Il presente lavoro di ricerca si propone di indagare la funzionalità che il tema letterario del sogno assolve nei Sueños y discursos di Francisco de Quevedo, opera satirico-morale del Siglo de Oro apparsa a stampa nel 1627. L’intento è quello di evidenziare l’influenza che il codice onirico esercita sul testo e sul messaggio che lo stesso intende veicolare. Ai fini di uno studio comparatistico fra letteratura italiana e letteratura spagnola, si è scelto di condurre l’analisi attraverso una comparazione con l’Estratto de Sogni, una delle prime traduzioni in lingua italiana dei Sueños, risalente alla seconda metà del Seicento e realizzata da Innocenzio Maranaviti. La scelta di istituire un confronto costante fra i due testi è stata dettata dai seguenti obiettivi: in primo luogo, il proposito di vagliare e riflettere sui rapporti fra originale e rimaneggiamento, in termini di affinità e dissonanza, convergenza e divergenza; in secondo luogo, la volontà di portare maggiormente alla ribalta degli studi letterari una trasposizione in lingua italiana che rappresenta un tassello imprescindibile nella ricezione europea dell’opera di Quevedo; in terzo luogo, si è posta l’esigenza di segnalare e illuminare il valore e la dignità letteraria dell’Estratto de Sogni come opera in sé, ricca di elementi di risonanza e originalità, nonché di interessanti luoghi di ‘espansione’ del testo spagnolo, certamente degni di essere studiati nella loro specificità e portati all’attenzione della critica letteraria. Il lavoro di ricerca condotto lungo i tre anni è stato articolato in tre distinti capitoli. Il primo è dedicato alla ricostruzione di uno stato dell’arte sulla storia del sogno nella cultura e civiltà occidentale, dall’antichità greco-romana alle acquisizioni psicanalitiche in materia onirica. Il secondo capitolo è dedicato ad un inquadramento generale delle due opere oggetto di analisi. Il terzo ed ultimo capitolo, infine, è dedicato al nerbo del lavoro di ricerca, ovvero il commento dell’espediente onirico come funzione narrativa in chiave comparatistica fra le due opere, i Sueños e l’Estratto, con un focus particolare su alcuni sogni scelti. Mediante questo lavoro, si è cercato di dimostrare l’importanza che il tema del sogno può ricoprire all’interno di un’opera e, al contempo, evidenziare l’esistenza di una base di pensiero comune sul sogno stesso: esso, infatti, rappresenta un’esperienza umana universale a cui la letteratura di tutti i tempi ha riconosciuto la dignità di una forma espressiva, un linguaggio verbale/iconico, una struttura narrativa e immaginativa, una metafora, un codice artistico, un archetipo dell’immaginazione, di cui l’uomo si è servito da sempre per tradurre – nei modi assurdi, illusionistici e visionari propri del sogno – le preoccupazioni e i pensieri che lo attanagliano, sul passato, presente e futuro. Tali acquisizioni hanno assunto un valore ancor più emblematico grazie al confronto fra i luoghi onirici presi in esame all’interno dei due testi: proprio facendo dialogare originale e riscrittura è stato possibile osservare le metamorfosi che un tema letterario come il sogno subisce tra autori diversi, con soluzioni spesso anche distanti fra loro e proprio per questo degne di valore e di interesse; soluzioni che danno dimostrazione del carattere dinamico di un tema in senso generale, e pertanto in grado di aprire sempre nuove suggestioni all’utilizzo del sogno in particolare, come espediente narrativo in sede letteraria.

L’espediente onirico nei Sueños y discursos di Francisco de Quevedo: uno studio comparato con l’Estratto de Sogni di Innocenzio Maranaviti / Carnevale, Francesca. - (2023). [10.14274/carnevale-francesca_phd2023]

L’espediente onirico nei Sueños y discursos di Francisco de Quevedo: uno studio comparato con l’Estratto de Sogni di Innocenzio Maranaviti

CARNEVALE, FRANCESCA
2023-01-01

Abstract

Il presente lavoro di ricerca si propone di indagare la funzionalità che il tema letterario del sogno assolve nei Sueños y discursos di Francisco de Quevedo, opera satirico-morale del Siglo de Oro apparsa a stampa nel 1627. L’intento è quello di evidenziare l’influenza che il codice onirico esercita sul testo e sul messaggio che lo stesso intende veicolare. Ai fini di uno studio comparatistico fra letteratura italiana e letteratura spagnola, si è scelto di condurre l’analisi attraverso una comparazione con l’Estratto de Sogni, una delle prime traduzioni in lingua italiana dei Sueños, risalente alla seconda metà del Seicento e realizzata da Innocenzio Maranaviti. La scelta di istituire un confronto costante fra i due testi è stata dettata dai seguenti obiettivi: in primo luogo, il proposito di vagliare e riflettere sui rapporti fra originale e rimaneggiamento, in termini di affinità e dissonanza, convergenza e divergenza; in secondo luogo, la volontà di portare maggiormente alla ribalta degli studi letterari una trasposizione in lingua italiana che rappresenta un tassello imprescindibile nella ricezione europea dell’opera di Quevedo; in terzo luogo, si è posta l’esigenza di segnalare e illuminare il valore e la dignità letteraria dell’Estratto de Sogni come opera in sé, ricca di elementi di risonanza e originalità, nonché di interessanti luoghi di ‘espansione’ del testo spagnolo, certamente degni di essere studiati nella loro specificità e portati all’attenzione della critica letteraria. Il lavoro di ricerca condotto lungo i tre anni è stato articolato in tre distinti capitoli. Il primo è dedicato alla ricostruzione di uno stato dell’arte sulla storia del sogno nella cultura e civiltà occidentale, dall’antichità greco-romana alle acquisizioni psicanalitiche in materia onirica. Il secondo capitolo è dedicato ad un inquadramento generale delle due opere oggetto di analisi. Il terzo ed ultimo capitolo, infine, è dedicato al nerbo del lavoro di ricerca, ovvero il commento dell’espediente onirico come funzione narrativa in chiave comparatistica fra le due opere, i Sueños e l’Estratto, con un focus particolare su alcuni sogni scelti. Mediante questo lavoro, si è cercato di dimostrare l’importanza che il tema del sogno può ricoprire all’interno di un’opera e, al contempo, evidenziare l’esistenza di una base di pensiero comune sul sogno stesso: esso, infatti, rappresenta un’esperienza umana universale a cui la letteratura di tutti i tempi ha riconosciuto la dignità di una forma espressiva, un linguaggio verbale/iconico, una struttura narrativa e immaginativa, una metafora, un codice artistico, un archetipo dell’immaginazione, di cui l’uomo si è servito da sempre per tradurre – nei modi assurdi, illusionistici e visionari propri del sogno – le preoccupazioni e i pensieri che lo attanagliano, sul passato, presente e futuro. Tali acquisizioni hanno assunto un valore ancor più emblematico grazie al confronto fra i luoghi onirici presi in esame all’interno dei due testi: proprio facendo dialogare originale e riscrittura è stato possibile osservare le metamorfosi che un tema letterario come il sogno subisce tra autori diversi, con soluzioni spesso anche distanti fra loro e proprio per questo degne di valore e di interesse; soluzioni che danno dimostrazione del carattere dinamico di un tema in senso generale, e pertanto in grado di aprire sempre nuove suggestioni all’utilizzo del sogno in particolare, come espediente narrativo in sede letteraria.
2023
Quevedo; Maranaviti; dreams; translation; the Seventeenth.
Quevedo; Maranaviti; sogni; traduzione; Seicento.
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