Il contributo propone una riflessione su alcuni punti problematici della legge 22 dicembre 2017, n. 219 in materia di disposizioni anticipate di trattamento. In particolare, viene rilevato da un lato che, nell’architettura della legge, le disposizioni anticipate di trattamento sembrano collocarsi in una dimensione dove la relazione di cura tra medico e paziente, pur se enfaticamente richiamata, appare in realtà alquanto sfocata. Dall’altro lato vengono messi in luce i limiti dell’impostazione normativa per quanto riguarda minori e incapaci. La previsione di una “decisione sostitutiva”, concepita in termini assai ampi - ben più ampi di quelli affermati dalla Cassazione nel “caso Englaro” -, non sembra infatti idonea ad escludere il rischio di abbandono terapeutico per i soggetti più vulnerabili.
La legge sulle disposizioni anticipate di trattamento tra esigenze di bilanciamento e rischi di assolutizzazione
Lucia Bozzi
2018-01-01
Abstract
Il contributo propone una riflessione su alcuni punti problematici della legge 22 dicembre 2017, n. 219 in materia di disposizioni anticipate di trattamento. In particolare, viene rilevato da un lato che, nell’architettura della legge, le disposizioni anticipate di trattamento sembrano collocarsi in una dimensione dove la relazione di cura tra medico e paziente, pur se enfaticamente richiamata, appare in realtà alquanto sfocata. Dall’altro lato vengono messi in luce i limiti dell’impostazione normativa per quanto riguarda minori e incapaci. La previsione di una “decisione sostitutiva”, concepita in termini assai ampi - ben più ampi di quelli affermati dalla Cassazione nel “caso Englaro” -, non sembra infatti idonea ad escludere il rischio di abbandono terapeutico per i soggetti più vulnerabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
