L’articolo discute del concetto di gardening nature elaborato dal sociologo australiano Jens O. Zinn quale programma di ricerca per una sociologia del rischio in grado di riformulare gli approcci da cui dipendono le politiche ambientaliste. In stretto riferimento con la metafora del “giardiniere” di Bauman, la proposta di Zinn è quindi incentrata sull’analisi dell’incertezza, ovvero sulla opportunità di adottare un approccio “modernamente riflessivo”. Poiché per Zinn il concetto postmoderno di natura deve assumere responsabilità diretta nella produzione di ricchezza e nella lotta alle disuguaglianze, è fondamentale che l’ambientalismo consti di stati di benessere (well-being) da perseguire mediante l’integrazione dei sistemi economici, politici e sociali. Di conseguenza, la prevenzione delle fragilità e la promozione di miglioricondizioni di vita dovranno consistere in azioni per: • bilanciare attentamente gli interessi sociali con quelli economici; • individuare strumenti che in tempi relativamente rapidi siano idonei a contrastare effetti tanto sconosciuti quanto pericolosi determinati dal moltiplicarsi degli stati d’incertezza. Propedeutiche all’acquisizione di una nuova consapevolezza, queste azioni potranno concretamente dare vita a interventi politici e di gestione amministrativa se verranno adottati indirizzi per gestire e superare le disuguaglianze e se tali indirizzi daranno vita a nuovi strumenti di comprensione e interpretazione dei processi sociali. Per tali ragioni, l’approfondimento è dedicato ai contratti di fiume, e in particolare a quello Bassa e Madia Valle dell’Ofanto. Afflitta da condizioni di particolare fragilità ambientale, economico e sociale, la valle del fiume Ofanto si presenta come caso particolarmente emblematico per trasformare le vulnerabilità ambientali e le conseguenti condizioni di incertezza sociale in punti di forza, ovvero per dimostrare come percorsi partecipati di apprendimento collettivo possano aprire prospettive interessanti sotto il profilo economico, dell’innovazione sociale e della sostenibilità nei sistemi locali.

Gardening nature: governare le incertezze incrementando il benessere

Fiammetta Fanizza
2020-01-01

Abstract

L’articolo discute del concetto di gardening nature elaborato dal sociologo australiano Jens O. Zinn quale programma di ricerca per una sociologia del rischio in grado di riformulare gli approcci da cui dipendono le politiche ambientaliste. In stretto riferimento con la metafora del “giardiniere” di Bauman, la proposta di Zinn è quindi incentrata sull’analisi dell’incertezza, ovvero sulla opportunità di adottare un approccio “modernamente riflessivo”. Poiché per Zinn il concetto postmoderno di natura deve assumere responsabilità diretta nella produzione di ricchezza e nella lotta alle disuguaglianze, è fondamentale che l’ambientalismo consti di stati di benessere (well-being) da perseguire mediante l’integrazione dei sistemi economici, politici e sociali. Di conseguenza, la prevenzione delle fragilità e la promozione di miglioricondizioni di vita dovranno consistere in azioni per: • bilanciare attentamente gli interessi sociali con quelli economici; • individuare strumenti che in tempi relativamente rapidi siano idonei a contrastare effetti tanto sconosciuti quanto pericolosi determinati dal moltiplicarsi degli stati d’incertezza. Propedeutiche all’acquisizione di una nuova consapevolezza, queste azioni potranno concretamente dare vita a interventi politici e di gestione amministrativa se verranno adottati indirizzi per gestire e superare le disuguaglianze e se tali indirizzi daranno vita a nuovi strumenti di comprensione e interpretazione dei processi sociali. Per tali ragioni, l’approfondimento è dedicato ai contratti di fiume, e in particolare a quello Bassa e Madia Valle dell’Ofanto. Afflitta da condizioni di particolare fragilità ambientale, economico e sociale, la valle del fiume Ofanto si presenta come caso particolarmente emblematico per trasformare le vulnerabilità ambientali e le conseguenti condizioni di incertezza sociale in punti di forza, ovvero per dimostrare come percorsi partecipati di apprendimento collettivo possano aprire prospettive interessanti sotto il profilo economico, dell’innovazione sociale e della sostenibilità nei sistemi locali.
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