Per aprire una riflessione intorno ai caratteri culturali che definiscono le specificità identitarie degli abitanti di un luogo, l’analisi delle forme di relazione tra i diversi territori urbani può rappresentare la maniera attraverso la quale provare a rifondare le pratiche sociali. In questa prospettiva, la sistemazione dello spazio urbano risulta determinante per la definizione del rapporto tra cittadini e res pubblica. Infatti, se la città cominciasse ad essere intesa prima che come spazio fisico, come paesaggio e come racconto, risulterebbe assai evidente il ruolo che gli interventi di pianificazione e di progettazione urbanistica esercitano nella costituzione della civitas. La materializzazione della città ha provocato la dispersione, prima, e lo smarrimento, poi, del logos. Il territorio urbano, infatti, non è stato più assunto come ambito in cui la ricerca delle condi- zioni di vita deve presupporre e favorire il continuo processo di scambio tra elementi naturali e culturali. Intendere la città come struttura di cambiamento e di mobilità sociale implica una visione secondo la quale è attraverso l’organizzazione dello spazio pubblico, o meglio della res publica, che la politica può recuperare il valore e la funzione sociale di identità collettive ed individuali. La difesa socio-culturale della città può dunque essere condotta mediante la ricerca di un codice comunicativo che definisce l’agire comune assegna significati e recupera appartenenze identitarie. In tal senso, è necessario per gli attori politici impegnarsi al massimo per favorire una riappropriazione della dimensione pubblica, intesa, sia in quanto spazio e sfera pubblica, sia in quanto pieno e libero esercizio di diritti sociali di cittadinanza. Si tratta di un tema che, prima ancora del rapporto tra civitas e azione politica, investe il registro narrativo che la politica deve introdurre nei contesti urbani per consentire al political engagement di intervenire in coerenza con il principio di sussidiarietà costituzionalmente sancito. In buona sostanza, si tratta sia di istituire una relazione di significato tra ricerca del consenso e strumenti di governo della cosa pubblica, sia di intendere la politica come narrazione al fine di elaborare un nuovo paradigma per la condizione di vita urbana.

Urbanesimo e agire comunicativo dotato di senso politico

FANIZZA, FIAMMETTA
2016-01-01

Abstract

Per aprire una riflessione intorno ai caratteri culturali che definiscono le specificità identitarie degli abitanti di un luogo, l’analisi delle forme di relazione tra i diversi territori urbani può rappresentare la maniera attraverso la quale provare a rifondare le pratiche sociali. In questa prospettiva, la sistemazione dello spazio urbano risulta determinante per la definizione del rapporto tra cittadini e res pubblica. Infatti, se la città cominciasse ad essere intesa prima che come spazio fisico, come paesaggio e come racconto, risulterebbe assai evidente il ruolo che gli interventi di pianificazione e di progettazione urbanistica esercitano nella costituzione della civitas. La materializzazione della città ha provocato la dispersione, prima, e lo smarrimento, poi, del logos. Il territorio urbano, infatti, non è stato più assunto come ambito in cui la ricerca delle condi- zioni di vita deve presupporre e favorire il continuo processo di scambio tra elementi naturali e culturali. Intendere la città come struttura di cambiamento e di mobilità sociale implica una visione secondo la quale è attraverso l’organizzazione dello spazio pubblico, o meglio della res publica, che la politica può recuperare il valore e la funzione sociale di identità collettive ed individuali. La difesa socio-culturale della città può dunque essere condotta mediante la ricerca di un codice comunicativo che definisce l’agire comune assegna significati e recupera appartenenze identitarie. In tal senso, è necessario per gli attori politici impegnarsi al massimo per favorire una riappropriazione della dimensione pubblica, intesa, sia in quanto spazio e sfera pubblica, sia in quanto pieno e libero esercizio di diritti sociali di cittadinanza. Si tratta di un tema che, prima ancora del rapporto tra civitas e azione politica, investe il registro narrativo che la politica deve introdurre nei contesti urbani per consentire al political engagement di intervenire in coerenza con il principio di sussidiarietà costituzionalmente sancito. In buona sostanza, si tratta sia di istituire una relazione di significato tra ricerca del consenso e strumenti di governo della cosa pubblica, sia di intendere la politica come narrazione al fine di elaborare un nuovo paradigma per la condizione di vita urbana.
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