Scopo. Exenatide è il nome di un peptide sintetico che ha il 53% di omologia con la sequenza del peptide GLP-1, ed attualmente è approvato per il trattamento del Diabete Mellito tipo 2. Exenatide è un potente agonista del GLP-1R. Li et al. hanno dimostrato che exenatide, in un modello animale di I/R cerebrale riduce dopo 1 ora l’area infartuata del 50%, rispetto ai controlli, e migliora l’outcome a 2 giorni valutato mediante test sulla attività motoria dell’animale1. L’incubazione di neuroni con agonisti del GLP-1R determina una significativa protezione dal danno ipossico come dimostrato da una netta riduzione di concentrazione dell’LDH; inoltre con la attivazione del GLP-1R diminuisce la quota di cellule in apoptosi H2O2-indotta, aumenta la sopravvivenza cellulare, aumenta l’espressione di proteine antiapoptotiche come Bcl-2, Bcl-xL e PI3K, aumenta la produzione di ATP. Scopo del presente studio è stato quello di definire gli effetti del trattamento con Exenatide in termini di stato ossido riduttivo e in termini di bioenergetica mitocondriale in animali sottoposti a ischemia/riperfusione cerebrale acuta mediante legatura bilaterale delle carotidi comuni (2Vessel Occlusion). Materiali e metodi. Sono stati impiegati ratti Wistar maschi, con una età di 9 mesi ed un peso di 250-300gr, stabulati presso l’Istituto Zooprofilattico di Foggia. Gli animali sono stati suddivisi in 3 gruppi: exenatide (Exe), 2VO (2VO) e controlli (CTR). Animali del gruppo Exe: animali randomizzati a Exenatide i.p. 10 μg/kg e sottoposti a ischemia cerebrale un’ora dopo il trattamento; l’ischemia è stata effettuata mediante occlusione bilaterale delle carotidi comuni (2VO) per 20 minuti, seguiti da una fase riperfusiva di ulteriori 20 minuti e sacrificio. Animali del gruppo 2VO, trattati come precedentemente spiegato, sottoposti a iniezione i.p di soluzione fisiologica in luogo di exenatide. Animali del gruppo CTR: animali non trattati. Gli animali sono stati sacrificati mediante overdose di anestetico, decapitati, i cervelli rimossi e preservati in buffer fosfato per le determinazioni mitocondriali a fresco. Risultati. Sono stati impiegati 6 animali per gruppo. Cento minuti dopo la somministrazione di exenatide, si riscontrava un miglioramento dell’indice di controllo respiratorio (ICR) da Complesso I nel gruppo Exe rispetto al gruppo 2VO (t=4,39, p < 0,01) e nessuna differenza significativa rispetto ai controlli (Fig.). Non si sono osservate differenze in termini di consumo di ossigeno da Complesso II per tutti i gruppi sperimentali. Il potenziale di membrana mitocondriale era significativamente ridotto nel gruppo Exe rispetto al gruppo 2VO e CTR (F = 94,04; p < 0,001). La produzione di perossidi è risultata significativamente aumentata da complesso I sia negli 2VO che negli animali trattati con exenatide rispetto ai Controlli (F= 4,65, p < 0,05), tuttavia gli animali del gruppo Exe presentavano una produzione di ROS inferiore a quella degli animali del gruppo 2VO (t= 3,19, p < 0,05). Discussione. L’analisi del ICR mostra che il processo di accoppiamento della respirazione cellulare con la sintesi di ATP è alterato negli animali non trattati rispetto ai controlli e che il trattamento con exenatide si associa un miglior accoppiamento mitocondriale. Inoltre, negli animali trattati il potenziale di membrana è ridotto rispetto ai controlli e questo fornisce una chiave interpretativa dell’effetto protettivo di exenatide: la dissipazione del gradiente protonico (leakage) costituisce un meccanismo di protezione attraverso cui il mitocondrio smaltisce gli elettroni in eccesso, riducendo quindi il potenziale di membrana, e impedendo la formazione di ROS. Tale dato è indirettamente confermato dall’analisi della produzione di perossidi che risulta essere minore per gli animali trattati rispetto ai non trattati.

Meccanismi del danno ed effetti protettivi di exenatide in un modello sperimentale di ischemia/riperfusione cerebrale

M. Lauriola;A. D. Romano;F. Bellanti;C. Capurso;R. Tamborra;G. Serviddio;G. Vendemiale.
2011-01-01

Abstract

Scopo. Exenatide è il nome di un peptide sintetico che ha il 53% di omologia con la sequenza del peptide GLP-1, ed attualmente è approvato per il trattamento del Diabete Mellito tipo 2. Exenatide è un potente agonista del GLP-1R. Li et al. hanno dimostrato che exenatide, in un modello animale di I/R cerebrale riduce dopo 1 ora l’area infartuata del 50%, rispetto ai controlli, e migliora l’outcome a 2 giorni valutato mediante test sulla attività motoria dell’animale1. L’incubazione di neuroni con agonisti del GLP-1R determina una significativa protezione dal danno ipossico come dimostrato da una netta riduzione di concentrazione dell’LDH; inoltre con la attivazione del GLP-1R diminuisce la quota di cellule in apoptosi H2O2-indotta, aumenta la sopravvivenza cellulare, aumenta l’espressione di proteine antiapoptotiche come Bcl-2, Bcl-xL e PI3K, aumenta la produzione di ATP. Scopo del presente studio è stato quello di definire gli effetti del trattamento con Exenatide in termini di stato ossido riduttivo e in termini di bioenergetica mitocondriale in animali sottoposti a ischemia/riperfusione cerebrale acuta mediante legatura bilaterale delle carotidi comuni (2Vessel Occlusion). Materiali e metodi. Sono stati impiegati ratti Wistar maschi, con una età di 9 mesi ed un peso di 250-300gr, stabulati presso l’Istituto Zooprofilattico di Foggia. Gli animali sono stati suddivisi in 3 gruppi: exenatide (Exe), 2VO (2VO) e controlli (CTR). Animali del gruppo Exe: animali randomizzati a Exenatide i.p. 10 μg/kg e sottoposti a ischemia cerebrale un’ora dopo il trattamento; l’ischemia è stata effettuata mediante occlusione bilaterale delle carotidi comuni (2VO) per 20 minuti, seguiti da una fase riperfusiva di ulteriori 20 minuti e sacrificio. Animali del gruppo 2VO, trattati come precedentemente spiegato, sottoposti a iniezione i.p di soluzione fisiologica in luogo di exenatide. Animali del gruppo CTR: animali non trattati. Gli animali sono stati sacrificati mediante overdose di anestetico, decapitati, i cervelli rimossi e preservati in buffer fosfato per le determinazioni mitocondriali a fresco. Risultati. Sono stati impiegati 6 animali per gruppo. Cento minuti dopo la somministrazione di exenatide, si riscontrava un miglioramento dell’indice di controllo respiratorio (ICR) da Complesso I nel gruppo Exe rispetto al gruppo 2VO (t=4,39, p < 0,01) e nessuna differenza significativa rispetto ai controlli (Fig.). Non si sono osservate differenze in termini di consumo di ossigeno da Complesso II per tutti i gruppi sperimentali. Il potenziale di membrana mitocondriale era significativamente ridotto nel gruppo Exe rispetto al gruppo 2VO e CTR (F = 94,04; p < 0,001). La produzione di perossidi è risultata significativamente aumentata da complesso I sia negli 2VO che negli animali trattati con exenatide rispetto ai Controlli (F= 4,65, p < 0,05), tuttavia gli animali del gruppo Exe presentavano una produzione di ROS inferiore a quella degli animali del gruppo 2VO (t= 3,19, p < 0,05). Discussione. L’analisi del ICR mostra che il processo di accoppiamento della respirazione cellulare con la sintesi di ATP è alterato negli animali non trattati rispetto ai controlli e che il trattamento con exenatide si associa un miglior accoppiamento mitocondriale. Inoltre, negli animali trattati il potenziale di membrana è ridotto rispetto ai controlli e questo fornisce una chiave interpretativa dell’effetto protettivo di exenatide: la dissipazione del gradiente protonico (leakage) costituisce un meccanismo di protezione attraverso cui il mitocondrio smaltisce gli elettroni in eccesso, riducendo quindi il potenziale di membrana, e impedendo la formazione di ROS. Tale dato è indirettamente confermato dall’analisi della produzione di perossidi che risulta essere minore per gli animali trattati rispetto ai non trattati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/371591
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