La tematica oggetto della presente ricerca nasce da differenti fattori relazionati tra di loro. In primo luogo la considerazione secondo cui l’educazione formale attuale, ovvero l’educazione scolastica, mostra diversi aspetti critici rispetto al modello di formazione che propone, tra cui la gestione dei saperi propri dell’offerta formativa e la sua struttura, entrambe più orientate alla trasmissione di contenuti e meno alla cura di una corretta crescita integrale e armonica dei soggetti in formazione. A partire da queste considerazioni, oramai diffuse tra le famiglie di nuova generazione, aumenta il numero di genitori che scelgono percorsi alternativi alla scuola tradizionale per l’educazione dei propri figli e figlie. In base a questa panoramica è importante considerare i nuovi bisogni educativi e le nuove realtà formative sempre più presenti nei territori europei. In tale contesto di innovazione o di riscoperta di idee educative messe da parte dall’imponenza dell’istituzione scolastica è necessario analizzare quanto e come tali realtà educative alternative lavorino anche in prospettiva di un’educazione rivolta alla valorizzazione delle differenze di sesso e alla tutela del sesso femminile. Ancora oggi infatti si riscontra l’urgenza, in primo luogo educativa, di tutelare e salvaguardare una sana crescita delle bambine, ragazze e giovani, soggette a un rischio maggiore di discriminazione a causa della loro appartenenza sessuale. Il genere femminile storicamente ha incontrato nell’educazione la via per potersi emancipare e “liberare” da limiti, vecchie idee sociali e da stereotipi propri della cultura di appartenenza, connessi all’appartenenza sessuale e di genere. La scuola pubblica ha avuto un ruolo fondamentale ai fini di un cambiamento sociale in gran parte del mondo. L’analisi socio-educativa, nel secolo XXI, ha evidenziato come questo strumento liberatore sia stato però strumentalizzato per fini economici, culturali e politici, specialmente in relazione all’educazione femminile. In molti casi, infatti, l’educazione formale consolida gli stereotipi legati al sesso e al genere femminile, proponendo una formazione basata ancora su idee e discipline di impronta patriarcale. La ricerca, dal titolo “La Libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee”, svolta in un regime di cotutela tra l’Università di Foggia (Italia) e l’Università di Barcellona (Spagna), e contestualizzata, per quanto riguarda l’analisi dei processi educativo-formativi spagnoli, principalmente nel territorio della Catalogna, prende in considerazione come cornice teorica l’Educazione Libera, cercando di andare più in là degli studi sino ad oggi realizzati e focalizzandosi a livello epistemologico sulla Libertà femminile in Educazione. Alla base di tale scelta vi è la considerazione della presenza, nella nostra società, di un dualismo, relazionato principalmente all’educazione femminile, tra Essere e Dover essere; un dualismo culturale in cui le bambine, le ragazze e le giovani donne sono ancora rinchiuse e in cui i modelli patriarcali di formazione e di educazione limitano il genere femminile nella sua espressione creativa e libera. In tal senso la ricerca è stata orientata in direzione della ricerca dei diversi modelli, forme e idee educative, presenti nei movimenti di Educazione Libera di ogni periodo storico, che hanno preso in considerazione l’educazione femminile in termini di valorizzazione dell’essere femminile, superando gli schemi educativi patriarcali e lavorando per la formazione di un pensiero critico e per la costruzione di un saper essere, prima che di un saper fare, con l’obiettivo di educare le ragazze alla consapevolezza di essere differenti, garantendo a se stesse il diritto di poter godere delle stesse opportunità di sviluppo e di crescita del genere maschile, ovvero di esprimere le proprie opinioni senza sentimenti di colpa o di inadeguatezza. Oltre alla motivazione dettata dall’analisi socio-educativa, il tema scelto come oggetto di riflessione è legato al mio percorso personale e professionale, come educatrice diretta di bambini e bambine, come donna e pedagogista, con una sensibilità particolare verso la discriminazione femminile, la violenza contro le donne e anche verso la ricerca continua di nuovi modelli e buone pratiche di educazione alternativa, aperta alle differenze di sesso e alla Libertà femminile.
La libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee / Bosna, VALERIA VITTORIA AURORA. - (2016 Jun 13). [10.14274/UNIFG/FAIR/351307]
La libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee
BOSNA, VALERIA VITTORIA AURORA
2016-06-13
Abstract
La tematica oggetto della presente ricerca nasce da differenti fattori relazionati tra di loro. In primo luogo la considerazione secondo cui l’educazione formale attuale, ovvero l’educazione scolastica, mostra diversi aspetti critici rispetto al modello di formazione che propone, tra cui la gestione dei saperi propri dell’offerta formativa e la sua struttura, entrambe più orientate alla trasmissione di contenuti e meno alla cura di una corretta crescita integrale e armonica dei soggetti in formazione. A partire da queste considerazioni, oramai diffuse tra le famiglie di nuova generazione, aumenta il numero di genitori che scelgono percorsi alternativi alla scuola tradizionale per l’educazione dei propri figli e figlie. In base a questa panoramica è importante considerare i nuovi bisogni educativi e le nuove realtà formative sempre più presenti nei territori europei. In tale contesto di innovazione o di riscoperta di idee educative messe da parte dall’imponenza dell’istituzione scolastica è necessario analizzare quanto e come tali realtà educative alternative lavorino anche in prospettiva di un’educazione rivolta alla valorizzazione delle differenze di sesso e alla tutela del sesso femminile. Ancora oggi infatti si riscontra l’urgenza, in primo luogo educativa, di tutelare e salvaguardare una sana crescita delle bambine, ragazze e giovani, soggette a un rischio maggiore di discriminazione a causa della loro appartenenza sessuale. Il genere femminile storicamente ha incontrato nell’educazione la via per potersi emancipare e “liberare” da limiti, vecchie idee sociali e da stereotipi propri della cultura di appartenenza, connessi all’appartenenza sessuale e di genere. La scuola pubblica ha avuto un ruolo fondamentale ai fini di un cambiamento sociale in gran parte del mondo. L’analisi socio-educativa, nel secolo XXI, ha evidenziato come questo strumento liberatore sia stato però strumentalizzato per fini economici, culturali e politici, specialmente in relazione all’educazione femminile. In molti casi, infatti, l’educazione formale consolida gli stereotipi legati al sesso e al genere femminile, proponendo una formazione basata ancora su idee e discipline di impronta patriarcale. La ricerca, dal titolo “La Libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee”, svolta in un regime di cotutela tra l’Università di Foggia (Italia) e l’Università di Barcellona (Spagna), e contestualizzata, per quanto riguarda l’analisi dei processi educativo-formativi spagnoli, principalmente nel territorio della Catalogna, prende in considerazione come cornice teorica l’Educazione Libera, cercando di andare più in là degli studi sino ad oggi realizzati e focalizzandosi a livello epistemologico sulla Libertà femminile in Educazione. Alla base di tale scelta vi è la considerazione della presenza, nella nostra società, di un dualismo, relazionato principalmente all’educazione femminile, tra Essere e Dover essere; un dualismo culturale in cui le bambine, le ragazze e le giovani donne sono ancora rinchiuse e in cui i modelli patriarcali di formazione e di educazione limitano il genere femminile nella sua espressione creativa e libera. In tal senso la ricerca è stata orientata in direzione della ricerca dei diversi modelli, forme e idee educative, presenti nei movimenti di Educazione Libera di ogni periodo storico, che hanno preso in considerazione l’educazione femminile in termini di valorizzazione dell’essere femminile, superando gli schemi educativi patriarcali e lavorando per la formazione di un pensiero critico e per la costruzione di un saper essere, prima che di un saper fare, con l’obiettivo di educare le ragazze alla consapevolezza di essere differenti, garantendo a se stesse il diritto di poter godere delle stesse opportunità di sviluppo e di crescita del genere maschile, ovvero di esprimere le proprie opinioni senza sentimenti di colpa o di inadeguatezza. Oltre alla motivazione dettata dall’analisi socio-educativa, il tema scelto come oggetto di riflessione è legato al mio percorso personale e professionale, come educatrice diretta di bambini e bambine, come donna e pedagogista, con una sensibilità particolare verso la discriminazione femminile, la violenza contro le donne e anche verso la ricerca continua di nuovi modelli e buone pratiche di educazione alternativa, aperta alle differenze di sesso e alla Libertà femminile.File | Dimensione | Formato | |
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