’acquisizione della realtà secondo i dettami della mera razionalità per accogliere la grazia dell’inutilità e la magia dell’inattingibile. L’analisi tematica e il relativo confronto comparatistico finora tracciati sono parsi utili a delineare, nella narrativa dei tre autori presi in esame, un comune fil rouge sul tema dell’animalità, in seno alle moderne teorie ecocritiche e in funzione di un’applicazione concreta del prodotto artistico-letterario, in modo che, lungi dal figurare come mero divertissement, l’animale letterario possa offrirsi, dietro il rassicurante filtro distanziante della pagina di carta, come strumento di iniziazione a una scoperta vivifica, vero e proprio remedium di un antropocentrismo particolarmente egoriferito che già nel Novecento lancia le sue spaventose avvisaglie.File | Dimensione | Formato | |
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