Il presente lavoro mira a delineare l’ambito costituzionalmente sostenibile delle funzioni degli “assistenti giurisdizionali” in Italia, nonché le eventuali contromisure di sistema atte a garantire che la decisione resti effettivamente riconducibile al giudice e rispettosa delle regole del gioco (recte: del “giusto processo”). Con la formula “assistenti giurisdizionali” ci si riferisce, in questa tesi, alle figure di collaborazione – variamente denominate negli ordinamenti moderni – che affiancano stabilmente il giudice nella ricostruzione dei fatti, nella interpretazione della legge e, più raramente, nelle materie che richiedono cognizioni di natura tecnica. Questa figura, in Italia, è stata istituita con il d.l. 9 giugno 2021, n. 80 e prende il nome di Addetto all’Ufficio per il Processo. La ricerca condotta, pur analizzando doverosamente la recente esperienza italiana, non si limita ad essa soltanto, ma ambisce a svolgere una riflessione di più ampio respiro, proiettata oltre l’attuale momento storico, che possa fare i conti: con il panorama comparatistico di riferimento; con figure molto affini agli Addetti, quali i componenti dell’Ufficio del massimario e del ruolo; con le esigenze organizzative future, anche dettate dall’incessante progredire della tecnologia, e, in particolare, dell’intelligenza artificiale. La questione di fondo è se questi collaboratori, umani o robotici che siano, e che, in una forma o nell’altra, consentono di ottimizzare il lavoro del giudice, minaccino il suo ruolo e la funzione cognitiva del processo penale; se, in altri termini, il modello del “giudice assistito” sia idoneo a perseguire, senza costi per le garanzie, il binomio quantità e qualità della risposta giurisdizionale
Assistenti giurisdizionali nel processo penale. Dall’ufficio per il processo all’assistente algoritmico / Valenti, Alessandro. - (2025 Apr 16). [10.14274/valenti-alessandro_phd_2025]
Assistenti giurisdizionali nel processo penale. Dall’ufficio per il processo all’assistente algoritmico.
VALENTI, ALESSANDRO
2025-04-16
Abstract
Il presente lavoro mira a delineare l’ambito costituzionalmente sostenibile delle funzioni degli “assistenti giurisdizionali” in Italia, nonché le eventuali contromisure di sistema atte a garantire che la decisione resti effettivamente riconducibile al giudice e rispettosa delle regole del gioco (recte: del “giusto processo”). Con la formula “assistenti giurisdizionali” ci si riferisce, in questa tesi, alle figure di collaborazione – variamente denominate negli ordinamenti moderni – che affiancano stabilmente il giudice nella ricostruzione dei fatti, nella interpretazione della legge e, più raramente, nelle materie che richiedono cognizioni di natura tecnica. Questa figura, in Italia, è stata istituita con il d.l. 9 giugno 2021, n. 80 e prende il nome di Addetto all’Ufficio per il Processo. La ricerca condotta, pur analizzando doverosamente la recente esperienza italiana, non si limita ad essa soltanto, ma ambisce a svolgere una riflessione di più ampio respiro, proiettata oltre l’attuale momento storico, che possa fare i conti: con il panorama comparatistico di riferimento; con figure molto affini agli Addetti, quali i componenti dell’Ufficio del massimario e del ruolo; con le esigenze organizzative future, anche dettate dall’incessante progredire della tecnologia, e, in particolare, dell’intelligenza artificiale. La questione di fondo è se questi collaboratori, umani o robotici che siano, e che, in una forma o nell’altra, consentono di ottimizzare il lavoro del giudice, minaccino il suo ruolo e la funzione cognitiva del processo penale; se, in altri termini, il modello del “giudice assistito” sia idoneo a perseguire, senza costi per le garanzie, il binomio quantità e qualità della risposta giurisdizionale| File | Dimensione | Formato | |
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