Abstract L’innovazione tecnologica ha permesso all’uomo di migliorare la propria vita e risolvere problemi legati anche alla stessa sopravvivenza. Tuttavia, il processo di innovazione tecnologica guardato in maniera più critica può presentare problematiche talvolta anche più insidiose di quelle risolte con il passo avanti tecnologico compiuto. L’allevamento intensivo, l’agricoltura intensiva, la coltivazione di prodotti ortofrutticoli in serra ad esempio rappresentano passi avanti tecnologici che mentre hanno permesso di accrescere la quantità e la varietà di alimenti disponibili durante l’anno, a seguito di recenti studi incentrati sulla ricerca delle vie dello sviluppo sostenibile, è stato ampiamente dimostrato come vadano in direzioni meno giuste in termini di impatti ambientali. Conseguenze dannose sempre più tangibili sono state evidenziate negli ultimi anni nelle abitudini alimentari dei Paesi sviluppati, come il fenomeno dello spreco alimentare e dell’eccessivo consumo di carne e prodotti caseari; fenomeni che destano sempre più preoccupazioni in termini ambientali e sociali. Così mentre la vita di tutti i consumatori sembra migliorare e molti problemi appaiono risolti, altri ne insorgono portandoci in direzioni meno accettabili e conducendoci ad un’analisi più critica della innovazione tecnologica prodotta e adottata. I prodotti ortofrutticoli di quarta gamma sono l’innovazione tecnologica sui cui è incentrata l’analisi condotta in questo studio. La quarta gamma rappresenta un segmento di mercato sviluppatosi negli ultimi decenni nel settore della frutta e verdura che ha permesso di compiere molti passi avanti ai consumatori; mettendo a loro disposizione prodotti pronti all’uso con un elevato contenuto di servizio come le praticità nell’utilizzo, le maggiore sicurezza in termini di igiene, più varietà di scelta. Ma, allo stesso tempo, l’innovazione della quarta gamma ha introdotto nel mercato prodotti che, per soddisfare le sempre più spinte esigenze dei consumatori e della grande distribuzione – che si fa interprete “minuziosa” delle esigenze di consumo - mostrano evidenti limiti a livello ambientale. Limiti legati allo spreco alimentare (circa il 50% del prodotto che giunge negli stabilimenti produttivi e gettato via per garantire gli “elevatissimi standard qualitativi di mercato”), al trasporto (approvvigionamento della materia prima realizzato su mercati esteri nonostante la presenza di prodotto nazionale e locale buono, sano e economico), d’imballaggio (primario, secondario e terziario usato per garantire l’integrità nel trasporto e la freschezza di un prodotto relativamente leggero, ingombrante, spesso dal bassissimo apporto nutritivo e deperibile), la conservazione (il rigido rispetto della catena del freddo dal campo alla tavola). Metodo Questo studio, pertanto, si è focalizzato sull’analisi e la valutazione delle performance ambientali di una busta di insalata iceberg di quarta gamma (prodotto ortofrutticolo leader di mercato nel settore insalate) realizzata da un’azienda multinazionale ubicata nel Sud Italia e venduta in Puglia, paragonandole con le performance ambientali di un prodotto tradizionale coltivato a livello locale sempre in Puglia. La metodologia applicata è stata l’LCA, l’analisi è stata condotta seguendo la normative ISO 14040 e 14044, l’ILCD Handbook (EC - JRC - Institute for Environment and Sustainability, 2010) e le “Guidelines for the implementation of the PEF”. Risultati e discussione Dai risultati si evince che la fase di coltivazione dell’insalata iceberg contribuisce pesantemente agli impatti ambientali totali, sia del prodotto a chilometro zero ma in particolare a quello di quarta gamma. In tutte le categorie esaminate tale fase, infatti, apporta il maggior contributo a causa, principalmente, dell’energia elettrica impiegata nell’irrigazione, e delle emissioni dei fertilizzanti. In questa fase pesano negativamente anche le perdite in campo. Il processo di trasformazione di quarta gamma rappresenta, dopo la fase agricola, il principale hot spot lungo il ciclo di vita del prodotto pronto all’uso. Ciò è riconducibile principalmente all’impiego di energia elettrica durante tutte le operazioni di questa fase. I trasporti, sempre nel prodotto pronto all’uso, risultano impattanti, sebbene in misura inferiore rispetto alla fase di coltivazione e trasformazione. Un contributo seppur modesto è dato dalla fase di packaging. Conclusioni Dall’analisi e dalle valutazioni condotte nel corso dello studio è emerso uno scenario di produzione molto articolato relativamente al settore quarta gamma, nonostante i relativi prodotti sino definiti comunemente “minimamente processati”. L’unità funzionale analizzata durante il suo ciclo di vita è coinvolta in un sistematico processo di “sprechi alimentari”, e questo dal campo sino alla tavola. I miglioramenti ipotizzabili pertanto dovrebbero essere orientati alla riduzione degli scarti e dei consumi energetici (maggior impatto rilevato), anche se si ritiene fisiologico che la trasformazione di quarta gamma includa delle perdite lungo il suo iter. Inoltre, un aspetto fondamentale che fa riflettere in merito alla sostenibilità del prodotto analizzato e il rapporto tra i suoi impatti ambientali e il suo contributo nutritivo. Essendo l’insalata iceberg composta da circa il 95% di acqua, questa apporta ben pochi elementi a una dieta dal punto di vista nutrizionale e pertanto il suo contributo alla dieta stessa andrebbe ripensato nell’equilibrio di un paniere di alimenti che contemplino elementi di sostenibilità e non solo elementi nutrizionali.

Il prezzo dell'innovazione tecnologica degli alimenti pronti all'uso: il caso dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma / Spalatro, Miriam. - (2016 Apr 01). [10.14274/UNIFG/FAIR/338825]

Il prezzo dell'innovazione tecnologica degli alimenti pronti all'uso: il caso dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma

SPALATRO, MIRIAM
2016-04-01

Abstract

Abstract L’innovazione tecnologica ha permesso all’uomo di migliorare la propria vita e risolvere problemi legati anche alla stessa sopravvivenza. Tuttavia, il processo di innovazione tecnologica guardato in maniera più critica può presentare problematiche talvolta anche più insidiose di quelle risolte con il passo avanti tecnologico compiuto. L’allevamento intensivo, l’agricoltura intensiva, la coltivazione di prodotti ortofrutticoli in serra ad esempio rappresentano passi avanti tecnologici che mentre hanno permesso di accrescere la quantità e la varietà di alimenti disponibili durante l’anno, a seguito di recenti studi incentrati sulla ricerca delle vie dello sviluppo sostenibile, è stato ampiamente dimostrato come vadano in direzioni meno giuste in termini di impatti ambientali. Conseguenze dannose sempre più tangibili sono state evidenziate negli ultimi anni nelle abitudini alimentari dei Paesi sviluppati, come il fenomeno dello spreco alimentare e dell’eccessivo consumo di carne e prodotti caseari; fenomeni che destano sempre più preoccupazioni in termini ambientali e sociali. Così mentre la vita di tutti i consumatori sembra migliorare e molti problemi appaiono risolti, altri ne insorgono portandoci in direzioni meno accettabili e conducendoci ad un’analisi più critica della innovazione tecnologica prodotta e adottata. I prodotti ortofrutticoli di quarta gamma sono l’innovazione tecnologica sui cui è incentrata l’analisi condotta in questo studio. La quarta gamma rappresenta un segmento di mercato sviluppatosi negli ultimi decenni nel settore della frutta e verdura che ha permesso di compiere molti passi avanti ai consumatori; mettendo a loro disposizione prodotti pronti all’uso con un elevato contenuto di servizio come le praticità nell’utilizzo, le maggiore sicurezza in termini di igiene, più varietà di scelta. Ma, allo stesso tempo, l’innovazione della quarta gamma ha introdotto nel mercato prodotti che, per soddisfare le sempre più spinte esigenze dei consumatori e della grande distribuzione – che si fa interprete “minuziosa” delle esigenze di consumo - mostrano evidenti limiti a livello ambientale. Limiti legati allo spreco alimentare (circa il 50% del prodotto che giunge negli stabilimenti produttivi e gettato via per garantire gli “elevatissimi standard qualitativi di mercato”), al trasporto (approvvigionamento della materia prima realizzato su mercati esteri nonostante la presenza di prodotto nazionale e locale buono, sano e economico), d’imballaggio (primario, secondario e terziario usato per garantire l’integrità nel trasporto e la freschezza di un prodotto relativamente leggero, ingombrante, spesso dal bassissimo apporto nutritivo e deperibile), la conservazione (il rigido rispetto della catena del freddo dal campo alla tavola). Metodo Questo studio, pertanto, si è focalizzato sull’analisi e la valutazione delle performance ambientali di una busta di insalata iceberg di quarta gamma (prodotto ortofrutticolo leader di mercato nel settore insalate) realizzata da un’azienda multinazionale ubicata nel Sud Italia e venduta in Puglia, paragonandole con le performance ambientali di un prodotto tradizionale coltivato a livello locale sempre in Puglia. La metodologia applicata è stata l’LCA, l’analisi è stata condotta seguendo la normative ISO 14040 e 14044, l’ILCD Handbook (EC - JRC - Institute for Environment and Sustainability, 2010) e le “Guidelines for the implementation of the PEF”. Risultati e discussione Dai risultati si evince che la fase di coltivazione dell’insalata iceberg contribuisce pesantemente agli impatti ambientali totali, sia del prodotto a chilometro zero ma in particolare a quello di quarta gamma. In tutte le categorie esaminate tale fase, infatti, apporta il maggior contributo a causa, principalmente, dell’energia elettrica impiegata nell’irrigazione, e delle emissioni dei fertilizzanti. In questa fase pesano negativamente anche le perdite in campo. Il processo di trasformazione di quarta gamma rappresenta, dopo la fase agricola, il principale hot spot lungo il ciclo di vita del prodotto pronto all’uso. Ciò è riconducibile principalmente all’impiego di energia elettrica durante tutte le operazioni di questa fase. I trasporti, sempre nel prodotto pronto all’uso, risultano impattanti, sebbene in misura inferiore rispetto alla fase di coltivazione e trasformazione. Un contributo seppur modesto è dato dalla fase di packaging. Conclusioni Dall’analisi e dalle valutazioni condotte nel corso dello studio è emerso uno scenario di produzione molto articolato relativamente al settore quarta gamma, nonostante i relativi prodotti sino definiti comunemente “minimamente processati”. L’unità funzionale analizzata durante il suo ciclo di vita è coinvolta in un sistematico processo di “sprechi alimentari”, e questo dal campo sino alla tavola. I miglioramenti ipotizzabili pertanto dovrebbero essere orientati alla riduzione degli scarti e dei consumi energetici (maggior impatto rilevato), anche se si ritiene fisiologico che la trasformazione di quarta gamma includa delle perdite lungo il suo iter. Inoltre, un aspetto fondamentale che fa riflettere in merito alla sostenibilità del prodotto analizzato e il rapporto tra i suoi impatti ambientali e il suo contributo nutritivo. Essendo l’insalata iceberg composta da circa il 95% di acqua, questa apporta ben pochi elementi a una dieta dal punto di vista nutrizionale e pertanto il suo contributo alla dieta stessa andrebbe ripensato nell’equilibrio di un paniere di alimenti che contemplino elementi di sostenibilità e non solo elementi nutrizionali.
1-apr-2016
LCA; Life Cycle Assessment; technological innovation; iceberg lettuce; fresh-cut salad; minimally processed; ready to use; ready to eat; fourth range product; laitue iceberg; lactuca sativa; head lettuce.
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