Nel saggio si indagano il costante ricorso e il vario riuso della figura vedovile in un parallelismo tra la narrativa di Boccaccio il teatro di Goldoni. Le vedove sono figurae di condizioni allotrie, appaiono metonicamente per ciò che non sono; esse accompagnano di volta in volta il lettore alla scoperta del distacco tra l’apparenza esteriore e la realtà profonda. Pur avvolte nei loro abiti vedovili, queste donne compongono un musivo inno al disinganno, un’esortazione all’attraversamento delle verità superficiali nel costante confronto tra finzione e verità.

Il senso metonimico delle donne dalla narrativa di Boccaccio al teatro di Goldoni

Francesco Saverio Minervini
2023-01-01

Abstract

Nel saggio si indagano il costante ricorso e il vario riuso della figura vedovile in un parallelismo tra la narrativa di Boccaccio il teatro di Goldoni. Le vedove sono figurae di condizioni allotrie, appaiono metonicamente per ciò che non sono; esse accompagnano di volta in volta il lettore alla scoperta del distacco tra l’apparenza esteriore e la realtà profonda. Pur avvolte nei loro abiti vedovili, queste donne compongono un musivo inno al disinganno, un’esortazione all’attraversamento delle verità superficiali nel costante confronto tra finzione e verità.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/423947
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact