Il ricorso alla manodopera forzata, quale forma sistematica di violazione dei diritti fondamentali della persona, caratterizza un numero crescente di attività di impresa tanto delocalizzate all’estero, quanto operanti sul territorio nazionale. Gli strumenti di contrasto al fenomeno sono tradizionalmente ascritti alle maglie del diritto pubblico, ma la complessità del medesimo impone un’indagine su più livelli che ricomprenda anche le relazioni interprivatistiche. Un primo segmento riguarda il piano della concorrenza ed attiene alle conseguenze derivanti dall’illecito vantaggio competitivo conseguito da un’impresa sleale nei confronti delle concorrenti virtuose. Un secondo segmento, qui analizzato, si snoda invece nell’alveo dei rapporti fra impresa e consumatori e attiene alla possibilità che costoro possano esercitare la pretesa ad una corretta informazione sulle modalità di produzione dei beni di cui sono destinatari. La falsa o carente informativa circa il ricorso al forced labour, nelle sue molteplici sfaccettature, potrebbe essere valutata in termini di pratica commerciale scorretta ed in particolare di azione ingannevole, corroborando l’attuale tendenza al diretto coinvolgimento del consumatore nelle dinamiche di mercato.
Pratiche commerciali scorrette e forced labour
ADDANTE, ADRIANA
2016-01-01
Abstract
Il ricorso alla manodopera forzata, quale forma sistematica di violazione dei diritti fondamentali della persona, caratterizza un numero crescente di attività di impresa tanto delocalizzate all’estero, quanto operanti sul territorio nazionale. Gli strumenti di contrasto al fenomeno sono tradizionalmente ascritti alle maglie del diritto pubblico, ma la complessità del medesimo impone un’indagine su più livelli che ricomprenda anche le relazioni interprivatistiche. Un primo segmento riguarda il piano della concorrenza ed attiene alle conseguenze derivanti dall’illecito vantaggio competitivo conseguito da un’impresa sleale nei confronti delle concorrenti virtuose. Un secondo segmento, qui analizzato, si snoda invece nell’alveo dei rapporti fra impresa e consumatori e attiene alla possibilità che costoro possano esercitare la pretesa ad una corretta informazione sulle modalità di produzione dei beni di cui sono destinatari. La falsa o carente informativa circa il ricorso al forced labour, nelle sue molteplici sfaccettature, potrebbe essere valutata in termini di pratica commerciale scorretta ed in particolare di azione ingannevole, corroborando l’attuale tendenza al diretto coinvolgimento del consumatore nelle dinamiche di mercato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.