This research is part of that area of study that includes the examination report, the complex and controversial comparison between our species and the rest of creation. It moves from the analysis of traditional western thought, that affirms the centrality of man--anthropocentrism. This model serves as a bias against other life forms, that doesn't recognize the value inherent in each, that is the value that goes beyond the benefit that can be drawn from their exploitation, and legitimizes a modus operandi that borders the existing exclusive satisfaction of human interests, which then become substantial repercussions on the environment and non human entities. Faced with such a state, a change in our perception of the natural and proper assessment of the consequences of our actions no longer seems to be a choice, but rather a need, and not just to protect our lives, but the state of the entire planet and future generations. To counter this threat to the world is urgent, undoubtedly, a liberation from the cultural model that reigns unchallenged in our society, and that prevents us from planning our lives in harmony with the natural world. One of our biggest challenges at the dawn of the twenty-first century is therefore to promote a new cultural orientation that can foster a deeper and broader relationship with the natural reality, and give a more concrete image of the animal model in order to generate a sense of communality and affinity of our species with other living creatures.

Il lavoro di ricerca si inserisce in quell’ambito di studi che prende a disamina il rapporto, complesso e controverso, tra la nostra specie e il resto del creato. Esso muove dall’analisi della visione del mondo nella tradizione del pensiero occidentale, che matura all’interno di un paradigma culturale legato a un assioma affermante la centralità dell’uomo nell’universo: l’antropocentrismo. Questo modello funge da pregiudizio contro le altre forme di vita, nei confronti delle quali non viene riconosciuto il valore intrinseco di cui sono dotate, ovvero di quel valore che esula dal vantaggio che si può trarre dal loro sfruttamento, e legittima un modus operandi che confina l’esistente all’esclusivo soddisfacimento degli interessi umani, originando in tal modo ingenti ripercussioni sull’ambiente e sugli enti non umani. Dinanzi a un siffatto stato di cose, un mutamento nella nostra percezione del naturale e un’adeguata valutazione delle conseguenze delle nostre azioni, non sembrano più rappresentare una possibilità di scelta, ma piuttosto un’esigenza, e non solo per salvaguardare la nostra vita ma quella dell’intero pianeta e delle generazioni future. Per contrastare questa minaccia che incombe sul mondo urge, indubbiamente, un affrancamento dal modello culturale che impera incontrastato nelle nostre società e che ci impedisce di progettare la nostra vita in armonia con un mondo naturale. Una delle nostre maggiori sfide agli albori del XXI secolo è dunque quella di promuovere un nuovo orientamento culturale che possa favorire un rapporto più ampio e articolato con le realtà naturali, e restituire un’immagine più concreta del modello animale al fine di generare un senso di coappartenenza e affinità della nostra specie con le altre creature viventi.

Uomo, natura e animali non-umani nella tradizione del pensiero occidentale: nuove prospettive etico-pedagogiche / Ognibene, MARIA NICLA ELENA. - (2016 Jun 13). [10.14274/UNIFG/FAIR/351676]

Uomo, natura e animali non-umani nella tradizione del pensiero occidentale: nuove prospettive etico-pedagogiche

OGNIBENE, MARIA NICLA ELENA
2016-06-13

Abstract

This research is part of that area of study that includes the examination report, the complex and controversial comparison between our species and the rest of creation. It moves from the analysis of traditional western thought, that affirms the centrality of man--anthropocentrism. This model serves as a bias against other life forms, that doesn't recognize the value inherent in each, that is the value that goes beyond the benefit that can be drawn from their exploitation, and legitimizes a modus operandi that borders the existing exclusive satisfaction of human interests, which then become substantial repercussions on the environment and non human entities. Faced with such a state, a change in our perception of the natural and proper assessment of the consequences of our actions no longer seems to be a choice, but rather a need, and not just to protect our lives, but the state of the entire planet and future generations. To counter this threat to the world is urgent, undoubtedly, a liberation from the cultural model that reigns unchallenged in our society, and that prevents us from planning our lives in harmony with the natural world. One of our biggest challenges at the dawn of the twenty-first century is therefore to promote a new cultural orientation that can foster a deeper and broader relationship with the natural reality, and give a more concrete image of the animal model in order to generate a sense of communality and affinity of our species with other living creatures.
13-giu-2016
Il lavoro di ricerca si inserisce in quell’ambito di studi che prende a disamina il rapporto, complesso e controverso, tra la nostra specie e il resto del creato. Esso muove dall’analisi della visione del mondo nella tradizione del pensiero occidentale, che matura all’interno di un paradigma culturale legato a un assioma affermante la centralità dell’uomo nell’universo: l’antropocentrismo. Questo modello funge da pregiudizio contro le altre forme di vita, nei confronti delle quali non viene riconosciuto il valore intrinseco di cui sono dotate, ovvero di quel valore che esula dal vantaggio che si può trarre dal loro sfruttamento, e legittima un modus operandi che confina l’esistente all’esclusivo soddisfacimento degli interessi umani, originando in tal modo ingenti ripercussioni sull’ambiente e sugli enti non umani. Dinanzi a un siffatto stato di cose, un mutamento nella nostra percezione del naturale e un’adeguata valutazione delle conseguenze delle nostre azioni, non sembrano più rappresentare una possibilità di scelta, ma piuttosto un’esigenza, e non solo per salvaguardare la nostra vita ma quella dell’intero pianeta e delle generazioni future. Per contrastare questa minaccia che incombe sul mondo urge, indubbiamente, un affrancamento dal modello culturale che impera incontrastato nelle nostre società e che ci impedisce di progettare la nostra vita in armonia con un mondo naturale. Una delle nostre maggiori sfide agli albori del XXI secolo è dunque quella di promuovere un nuovo orientamento culturale che possa favorire un rapporto più ampio e articolato con le realtà naturali, e restituire un’immagine più concreta del modello animale al fine di generare un senso di coappartenenza e affinità della nostra specie con le altre creature viventi.
UOMO-NATURA, UOMO-ANIMALE, ETICA, EDUCAZIONE, ZOOANTROPOLOGIA HUMAN-NATURE, HUMAN-ANIMAL, ETHICS, EDUCATION, ZOOANTHROPOLOGY
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