Il contributo esamina i nuovi strumenti premiali e investigativi introdotti dalla legge n. 3 del 2019 allo scopo di favorire l’emersione del patto corruttivo. La prima parte del lavoro è dedicata alla causa di non punibilità della collabora- zione processuale prevista all’art. 323-ter del codice penale per taluni delitti contro la pubblica amministrazione. Delineata la ratio e la struttura tipica di questa nuova forma di premialità, si evidenziano talune criticità legate all’am- bito applicativo e, più in generale, ai limiti di effettività della previsione norma- tiva, osservata dapprima nell’ambito della responsabilità individuale e, poi, nella più ampia prospettiva della correlata responsabilità degli enti. La seconda parte del lavoro si propone di indagare la compatibilità della tecnica investigativa delle operazioni sotto copertura, la cui disciplina è stata rivisitata dalla citata legge del 2019, con le caratteristiche strutturali dei reati di corruzione, oggi inclusi nel novero di quelli per cui è consentita l’utilizzazione dello strumento investigativo. In particolare, la questione principale riguarda i confini di scriminabilità delle undercover operations, sintetizzata in chiave garantistica nella necessità — che dovrebbe essere assicurata a livello legislativo — di tenere distinta la figura dell’agente infiltrato da quella dell’agente provocatore.

L'emersione del patto corruttivo: il nuovo fronte degli strumenti premiali e investigativi

Masullo M
2019-01-01

Abstract

Il contributo esamina i nuovi strumenti premiali e investigativi introdotti dalla legge n. 3 del 2019 allo scopo di favorire l’emersione del patto corruttivo. La prima parte del lavoro è dedicata alla causa di non punibilità della collabora- zione processuale prevista all’art. 323-ter del codice penale per taluni delitti contro la pubblica amministrazione. Delineata la ratio e la struttura tipica di questa nuova forma di premialità, si evidenziano talune criticità legate all’am- bito applicativo e, più in generale, ai limiti di effettività della previsione norma- tiva, osservata dapprima nell’ambito della responsabilità individuale e, poi, nella più ampia prospettiva della correlata responsabilità degli enti. La seconda parte del lavoro si propone di indagare la compatibilità della tecnica investigativa delle operazioni sotto copertura, la cui disciplina è stata rivisitata dalla citata legge del 2019, con le caratteristiche strutturali dei reati di corruzione, oggi inclusi nel novero di quelli per cui è consentita l’utilizzazione dello strumento investigativo. In particolare, la questione principale riguarda i confini di scriminabilità delle undercover operations, sintetizzata in chiave garantistica nella necessità — che dovrebbe essere assicurata a livello legislativo — di tenere distinta la figura dell’agente infiltrato da quella dell’agente provocatore.
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