Tra le sfide più urgenti e affascinanti che si pongono oggi per il diritto costituzionale contemporaneo c’è sicuramente quella di trovare un giusto bilanciamento tra la libertà di espressione e gli altri diritti di rilevanza costituzionale che inevitabilmente finiscono per entrare in confitto con l’utilizzo delle tecnologie digitali sempre più protagoniste delle relazioni umane. Affrontare oggi il tema della disinformazione in internet richiede inevitabilmente di confrontarsi con una serie di interrogativi sollevati in gran parte dalla rivoluzione tecnologica ancora in pieno svolgimento nel campo della comunicazione politica. Consapevole della complessità definitoria il primo capitolo di questo studio cerca di circoscrivere l’area entro cui si sviluppa il fenomeno disinformativo (A new free market place of ideas?) evidenziando l’oggetto della ricerca (Quale disinformazione?), i soggetti coinvolti (Quali poteri?) e i diritti e le libertà coinvolti (Quali diritti e quali libertà?). Il secondo capitolo tratta invece del ruolo e della qualificazione giuridica degli intermediari di internet secondo i principi europei e quelli internazionali dettati dal Consiglio d’Europa. Il terzo capitolo si discosta invece dall'area costituzionale per lambire la materia privatistica. Tale approccio risulta utile al fine di evidenziare come la comunicazione politica sia resa possibile grazie alla raccolta e all’elaborazione dei dati necessari per i sistemi di profilazione degli utenti, Il quarto capitolo tratta la materia più delicata e cioè quella che riguarda i social network che oggi rappresentano i canali di comunicazione privilegiati per i partiti e i loro leader che li utilizzano al fine di diffondere senza limiti ogni manifestazione di propaganda politica. Le soluzioni normative emanate dai singoli Stati europei per contrastare le differenti manifestazioni di manipolazione delle informazioni compongono invece il quinto capitolo. Il sesto capitolo è invece dedicato all’approccio europeo alla disinformazione. Dopo un iniziale inquadramento costituzionale della materia secondo i principi sanciti dalla CEDU e dalla Carta di Nizza si approfondiscono i contenuti inseriti nel noto Code of practice on Disinformation e nel più recente Digital Service Act emanato dalla Commissione Europea. Da ultimo nelle conclusioni oltre a descrivere le buone pratiche contro la disinformazione come il fact checking e l’educazione al digitale, si prova a fornire una visione più ottimistica delle potenzialità offerte dalla rete attraverso cui riconoscere e garantire diritti e libertà per sperimentare nuove e più originali forme di partecipazione democratica.

Il fenomeno della disinformazione politica in Internet: prospettive europee / Mazzolai, Brando. - (2021). [10.14274/mazzolai-brando_phd2021]

Il fenomeno della disinformazione politica in Internet: prospettive europee

MAZZOLAI, BRANDO
2021-01-01

Abstract

Tra le sfide più urgenti e affascinanti che si pongono oggi per il diritto costituzionale contemporaneo c’è sicuramente quella di trovare un giusto bilanciamento tra la libertà di espressione e gli altri diritti di rilevanza costituzionale che inevitabilmente finiscono per entrare in confitto con l’utilizzo delle tecnologie digitali sempre più protagoniste delle relazioni umane. Affrontare oggi il tema della disinformazione in internet richiede inevitabilmente di confrontarsi con una serie di interrogativi sollevati in gran parte dalla rivoluzione tecnologica ancora in pieno svolgimento nel campo della comunicazione politica. Consapevole della complessità definitoria il primo capitolo di questo studio cerca di circoscrivere l’area entro cui si sviluppa il fenomeno disinformativo (A new free market place of ideas?) evidenziando l’oggetto della ricerca (Quale disinformazione?), i soggetti coinvolti (Quali poteri?) e i diritti e le libertà coinvolti (Quali diritti e quali libertà?). Il secondo capitolo tratta invece del ruolo e della qualificazione giuridica degli intermediari di internet secondo i principi europei e quelli internazionali dettati dal Consiglio d’Europa. Il terzo capitolo si discosta invece dall'area costituzionale per lambire la materia privatistica. Tale approccio risulta utile al fine di evidenziare come la comunicazione politica sia resa possibile grazie alla raccolta e all’elaborazione dei dati necessari per i sistemi di profilazione degli utenti, Il quarto capitolo tratta la materia più delicata e cioè quella che riguarda i social network che oggi rappresentano i canali di comunicazione privilegiati per i partiti e i loro leader che li utilizzano al fine di diffondere senza limiti ogni manifestazione di propaganda politica. Le soluzioni normative emanate dai singoli Stati europei per contrastare le differenti manifestazioni di manipolazione delle informazioni compongono invece il quinto capitolo. Il sesto capitolo è invece dedicato all’approccio europeo alla disinformazione. Dopo un iniziale inquadramento costituzionale della materia secondo i principi sanciti dalla CEDU e dalla Carta di Nizza si approfondiscono i contenuti inseriti nel noto Code of practice on Disinformation e nel più recente Digital Service Act emanato dalla Commissione Europea. Da ultimo nelle conclusioni oltre a descrivere le buone pratiche contro la disinformazione come il fact checking e l’educazione al digitale, si prova a fornire una visione più ottimistica delle potenzialità offerte dalla rete attraverso cui riconoscere e garantire diritti e libertà per sperimentare nuove e più originali forme di partecipazione democratica.
2021
Libertà di espressione, libertà di informazione, disinformazione, internet, social network.
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