Il lavoro ricostruisce le ragioni della centralità dell’arresto e della consegna in seguito a mandato della Corte penale internazionale, poste l’impossibilità di svolgere il processo in absentia e l’indispensabilità della cooperazione internazionale. Cerca poi di individuare i confini degli obblighi nazionali d’esecuzione e i margini di manoeuvre lasciati agli Stati. Dà altresì conto dell’interazione con il diritto dell’Unione europea e del problematico coordinamento tra Statuto di Roma e legge italiana di adattamento secondario, alla prova del caso Almasri, suggerendo come la littera legis, sia pur ambigua e da emendare, avrebbe potuto condurre a diverso esito, ove si fosse tentata una interpretazione costituzionalmente orientata, bilanciando tutti i parametri interessati, alla luce dei super-principi di ragionevolezza-razionalità e ragionevolezza-uguaglianza. Il lavoro, inoltre, constatata la presenza nel nostro ordinamento della Convenzione Onu sulla tortura e dell’art. 4, l. 110/2017, esplora la possibilità di rintracciare una base normativa alternativa per la precautela e per la cautela, per un possibile incardinamento del procedimento in Italia e, dunque, per una eventuale richiesta di improcedibilità ex art. 19 Statuto di Roma, alla luce del canone di complementarità della giurisdizione della Corte penale internazionale.

La centralità del mandato d’arresto nel procedimento dinanzi alla Corte penale internazionale e l’esito del caso Almasri: interpretare e riformare

angela Procaccino
2025-01-01

Abstract

Il lavoro ricostruisce le ragioni della centralità dell’arresto e della consegna in seguito a mandato della Corte penale internazionale, poste l’impossibilità di svolgere il processo in absentia e l’indispensabilità della cooperazione internazionale. Cerca poi di individuare i confini degli obblighi nazionali d’esecuzione e i margini di manoeuvre lasciati agli Stati. Dà altresì conto dell’interazione con il diritto dell’Unione europea e del problematico coordinamento tra Statuto di Roma e legge italiana di adattamento secondario, alla prova del caso Almasri, suggerendo come la littera legis, sia pur ambigua e da emendare, avrebbe potuto condurre a diverso esito, ove si fosse tentata una interpretazione costituzionalmente orientata, bilanciando tutti i parametri interessati, alla luce dei super-principi di ragionevolezza-razionalità e ragionevolezza-uguaglianza. Il lavoro, inoltre, constatata la presenza nel nostro ordinamento della Convenzione Onu sulla tortura e dell’art. 4, l. 110/2017, esplora la possibilità di rintracciare una base normativa alternativa per la precautela e per la cautela, per un possibile incardinamento del procedimento in Italia e, dunque, per una eventuale richiesta di improcedibilità ex art. 19 Statuto di Roma, alla luce del canone di complementarità della giurisdizione della Corte penale internazionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/472716
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