Uno dei problemi più importanti che tiene sotto pressione le autorità non solo Regionali e nazionali ma internazionali, è quello della sostenibilità della spesa sanitaria, oggi meglio definita come “spesa per la salute” ovverosia ciò che è necessario per garantire ad ogni individuo, uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia (OMS). I cambiamenti demografici (meglio sarebbe dire la transizione demografica che si riferisce ad un processo attraverso il quale le popolazioni passano da una situazione di equilibrio caratterizzato da alti livelli di mortalità e fecondità, ad altro periodo caratterizzato da un livello di bassa mortalità e fecondità), l’invecchiamento della popolazione ma anche la recente e disastrosa esperienza della pandemia Covid-19, ne hanno completamente cambiato lo scenario. A tal proposito ricordiamo come la spesa per la salute è caratterizzata da tre tipi di spesa: quella propriamente detta spesa sanitaria, quella sociale di interesse sanitario e quella fiscale relativa alle agevolazioni fiscali per spese mediche e fondi sanitari. Fondamentale in questo settore fortemente collegato alla sostenibilità della spesa, è l’innovativo approccio della Value Based Heath Care (VBHC) ovvero un modello di sanità basato sul valore di un processo di miglioramento continuo che mette al centro del percorso di cura la figura fondamentale della dinamica sanitaria assistenziale: il paziente. I punti chiave della VBHC studiano l’intero ciclo di cura fino alle estreme complicazioni o complicanze, con un approccio multidimensionale e multidisciplinare, e anche l’aspetto della misura di esiti e costi di ciascun paziente, analizzando il finanziamento di ciclo di cura che sposti il modello verso sistemi di pagamento, tesi a sostenere spese più organizzate e oculate per rendere l’esito della prestazione o degenza, la migliore possibile. In ultima analisi un percorso virtuoso che mette a nudo il rapporto tra esiti di salute (i cosiddetti “patient outcomes”) e i costi reali sostenuti nell’intero ciclo di cura. Questi ultimi tendono a limitare o eliminare risorse erose e sacche di inefficienza che non si traducano in servizi (“no value expenditure”) o che siano utilizzati per servizi o prestazioni dal valore basso o negativo (“low- negative value expenditure”) e che spesso, rispetto ad un beneficio atteso ,presentino rischi maggiori degli stessi benefici. La spesa non deve essere solo oculata, deve essere anche organizzata bene, ed ecco perché l’altro aspetto che è sul tavolo delle autorità sanitarie e del comparto socio assistenziale, è quello della modifica dei setting assistenziali o dei luoghi di cura, con trasferimento di molti dei percorsi sanitari o socio assistenziali sul territorio, privilegiati per altro nella distribuzione dei finanziamenti del PNRR. L’esperienza di questi anni dimostra e ci insegna sempre più che il futuro si occuperà della protezione dei soggetti fragili, che sono quei soggetti sottoposti in maniera importante all’insidia di situazioni emergenziali o inaspettate come è stato per il Covid-19, soggetti fragili cioè soggetti gravati da malattie che non si esauriscono in maniera temporale sicura ma che sono portatrici di alterazioni ed evoluzioni che determinano situazioni di cronicità (dai tempi sempre più lunghi, considerato l ‘invecchiamento della popolazione). Si considerano anche quei soggetti sottoposti a trattamenti o a farmaci che abbiano effetti di immunodepressione e che rispetto al passato, usufruiscano di un prolungamento della loro sopravvivenza. La pandemia si è dimostrata particolarmente letale nella mortalità e anche nella gravità delle forme, nei soggetti che erano accompagnati da malattie croniche, da età avanzata, e da comorbidità importanti e numerose, quindi si rende sempre più necessaria la protezione dei soggetti fragili. Una delle sfide più complesse del XXI secolo è rappresentata dal modo con cui i sistemi socio sanitari ottimizzeranno l’uso delle risorse disponibili per rispondere alla domanda indotta dalla continua crescita delle patologie croniche. Un’ulteriore sfida consiste anche nel cercare percorsi, servizi e organizzazioni che possano massimizzare l’ “outcome” e che possano avere una sostenibilità economica più virtuosa possibile. Strettamente collegato a questi aspetti è l’avvento dell’era farmaco-economica, iniziata già negli anni ’90 del secolo scorso e corrisposta alla necessità, ormai improcrastinabile, di disporre di dati che consentano la valorizzazione e quindi la conoscenza di costi e strategie di intervento sanitario preventive, diagnostiche o terapeutiche. Lo scopo è di porre i “decision markers” nelle condizioni di allocare al meglio le risorse disponibili e progressivamente decrescenti. Oggetto di studio sono stati, l’analisi dei dati relativi a due esperienze, una italiana e l’altra pugliese, in cui si è valutata la possibilità di un risparmio di farmaci per l’asma bronchiale e la BPCO (Broncopatia Cronica Ostruttiva). Importanti sono state le conseguenze che il SSN ha subito a seguito della pandemia mondiale.

Evoluzione della spesa sanitaria in Puglia / Resta, Emanuela. - (2023). [10.14274/resta-emanuela_phd2023]

Evoluzione della spesa sanitaria in Puglia

RESTA, EMANUELA
2023-01-01

Abstract

Uno dei problemi più importanti che tiene sotto pressione le autorità non solo Regionali e nazionali ma internazionali, è quello della sostenibilità della spesa sanitaria, oggi meglio definita come “spesa per la salute” ovverosia ciò che è necessario per garantire ad ogni individuo, uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia (OMS). I cambiamenti demografici (meglio sarebbe dire la transizione demografica che si riferisce ad un processo attraverso il quale le popolazioni passano da una situazione di equilibrio caratterizzato da alti livelli di mortalità e fecondità, ad altro periodo caratterizzato da un livello di bassa mortalità e fecondità), l’invecchiamento della popolazione ma anche la recente e disastrosa esperienza della pandemia Covid-19, ne hanno completamente cambiato lo scenario. A tal proposito ricordiamo come la spesa per la salute è caratterizzata da tre tipi di spesa: quella propriamente detta spesa sanitaria, quella sociale di interesse sanitario e quella fiscale relativa alle agevolazioni fiscali per spese mediche e fondi sanitari. Fondamentale in questo settore fortemente collegato alla sostenibilità della spesa, è l’innovativo approccio della Value Based Heath Care (VBHC) ovvero un modello di sanità basato sul valore di un processo di miglioramento continuo che mette al centro del percorso di cura la figura fondamentale della dinamica sanitaria assistenziale: il paziente. I punti chiave della VBHC studiano l’intero ciclo di cura fino alle estreme complicazioni o complicanze, con un approccio multidimensionale e multidisciplinare, e anche l’aspetto della misura di esiti e costi di ciascun paziente, analizzando il finanziamento di ciclo di cura che sposti il modello verso sistemi di pagamento, tesi a sostenere spese più organizzate e oculate per rendere l’esito della prestazione o degenza, la migliore possibile. In ultima analisi un percorso virtuoso che mette a nudo il rapporto tra esiti di salute (i cosiddetti “patient outcomes”) e i costi reali sostenuti nell’intero ciclo di cura. Questi ultimi tendono a limitare o eliminare risorse erose e sacche di inefficienza che non si traducano in servizi (“no value expenditure”) o che siano utilizzati per servizi o prestazioni dal valore basso o negativo (“low- negative value expenditure”) e che spesso, rispetto ad un beneficio atteso ,presentino rischi maggiori degli stessi benefici. La spesa non deve essere solo oculata, deve essere anche organizzata bene, ed ecco perché l’altro aspetto che è sul tavolo delle autorità sanitarie e del comparto socio assistenziale, è quello della modifica dei setting assistenziali o dei luoghi di cura, con trasferimento di molti dei percorsi sanitari o socio assistenziali sul territorio, privilegiati per altro nella distribuzione dei finanziamenti del PNRR. L’esperienza di questi anni dimostra e ci insegna sempre più che il futuro si occuperà della protezione dei soggetti fragili, che sono quei soggetti sottoposti in maniera importante all’insidia di situazioni emergenziali o inaspettate come è stato per il Covid-19, soggetti fragili cioè soggetti gravati da malattie che non si esauriscono in maniera temporale sicura ma che sono portatrici di alterazioni ed evoluzioni che determinano situazioni di cronicità (dai tempi sempre più lunghi, considerato l ‘invecchiamento della popolazione). Si considerano anche quei soggetti sottoposti a trattamenti o a farmaci che abbiano effetti di immunodepressione e che rispetto al passato, usufruiscano di un prolungamento della loro sopravvivenza. La pandemia si è dimostrata particolarmente letale nella mortalità e anche nella gravità delle forme, nei soggetti che erano accompagnati da malattie croniche, da età avanzata, e da comorbidità importanti e numerose, quindi si rende sempre più necessaria la protezione dei soggetti fragili. Una delle sfide più complesse del XXI secolo è rappresentata dal modo con cui i sistemi socio sanitari ottimizzeranno l’uso delle risorse disponibili per rispondere alla domanda indotta dalla continua crescita delle patologie croniche. Un’ulteriore sfida consiste anche nel cercare percorsi, servizi e organizzazioni che possano massimizzare l’ “outcome” e che possano avere una sostenibilità economica più virtuosa possibile. Strettamente collegato a questi aspetti è l’avvento dell’era farmaco-economica, iniziata già negli anni ’90 del secolo scorso e corrisposta alla necessità, ormai improcrastinabile, di disporre di dati che consentano la valorizzazione e quindi la conoscenza di costi e strategie di intervento sanitario preventive, diagnostiche o terapeutiche. Lo scopo è di porre i “decision markers” nelle condizioni di allocare al meglio le risorse disponibili e progressivamente decrescenti. Oggetto di studio sono stati, l’analisi dei dati relativi a due esperienze, una italiana e l’altra pugliese, in cui si è valutata la possibilità di un risparmio di farmaci per l’asma bronchiale e la BPCO (Broncopatia Cronica Ostruttiva). Importanti sono state le conseguenze che il SSN ha subito a seguito della pandemia mondiale.
2023
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