Le nuove sequenze quantitative in risonanza magnetica cardiaca per lo studio delle malattie del miocardio in pazienti con extrasistoli ventricolari.

La Risonanza Magnetica Cardiaca (RMC) è considerata uno dei più completi strumenti diagnostici in ambito cardiovascolare, è una metodica multiplanare, ha un’elevata risoluzione spaziale, temporale e di contrasto, consentendo la valutazione non solo morfo-funzionale delle camere cardiache ma ci permette anche di caratterizzare il tessuto miocardico. Durante un periodo di svariati decenni, la Cardio-RM si è evoluta fornendoci immagini sempre più raffinate che permettono di valutare globalmente l’apparato cardiovascolare, con ottimi risultati in termini di sensibilità e specificità. Inoltre, grazie all’ampia disponibilità di dati raccolti, il suo ruolo non si esaurisce nella diagnosi, ma risulta fondamentale anche nella valutazione prognostica dei principali quadri patologici. Di recente introduzione risultano le sequenze per lo studio del Mapping. L’innovazione rispetto all’utilizzo delle sequenze tradizionali è data dalla capacità di misurare il valore assoluto dei tempi di rilassamento T1 e T2 consentendo una valutazione quantitativa, e non più solo qualitativa, delle immagini RM. Con tali sequenze è possibile visualizzare e parametrare aree di edema, necrosi e fibrosi miocardica senza l’utilizzo del mezzo di contrasto. Inoltre, l’analisi del T1 Mapping prima e dopo la somministrazione ev del mezzo di contrasto paramagnetico, consente la stima del Volume Extracellulare, parametro che correla bene con l’aumento dello spazio extracellulare in svariate patologie cardiache. L’obiettivo di questo lavoro è dimostrare le potenzialità delle metodiche di Mapping comparate con l’LGE che rappresenta il gold standard nella valutazione della necrosi/fibrosi miocardica nel rilevare patologie cardiache misconosciute in pazienti con extrasistolia ventricolare e cuore sano alle metodiche di imaging di I livello.