Il processo di significativa e profonda innovazione tecnologica, accelerato anche dall’irruzione di un’emergenza sanitaria senza precedenti, ha comportato notevoli cambiamenti nei sistemi organizzativi e di produzione, rendendo possibile lo svolgimento della prestazione lavorativa a distanza, all’esterno dei locali aziendali, ma in connessione con il proprio datore attraverso un dispositivo elettronico. Se il modo di produzione tipico della catena di montaggio era caratterizzato da strutture automatizzate rigide, ove i lavoratori erano meri esecutori di un lavoro ridotto ad una attività prettamente meccanica, monotona e ripetitiva, le nuove strutture produttive esprimono, al contrario, differenti esigenze di flessibilità e, quindi, di libertà in ordine alla gestione del tempo e del luogo di esecuzione della prestazione lavorativa, sempre più orientata al risultato piuttosto che a stretti vincoli di controllo e direzione tipici del paradigma di subordinazione di stampo fordista-taylorista. Si tratta, però, di una libertà più apparente che sostanziale, perché al graduale dissolvimento delle coordinate spazio-temporali non corrisponde automaticamente un miglioramento del benessere psico-fisico del lavoratore. Infatti, di fronte a modelli organizzativi altamente flessibili, caratterizzati da una volatilità degli spazi e da una frammentazione del tempo di lavoro, il rischio di un prolungamento ad libitum della giornata lavorativa e, dunque, di pericolosi intrecci tra sfera professionale e sfera privata. Il mutato scenario impone al giuslavorista di affrontare con grande attenzione l’insidiosa e turbolenta sfida tecnologica per cercare di costruire una riflessione che sia il più aderente possibile alle sollecitazioni provenienti dalle nuove frontiere digitali. La presente ricerca origina proprio da questa esigenza, intendendo approfondire, in una prospettiva comparata Italia-Spagna, il rapporto esistente tra il tempo di lavoro e il tempo di non lavoro nell’àmbito del lavoro a distanza, con particolare riferimento allo smart working, nelle diverse forme del lavoro agile italiano e del teletrabajo spagnolo.
Tempo di lavoro e di non lavoro: Italia e Spagna a confronto / Pellicano, Antonio. - (2024). [10.14274/pellicano-antonio_phd2024]
Tempo di lavoro e di non lavoro: Italia e Spagna a confronto.
PELLICANO, ANTONIO
2024-01-01
Abstract
Il processo di significativa e profonda innovazione tecnologica, accelerato anche dall’irruzione di un’emergenza sanitaria senza precedenti, ha comportato notevoli cambiamenti nei sistemi organizzativi e di produzione, rendendo possibile lo svolgimento della prestazione lavorativa a distanza, all’esterno dei locali aziendali, ma in connessione con il proprio datore attraverso un dispositivo elettronico. Se il modo di produzione tipico della catena di montaggio era caratterizzato da strutture automatizzate rigide, ove i lavoratori erano meri esecutori di un lavoro ridotto ad una attività prettamente meccanica, monotona e ripetitiva, le nuove strutture produttive esprimono, al contrario, differenti esigenze di flessibilità e, quindi, di libertà in ordine alla gestione del tempo e del luogo di esecuzione della prestazione lavorativa, sempre più orientata al risultato piuttosto che a stretti vincoli di controllo e direzione tipici del paradigma di subordinazione di stampo fordista-taylorista. Si tratta, però, di una libertà più apparente che sostanziale, perché al graduale dissolvimento delle coordinate spazio-temporali non corrisponde automaticamente un miglioramento del benessere psico-fisico del lavoratore. Infatti, di fronte a modelli organizzativi altamente flessibili, caratterizzati da una volatilità degli spazi e da una frammentazione del tempo di lavoro, il rischio di un prolungamento ad libitum della giornata lavorativa e, dunque, di pericolosi intrecci tra sfera professionale e sfera privata. Il mutato scenario impone al giuslavorista di affrontare con grande attenzione l’insidiosa e turbolenta sfida tecnologica per cercare di costruire una riflessione che sia il più aderente possibile alle sollecitazioni provenienti dalle nuove frontiere digitali. La presente ricerca origina proprio da questa esigenza, intendendo approfondire, in una prospettiva comparata Italia-Spagna, il rapporto esistente tra il tempo di lavoro e il tempo di non lavoro nell’àmbito del lavoro a distanza, con particolare riferimento allo smart working, nelle diverse forme del lavoro agile italiano e del teletrabajo spagnolo.File | Dimensione | Formato | |
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