To date, a definition of that bunch of studies called antiquarian is incomplete, both on an epistemological level and on an historiographical one. Particularly, for the Modern Age the event of an antiquarian praxis’ extraordinary spread during the XVIII century has yet to be supplemented by local studies’ contributions. Along with the other sectors of Italian antiquary, the Kingdom of Naples’ one consists of a dense substrate of provincial erudition waiting to be recovered. At the same time, the investigation of the local antiquarian practices helps to bring out the contribution of this kind of studies to the development of ancient landscape concept. Within this perspective, after a necessary introductory framework on historiographical addresses appeared around the idea of antiquary and on the specificities of eighteenth-century Neapolitan erudition, there will be an analytical survey of the work of three Apulian antiquarians: Natale Maria Cimaglia (1735-1799), Emmanuele Mola (1743- 1811) and Domenico Forges Davanzati (1742-1810). Through their writings we will define the advancements locally achieved by the antiquarian discipline, as for methods and aims. Particular attention will be given to their collection of material evidence which have helped to establish varied portrayals of local ancient landscapes. Moving within the traditional chorographic genre, these descriptions, along with usual laudatory purposes, took increasingly on scientific nature or were aligned to a philosophical quest for truth.

La definizione del complesso di studi che chiamiamo antiquari è ad oggi incompiuta sia sul piano epistemologico che su quello storiografico. Per l’età moderna, in particolar modo, il fenomeno dell’eccezionale diffusione della prassi antiquaria nel XVIII secolo deve essere ancora ampiamente integrato dagli apporti provenienti dagli studi locali. Insieme agli altri settori dell’antiquaria italiana, quello del Regno di Napoli si compone di un fitto sostrato di erudizione provinciale che attende di essere recuperato. Nel contempo, l’indagine sulle locali pratiche antiquarie consente di far emergere il contributo dato da questo genere di studi alla formazione del concetto di paesaggio antico. Entro questa prospettiva, dopo un necessario quadro introduttivo sugli indirizzi storiografici sorti attorno all’idea di antiquaria e sulle specificità dell’erudizione napoletana settecentesca, si svolgerà una ricognizione analitica dell’opera di tre antiquari pugliesi: Natale Maria Cimaglia (1735-1799), Emmanuele Mola (1743-1811) e Domenico Forges Davanzati (1742-1810). Attraverso i loro scritti si definiranno gli avanzamenti raggiunti localmente dalla disciplina antiquaria, quanto a metodi e finalità. Di essi si darà particolare rilievo alle operazioni di raccolta delle testimonianze materiali, che hanno contribuito a fissare diversificate immagini dei paesaggi antichi locali. Muovendo entro il tradizionale genere corografico, tali descrizioni, accanto alle consuete finalità celebrative, assunsero sempre maggiore carattere scientifico o si allinearono a una filosofica ricerca del vero.

Gli studi antiquari del Settecento in Puglia e lo sviluppo del concetto di paesaggio antico / Lorusso, FRANCESCO GUIDO. - (2017). [10.14274/lorusso-francesco-guido_phd2017]

Gli studi antiquari del Settecento in Puglia e lo sviluppo del concetto di paesaggio antico

LORUSSO, FRANCESCO GUIDO
2017-01-01

Abstract

To date, a definition of that bunch of studies called antiquarian is incomplete, both on an epistemological level and on an historiographical one. Particularly, for the Modern Age the event of an antiquarian praxis’ extraordinary spread during the XVIII century has yet to be supplemented by local studies’ contributions. Along with the other sectors of Italian antiquary, the Kingdom of Naples’ one consists of a dense substrate of provincial erudition waiting to be recovered. At the same time, the investigation of the local antiquarian practices helps to bring out the contribution of this kind of studies to the development of ancient landscape concept. Within this perspective, after a necessary introductory framework on historiographical addresses appeared around the idea of antiquary and on the specificities of eighteenth-century Neapolitan erudition, there will be an analytical survey of the work of three Apulian antiquarians: Natale Maria Cimaglia (1735-1799), Emmanuele Mola (1743- 1811) and Domenico Forges Davanzati (1742-1810). Through their writings we will define the advancements locally achieved by the antiquarian discipline, as for methods and aims. Particular attention will be given to their collection of material evidence which have helped to establish varied portrayals of local ancient landscapes. Moving within the traditional chorographic genre, these descriptions, along with usual laudatory purposes, took increasingly on scientific nature or were aligned to a philosophical quest for truth.
2017
La definizione del complesso di studi che chiamiamo antiquari è ad oggi incompiuta sia sul piano epistemologico che su quello storiografico. Per l’età moderna, in particolar modo, il fenomeno dell’eccezionale diffusione della prassi antiquaria nel XVIII secolo deve essere ancora ampiamente integrato dagli apporti provenienti dagli studi locali. Insieme agli altri settori dell’antiquaria italiana, quello del Regno di Napoli si compone di un fitto sostrato di erudizione provinciale che attende di essere recuperato. Nel contempo, l’indagine sulle locali pratiche antiquarie consente di far emergere il contributo dato da questo genere di studi alla formazione del concetto di paesaggio antico. Entro questa prospettiva, dopo un necessario quadro introduttivo sugli indirizzi storiografici sorti attorno all’idea di antiquaria e sulle specificità dell’erudizione napoletana settecentesca, si svolgerà una ricognizione analitica dell’opera di tre antiquari pugliesi: Natale Maria Cimaglia (1735-1799), Emmanuele Mola (1743-1811) e Domenico Forges Davanzati (1742-1810). Attraverso i loro scritti si definiranno gli avanzamenti raggiunti localmente dalla disciplina antiquaria, quanto a metodi e finalità. Di essi si darà particolare rilievo alle operazioni di raccolta delle testimonianze materiali, che hanno contribuito a fissare diversificate immagini dei paesaggi antichi locali. Muovendo entro il tradizionale genere corografico, tali descrizioni, accanto alle consuete finalità celebrative, assunsero sempre maggiore carattere scientifico o si allinearono a una filosofica ricerca del vero.
Antiquaria, paesaggio antico, Puglia, Settecento, Regno di Napoli, antiquary, ancient landscape, Apulia, Eighteenth century, Kingdom of Naples
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