L’emergere del concetto di sviluppo sostenibile e il ruolo prioritario attribuito, nel contesto internazionale, alla tutela dell’ambiente hanno favorito l’integrazione, da parte di un numero sempre maggiore di Paesi, degli interessi ambientali a livello costituzionale nonché in molte normative di settore, tra cui quella dedicata agli appalti pubblici. Gli Stati hanno infatti iniziato a operare scelte, nell’approvvigionamento di beni e servizi, funzionali a ridurre l’impatto dei consumi “collettivi” sull’ambiente. Per definire il risultato di un simile processo di conversione in chiave ambientale è stata coniata l’espressione “appalti pubblici verdi”. Gli appalti verdi sono oggi considerati un legittimo strumento di politica economica pubblica sia nel contesto dell’Unione europea (UE) sia nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), l’organismo sovranazionale che rappresenta il più importante foro negoziale per le relazioni commerciali multilaterali ed è la culla dell’unico accordo internazionale multilaterale giuridicamente vincolante in materia di appalti pubblici ovvero l’Agreement on Government Procurement. (GPA). L’avvenuta integrazione di considerazioni ambientali nei processi di acquisito di beni e servizi per la collettività assume valore fondamentale rispetto al più ampio tema dell’evoluzione del rapporto tra interessi ambientali e commercio internazionale. I c.d. appalti pubblici verdi si collocano infatti in uno spazio giuridico altro, che tende a superare la tradizionale dicotomia sistemica tra la valorizzazione di interessi ambientali e la tutela del libero mercato e della concorrenza. Nel contesto appena delineato, la presente ricerca si propone di indagare il rapporto tra appalti pubblici e istanze ambientali nel quadro del diritto OMC e UE, al fine di verificare la compatibilità e le potenzialità degli appalti pubblici verdi rispetto alle fonti rilevanti in materia. Nell’itinerario di ricerca proposto, si è dapprima delineato il quadro giuridico relativo agli appalti pubblici e alla tutela dell’ambiente (anche in quanto fondamento del concetto di sostenibilità ambientale), secondo la duplice prospettiva di indagine del diritto internazionale ed eurounionale. Successivamente, si è ricostruita la complessa parabola normativa e giurisprudenziale che ha caratterizzato, nel contesto del sistema multilaterale commerciale, l’evoluzione del rapporto (conflittuale) tra interessi ambientali e commercio internazionale. Quindi, si è cercato di mettere a fuoco il modo in cui l’OMC, l’UE e il legislatore italiano hanno specificamente integrato le “considerazioni ambientali” nelle rispettive normative in materia di appalti pubblici. La mappatura delle questioni affrontate nella presente ricerca restituirà un quadro articolato di suggestioni conclusive per una normativa di settore, come quella degli appalti pubblici, storicamente votata agli interessi economici. L’interazione fra appalti pubblici e ambiente stimola infatti la riflessione giuridica in una duplice prospettiva intersistemica (rispetto alle specifiche normative analizzate) ed extrasistemica (in un’ottica multilivello). Il prospetto delle fonti e della prassi analizzate consentirà, innanzitutto, di ricomporre il quadro degli strumenti attuativi degli appalti verdi contemplati in ambito OMC e nell’UE (nonché nell’ordinamento italiano), per poi procedere a valutare come essi, confrontati tra loro e considerati nel loro insieme, si relazionino nell’ambito di un sistema multilivello.
Il rapporto tra appalti pubblici e istanze ambientali nel diritto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e dell’Unione europea / Buccarella, Marco. - (2024). [10.14274/buccarella-marco_phd2024]
Il rapporto tra appalti pubblici e istanze ambientali nel diritto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e dell’Unione europea
BUCCARELLA, MARCO
2024-01-01
Abstract
L’emergere del concetto di sviluppo sostenibile e il ruolo prioritario attribuito, nel contesto internazionale, alla tutela dell’ambiente hanno favorito l’integrazione, da parte di un numero sempre maggiore di Paesi, degli interessi ambientali a livello costituzionale nonché in molte normative di settore, tra cui quella dedicata agli appalti pubblici. Gli Stati hanno infatti iniziato a operare scelte, nell’approvvigionamento di beni e servizi, funzionali a ridurre l’impatto dei consumi “collettivi” sull’ambiente. Per definire il risultato di un simile processo di conversione in chiave ambientale è stata coniata l’espressione “appalti pubblici verdi”. Gli appalti verdi sono oggi considerati un legittimo strumento di politica economica pubblica sia nel contesto dell’Unione europea (UE) sia nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), l’organismo sovranazionale che rappresenta il più importante foro negoziale per le relazioni commerciali multilaterali ed è la culla dell’unico accordo internazionale multilaterale giuridicamente vincolante in materia di appalti pubblici ovvero l’Agreement on Government Procurement. (GPA). L’avvenuta integrazione di considerazioni ambientali nei processi di acquisito di beni e servizi per la collettività assume valore fondamentale rispetto al più ampio tema dell’evoluzione del rapporto tra interessi ambientali e commercio internazionale. I c.d. appalti pubblici verdi si collocano infatti in uno spazio giuridico altro, che tende a superare la tradizionale dicotomia sistemica tra la valorizzazione di interessi ambientali e la tutela del libero mercato e della concorrenza. Nel contesto appena delineato, la presente ricerca si propone di indagare il rapporto tra appalti pubblici e istanze ambientali nel quadro del diritto OMC e UE, al fine di verificare la compatibilità e le potenzialità degli appalti pubblici verdi rispetto alle fonti rilevanti in materia. Nell’itinerario di ricerca proposto, si è dapprima delineato il quadro giuridico relativo agli appalti pubblici e alla tutela dell’ambiente (anche in quanto fondamento del concetto di sostenibilità ambientale), secondo la duplice prospettiva di indagine del diritto internazionale ed eurounionale. Successivamente, si è ricostruita la complessa parabola normativa e giurisprudenziale che ha caratterizzato, nel contesto del sistema multilaterale commerciale, l’evoluzione del rapporto (conflittuale) tra interessi ambientali e commercio internazionale. Quindi, si è cercato di mettere a fuoco il modo in cui l’OMC, l’UE e il legislatore italiano hanno specificamente integrato le “considerazioni ambientali” nelle rispettive normative in materia di appalti pubblici. La mappatura delle questioni affrontate nella presente ricerca restituirà un quadro articolato di suggestioni conclusive per una normativa di settore, come quella degli appalti pubblici, storicamente votata agli interessi economici. L’interazione fra appalti pubblici e ambiente stimola infatti la riflessione giuridica in una duplice prospettiva intersistemica (rispetto alle specifiche normative analizzate) ed extrasistemica (in un’ottica multilivello). Il prospetto delle fonti e della prassi analizzate consentirà, innanzitutto, di ricomporre il quadro degli strumenti attuativi degli appalti verdi contemplati in ambito OMC e nell’UE (nonché nell’ordinamento italiano), per poi procedere a valutare come essi, confrontati tra loro e considerati nel loro insieme, si relazionino nell’ambito di un sistema multilivello.File | Dimensione | Formato | |
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