Il saggio analizza le dinamiche insediative della Puglia settentrionale fra X e XIII sec. sulla base delle informazioni archeologiche. Per il X e la prima metà XI sec. si colgono tracce seppure ancora embrionali di processi di accentramento demico, rivolti a un pien recupero dello sfruttamento agricolo della piana del Tavoliere. Segnali in questo senso sono percepibili nella ricomposizione di un mosaico di nuclei abitativi non fortificati rintracciati nella bassa valle del Fortore e nella ripresa di utilizzo degli areali di stanziamenti di età romana quali Herdonia e Salapia. Lo scavo del sito di Vaccarizza ha individuato una frequentazione di ambito bizantino strutturata in forma di cittadella I processi insediativi di questo scorcio cronologico sono legati ad esigenze di carattere militare in un territorio di frontiera, ma anche all’azione di differenti attori quali alcuni potenti monasteri e il notabilato longobardo e bizantino, tesi tutte ad incrementare le rese produttive delle campagne daune. Dalla fine del XI sec., a seguito della conquista normanna, si assistette alla formazione e al progressivo consolidamento di nuovi potentati che instradarono le forme del popolamento e del controllo territoriale verso logiche di tipo signorile privato: frutto di questo indirizzo fu la diffusione nel paesaggi di nuovi castra e casalia. In particolare in questa fase si delineò la tipologia insediativa del nucleo rurale recintato ovvero del borgo fortificato collegato a un rocca signorile. Le conformazioni orografiche, le preesistenze romane e bizantine influenzarono le varianti topografiche dei siti, murati o protetti da terrapieni e fossati, o da apprestamenti accostabili al tipo della motta. Il nucleo castrense si configurò come elemento militare, spesso anche residenziale, e di controllo sociale anche sugli interi abitati, come strumento di potere e dominio territoriale, caricato di valenze simboliche. Gli insediamenti dunque si connotano per una distinzione topografica e architettonica netta fra zone signorili e settori della popolazione assoggettata, mentre altri indicatori materiali prefigurano, almeno ipoteticamente la presenza di fasce sociali articolate. Le configuraziomni topografiche dei siti tendono talora a una certa regolarità di disposizione, con frequenti fenomeni di espansione suburbana spesso legata allo sviluppo della cerealicoltura, risorsa primaria del territorio, ed al sistema di conservazione dei cereali in silos interrati. L’età sveva, sulla scia della politica di Ruggero II, segnò una forte spinta accentratrice sul controllo dei castelli; in conseguenza dell’avocazione al demanio di molte fortificazioni, integrate da un sistema di masserie regie, già sul finire del XIII sec., si avviò un processo di selezione nel ruolo, nella funzione e nella stessa sopravvivenza degli insediamenti castrali e rurali, con una riformulazione del paesaggio insediativo ed anche agrario.

Dalla frontiera del Catepanato alla “Magna Capitana”: evoluzione dei poteri e modellazione dei quadri insediativi e rurali nel paesaggio della Puglia settentrionale fra X e XIII sec

FAVIA, PASQUALE
2010-01-01

Abstract

Il saggio analizza le dinamiche insediative della Puglia settentrionale fra X e XIII sec. sulla base delle informazioni archeologiche. Per il X e la prima metà XI sec. si colgono tracce seppure ancora embrionali di processi di accentramento demico, rivolti a un pien recupero dello sfruttamento agricolo della piana del Tavoliere. Segnali in questo senso sono percepibili nella ricomposizione di un mosaico di nuclei abitativi non fortificati rintracciati nella bassa valle del Fortore e nella ripresa di utilizzo degli areali di stanziamenti di età romana quali Herdonia e Salapia. Lo scavo del sito di Vaccarizza ha individuato una frequentazione di ambito bizantino strutturata in forma di cittadella I processi insediativi di questo scorcio cronologico sono legati ad esigenze di carattere militare in un territorio di frontiera, ma anche all’azione di differenti attori quali alcuni potenti monasteri e il notabilato longobardo e bizantino, tesi tutte ad incrementare le rese produttive delle campagne daune. Dalla fine del XI sec., a seguito della conquista normanna, si assistette alla formazione e al progressivo consolidamento di nuovi potentati che instradarono le forme del popolamento e del controllo territoriale verso logiche di tipo signorile privato: frutto di questo indirizzo fu la diffusione nel paesaggi di nuovi castra e casalia. In particolare in questa fase si delineò la tipologia insediativa del nucleo rurale recintato ovvero del borgo fortificato collegato a un rocca signorile. Le conformazioni orografiche, le preesistenze romane e bizantine influenzarono le varianti topografiche dei siti, murati o protetti da terrapieni e fossati, o da apprestamenti accostabili al tipo della motta. Il nucleo castrense si configurò come elemento militare, spesso anche residenziale, e di controllo sociale anche sugli interi abitati, come strumento di potere e dominio territoriale, caricato di valenze simboliche. Gli insediamenti dunque si connotano per una distinzione topografica e architettonica netta fra zone signorili e settori della popolazione assoggettata, mentre altri indicatori materiali prefigurano, almeno ipoteticamente la presenza di fasce sociali articolate. Le configuraziomni topografiche dei siti tendono talora a una certa regolarità di disposizione, con frequenti fenomeni di espansione suburbana spesso legata allo sviluppo della cerealicoltura, risorsa primaria del territorio, ed al sistema di conservazione dei cereali in silos interrati. L’età sveva, sulla scia della politica di Ruggero II, segnò una forte spinta accentratrice sul controllo dei castelli; in conseguenza dell’avocazione al demanio di molte fortificazioni, integrate da un sistema di masserie regie, già sul finire del XIII sec., si avviò un processo di selezione nel ruolo, nella funzione e nella stessa sopravvivenza degli insediamenti castrali e rurali, con una riformulazione del paesaggio insediativo ed anche agrario.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/35910
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact