La nota ripercorre criticamente la complessa pronuncia con la quale le Sezioni unite hanno tentato di sbrogliare tre grandi matasse create dalla ‘‘Riforma Orlando’’ che, mossa dall’intento di prevenire il ‘‘concorso di appelli’’ di parte pubblica, ha condizionato la legittimazione del procuratore generale ad appellare la sentenza di primo grado alla prestazione di ‘acquiescenza’’ del procuratore della Repubblica, senza tuttavia chiarire il modo di formazione di tale requisito, la sua riferibilità alle determinazioni del ‘‘sostituto’’ procuratore e il rapporto tra la nuova preclusione soggettiva e l’esperibilità del ricorso per Cassazione.
Quel che resta del potere di impugnazione del Procuratore generale
Alessandro Valenti
2023-01-01
Abstract
La nota ripercorre criticamente la complessa pronuncia con la quale le Sezioni unite hanno tentato di sbrogliare tre grandi matasse create dalla ‘‘Riforma Orlando’’ che, mossa dall’intento di prevenire il ‘‘concorso di appelli’’ di parte pubblica, ha condizionato la legittimazione del procuratore generale ad appellare la sentenza di primo grado alla prestazione di ‘acquiescenza’’ del procuratore della Repubblica, senza tuttavia chiarire il modo di formazione di tale requisito, la sua riferibilità alle determinazioni del ‘‘sostituto’’ procuratore e il rapporto tra la nuova preclusione soggettiva e l’esperibilità del ricorso per Cassazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


