Yvette Guilbert (1865-1943), famous diseuse fin de siècle, distinguishes her very artifact stage presence, heavily influenced by contemporary art. Exploiting her own physical flaws, she develops a body “manifesto”, responding to the canons of a silhouette that increasingly challenge everyday behaviour. The contribution unfolds the context of critical references, literary and cultural imaginations and body techniques that have contributed to the definition of her icon status in a continuous interplay between (self)representations and intimate perception of the body.

Yvette Guilbert (1865-1943), celebre diseuse fin de siècle, costruisce, anzi, distingue con grande artificio la sua presenza scenica, risentendo pesantemente dell’arte coeva. Valorizzando i propri difetti fisici, elabora un corpo “da manifesto”, rispondendo ai canoni di una silhouette che sfida sempre più i comportamenti quotidiani. Il contributo dispiega il contesto di riferimenti critico-letterari, gli immaginari culturali e le tecniche del corpo che contribuirono alla definizione di quella icastica figura nella continua osmosi tra (auto)rappresentazione e percezione intima del corpo.

La ligne d'Yvette Guilbert. La mise en silhouette comme dispositif de vision et technique de distinction

MEI S
2014-01-01

Abstract

Yvette Guilbert (1865-1943), famous diseuse fin de siècle, distinguishes her very artifact stage presence, heavily influenced by contemporary art. Exploiting her own physical flaws, she develops a body “manifesto”, responding to the canons of a silhouette that increasingly challenge everyday behaviour. The contribution unfolds the context of critical references, literary and cultural imaginations and body techniques that have contributed to the definition of her icon status in a continuous interplay between (self)representations and intimate perception of the body.
2014
Yvette Guilbert (1865-1943), celebre diseuse fin de siècle, costruisce, anzi, distingue con grande artificio la sua presenza scenica, risentendo pesantemente dell’arte coeva. Valorizzando i propri difetti fisici, elabora un corpo “da manifesto”, rispondendo ai canoni di una silhouette che sfida sempre più i comportamenti quotidiani. Il contributo dispiega il contesto di riferimenti critico-letterari, gli immaginari culturali e le tecniche del corpo che contribuirono alla definizione di quella icastica figura nella continua osmosi tra (auto)rappresentazione e percezione intima del corpo.
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