Water service: the public stock company and territorial effects. The case of Apulia aqueduct. – In the text we deal with the issue of merit good managed by private law institutions and the risks connected to the dependence of users’ access on profitability. In regard to this, we have chosen water because it is a symbolic and vital common good and the Apulia aqueduct because it is managed by a stock company totally owned by the public. We have observed the annual growth of, both, profit and tariffs, as well as an important reduction of labour costs. The water access is dependent on the tariffs and a sum not connected with consumption levels, as well as income and cadastral conditions. This produces socio-spatial injustice and socioeconomic inequality. For users with payments in arrears there is a discontinuation of services without assurance of the vital minimum quantity. Therefore, the human right to water is not guaranteed and the water service’s social function (primarily to support food and health) is dependent on the users’ economic capacity. Moreover, we have observed the lack of citizen participation, in addition to the ineffectiveness of environmental policies and sustainability’s rhetoric. So, we can affirm that the public stock company is not able to guarantee the human right to water or the placement of water supply as a priority to actuate its social function. On the other hand,public law institutions are also insufficient assurance to the human right to water. In regard to this, there are very interesting propositions that could be part of the transition towards the paradigm change. The latter is unavoidable in order to realise a radical system conversion where water and other vital common human rights,as well as the guarantee of their social and ecological functions, become reference values for the resources governance.

Nel testo si affronta il tema dei beni meritori gestiti con forme giuridiche di diritto privato e dei rischi connessi alla subordinazione dell’accessibilità degli utenti alle logiche del profitto. Al riguardo, è stata scelta l’acqua poiché bene vitale per eccellenza e l’Acquedotto pugliese poiché società per azioni a intero capitale pubblico. Dallo studio emerge la crescita degli utili a fronte di un aumento annuo delle tariffe e una contrazione significativa dei costi del lavoro. L’accesso alla risorsa è dipendente dal pagamento della tariffa e di una quota fissa che, svincolata dal consumo e dalle condizioni reddituali e catastali, genera ingiustizia socio-spaziale e disuguaglianze socio-economiche. In caso di morosità si procede al distacco della fornitura senza assicurare il minimo vitale. Pertanto, il diritto umano all’acqua non è garantito e la funzione sociale del servizio idrico (in primis alimentare e igienico-sanitaria) è subordinata alla capacità economica degli utenti. A questo si aggiunge: assenza di meccanismi di partecipazione della cittadinanza, inefficacia strutturale dellepolitiche ambientali e retorica della sostenibilità. Da quanto esposto si ricava, dunque, che la SpA in house non è una forma di gestione capace di assicurare il diritto umano all’acqua e il primato della sua funzione sociale. Del resto, anche le forme di diritto pubblico non sono sufficienti a tale scopo. Al riguardo, emergono diverse proposte che potrebbero costituire parte della transizione verso l’ineludibile cambio di paradigma che richiede una conversione radicale del sistema, in cui il diritto umano all’acqua e agli altri beni essenziali alla vita, nonché la garanzia della loro funzione sociale ed ecologica, diventino valori di riferimento per il governo della risorse.

Servizio idrico integrato: forme di gestione ed effetti territoriali. Il caso dell’Acquedotto pugliese, SpA in house

CIERVO, MARGHERITA
2017-01-01

Abstract

Water service: the public stock company and territorial effects. The case of Apulia aqueduct. – In the text we deal with the issue of merit good managed by private law institutions and the risks connected to the dependence of users’ access on profitability. In regard to this, we have chosen water because it is a symbolic and vital common good and the Apulia aqueduct because it is managed by a stock company totally owned by the public. We have observed the annual growth of, both, profit and tariffs, as well as an important reduction of labour costs. The water access is dependent on the tariffs and a sum not connected with consumption levels, as well as income and cadastral conditions. This produces socio-spatial injustice and socioeconomic inequality. For users with payments in arrears there is a discontinuation of services without assurance of the vital minimum quantity. Therefore, the human right to water is not guaranteed and the water service’s social function (primarily to support food and health) is dependent on the users’ economic capacity. Moreover, we have observed the lack of citizen participation, in addition to the ineffectiveness of environmental policies and sustainability’s rhetoric. So, we can affirm that the public stock company is not able to guarantee the human right to water or the placement of water supply as a priority to actuate its social function. On the other hand,public law institutions are also insufficient assurance to the human right to water. In regard to this, there are very interesting propositions that could be part of the transition towards the paradigm change. The latter is unavoidable in order to realise a radical system conversion where water and other vital common human rights,as well as the guarantee of their social and ecological functions, become reference values for the resources governance.
2017
Nel testo si affronta il tema dei beni meritori gestiti con forme giuridiche di diritto privato e dei rischi connessi alla subordinazione dell’accessibilità degli utenti alle logiche del profitto. Al riguardo, è stata scelta l’acqua poiché bene vitale per eccellenza e l’Acquedotto pugliese poiché società per azioni a intero capitale pubblico. Dallo studio emerge la crescita degli utili a fronte di un aumento annuo delle tariffe e una contrazione significativa dei costi del lavoro. L’accesso alla risorsa è dipendente dal pagamento della tariffa e di una quota fissa che, svincolata dal consumo e dalle condizioni reddituali e catastali, genera ingiustizia socio-spaziale e disuguaglianze socio-economiche. In caso di morosità si procede al distacco della fornitura senza assicurare il minimo vitale. Pertanto, il diritto umano all’acqua non è garantito e la funzione sociale del servizio idrico (in primis alimentare e igienico-sanitaria) è subordinata alla capacità economica degli utenti. A questo si aggiunge: assenza di meccanismi di partecipazione della cittadinanza, inefficacia strutturale dellepolitiche ambientali e retorica della sostenibilità. Da quanto esposto si ricava, dunque, che la SpA in house non è una forma di gestione capace di assicurare il diritto umano all’acqua e il primato della sua funzione sociale. Del resto, anche le forme di diritto pubblico non sono sufficienti a tale scopo. Al riguardo, emergono diverse proposte che potrebbero costituire parte della transizione verso l’ineludibile cambio di paradigma che richiede una conversione radicale del sistema, in cui il diritto umano all’acqua e agli altri beni essenziali alla vita, nonché la garanzia della loro funzione sociale ed ecologica, diventino valori di riferimento per il governo della risorse.
Service en eau : la société par actions publiques et les effets territoriaux. Le cas de l’aqueduc des Pouilles. – Le texte présente la thématique des biens tutélaires gérés par les institutions de droit privé, ainsi que des risques liés à la subordination du droit d’accès à l’eau aux forces du marché. À cet égard, nous avons choisi l’eau comme bien vital symbolique et l’aqueduc des Pouilles comme exemple de société par actions détenues à 100% par le public. Nous avons observé l’augmentation annuelle soit des profits, soit des tarifs, associée à la réduction des coûts du travail. L’accès à la ressource est subordonné au paiement des tarifs et d’une somme forfaitaire non liée au niveau de consommation, des revenus ou des conditions cadastrales. Cette situation produit une injustice socio-spatiale et des inégalités sur le plan socio-économique. Dans le cas de défaut de paiement la fourniture est interrompue sans que la quantité minimum vitale d’eau soit assurée. Ainsi, le droit humain à l’eau n’est pas garanti et la fonction sociale du service en eau (premièrement alimentaire et sanitaire) est subordonnée au pouvoir d’achat des usagers. De plus, nous avons observé l’absence de mécanismes de participation des citoyens, ainsi que l’inefficacité des politiques environnementales et de la rhétorique de durabilité. Nous pouvons donc affirmer que la société par actions publiques n’est pas un organe juridique capable d’assurer ni le droit humain à l’eau ni la primauté de sa fonction sociale. D’autre part, même les institutions juridiques publiques ne peuvent pas garantir ce droit. À ce sujet, il existe différentes propositions qui pourraient faire partie d’une transition vers un nouveau paradigme. Cette évolution sera inévitable si le but est de réaliser une conversion radicale du système, où l’accès à l’eau et d’autres droits humains vitaux, ainsi que la garantie de leur fonction sociale et écologique, deviennent des valeurs de référence dans la gouvernance des ressources.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/359941
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