Abstract Il dover ricorrere a completivi in sede codicistica i quali non hanno originariamente alcun legame con la protezione degli equilibri ecosistemici di per sé considerati, evidenzia, la presenza di un enorme lacuna in questo senso. Come giustamente rilevato dal giudice di prime cure nel procedimento di porto Tolle richiamato in conclusione del capitolo precedente, si avverte in modo sempre più preponderante, che gli operatori del diritto avvertono insufficienti le misure poste ad hoc che nella normativa di settore. Non vi è chi non veda come la costante rincorsa ad una interpretazione estensiva delle disposizioni del codice penale, sia funzionale ad asservire ad una duplice esigenza: da un lato non vi sono disposizioni che puniscano condotte che compromettano l’ambiente di un’area talmente vasta del territorio, da poter configurare l’evento che ne sussegue con un disastro ambientale; dall’altro non vi sono disposizioni che prevedano nel caso in cui dall’illecito ambientale posta in essere conseguano lesioni alle persone o pericolo per la loro incolumità e per la loro salute. In diverse pagine del nostro lavoro, abbiamo fatto nostro e riportato il grido di disagio che la dottrina nel tempo e con unanime forza ha manifestato di fronte questa situazione, sul punto, invero, si è richiamata, inoltre, al fine di corroborare le difficoltà palesate dinanzi tale settore e una sua lacuna normativa, l’auspicio e l’invito fatto dalla Corte Costituzionale verso la creazione di una autonoma fattispecie di disastro ambientale. Nondimeno abbiamo dimostrato come proprio gli ultimi casi giudiziari, in particolare alcune sentenze in materia di disastro ambientale, quale quella del caso Eternit, conferma in modo oggettivo una verità storica che oggi si manifesta in modo chiara ed inequivocabile: allo stato attuale manca nel nostro paese una qualificata e reale tutela normativa a difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Quelle che abbiamo definito essere, sconfitte delle procure o della giustizia scontano, invero, l’effetto pratico di trent’anni di mancata approvazione di un sistema giuridico coerente e penetrante nel settore. Purtroppo l’alveo normativo utilizzato dall’intervento giudiziario in questi ultimi decenni si è fondato esclusivamente sull’applicazione forzata di norme che con l’ambiente e la tutela della salute pubblica, da un punto di vista di tassatività, in realtà non c’entrava nulla. A parere di chi scrive, l’assenza di norme dirette e specifiche, non può e non deve giustificare l’abuso, adottato nei processi in questo lavoro analizzati, teso ad un allargamento delle maglie delle norme utilizzate, violativo dei principi di tassatività e di legalità. Abstract The need for in headquarters codicistica of addition which does not originally have no connection with the protection of the ecosystem balances itself considered, shows, the presence of a huge gap in this sense. As rightly pointed out by the court of first instance in the case of port Tolle called at the end of the previous chapter, there is more and more predominant, that legal practitioners feel inadequate measures implemented ad hoc in the sector regulations. There can fail to see how the constant pursuit of a broad interpretation of the provisions of the Criminal Code, is functional to enslave a dual requirement: on the one hand there is no provision to punish conduct that impairs the environment of an area so vast of the area, you can configure the event that there follows an environmental disaster; on the other hand there is no provision for in case of illicit achieve environmental put in personal injury or danger to their safety and their health. On several pages of our work, we have done our reported and the cry of distress that the doctrine over time and with unanimous strength expressed across this situation, on the point, indeed, it is called, also, in order to corroborate the difficulties ye reveal before this sector and its regulatory gap, the hope and the invitation made by the Constitutional Court towards the creation of an autonomous case of environmental disaster. Nevertheless, we have shown how its latest court cases, particularly certain judgments concerning environmental disaster, such as that of the Eternit case, confirmed in an objective historical truth which today is so clear and unequivocal: at present lacking in our country a qualified real protection legislation to protect the environment and public health. Those that we be defined, defeats prosecutors or justice serving, indeed, the practical effect of three decades of non-approval of a coherent legal system and penetrating in the field. Unfortunately the bed used regulatory intervention judiciary in recent decades has been based exclusively on the application of rules enforced by the environment and the protection of public health, from the point of view of obligatory nature, actually had nothing to do nothing. In this writer's opinion, the absence of direct and specific standards, can not and should not justify the abuse, adopted in the processes analyzed in this paper, aimed at widening the mesh of the standards used, violativo principles of obligatory nature and legality.

I “mass disasters”, tra mancata attuazione delle direttive comunitarie e pressanti esigenze di tutela emergenti dalla prassi applicativa / DI GIUSEPPE, Marcello. - (2015 Mar 19). [10.14274/UNIFG/FAIR/338330]

I “mass disasters”, tra mancata attuazione delle direttive comunitarie e pressanti esigenze di tutela emergenti dalla prassi applicativa

DI GIUSEPPE, MARCELLO
2015-03-19

Abstract

Abstract Il dover ricorrere a completivi in sede codicistica i quali non hanno originariamente alcun legame con la protezione degli equilibri ecosistemici di per sé considerati, evidenzia, la presenza di un enorme lacuna in questo senso. Come giustamente rilevato dal giudice di prime cure nel procedimento di porto Tolle richiamato in conclusione del capitolo precedente, si avverte in modo sempre più preponderante, che gli operatori del diritto avvertono insufficienti le misure poste ad hoc che nella normativa di settore. Non vi è chi non veda come la costante rincorsa ad una interpretazione estensiva delle disposizioni del codice penale, sia funzionale ad asservire ad una duplice esigenza: da un lato non vi sono disposizioni che puniscano condotte che compromettano l’ambiente di un’area talmente vasta del territorio, da poter configurare l’evento che ne sussegue con un disastro ambientale; dall’altro non vi sono disposizioni che prevedano nel caso in cui dall’illecito ambientale posta in essere conseguano lesioni alle persone o pericolo per la loro incolumità e per la loro salute. In diverse pagine del nostro lavoro, abbiamo fatto nostro e riportato il grido di disagio che la dottrina nel tempo e con unanime forza ha manifestato di fronte questa situazione, sul punto, invero, si è richiamata, inoltre, al fine di corroborare le difficoltà palesate dinanzi tale settore e una sua lacuna normativa, l’auspicio e l’invito fatto dalla Corte Costituzionale verso la creazione di una autonoma fattispecie di disastro ambientale. Nondimeno abbiamo dimostrato come proprio gli ultimi casi giudiziari, in particolare alcune sentenze in materia di disastro ambientale, quale quella del caso Eternit, conferma in modo oggettivo una verità storica che oggi si manifesta in modo chiara ed inequivocabile: allo stato attuale manca nel nostro paese una qualificata e reale tutela normativa a difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Quelle che abbiamo definito essere, sconfitte delle procure o della giustizia scontano, invero, l’effetto pratico di trent’anni di mancata approvazione di un sistema giuridico coerente e penetrante nel settore. Purtroppo l’alveo normativo utilizzato dall’intervento giudiziario in questi ultimi decenni si è fondato esclusivamente sull’applicazione forzata di norme che con l’ambiente e la tutela della salute pubblica, da un punto di vista di tassatività, in realtà non c’entrava nulla. A parere di chi scrive, l’assenza di norme dirette e specifiche, non può e non deve giustificare l’abuso, adottato nei processi in questo lavoro analizzati, teso ad un allargamento delle maglie delle norme utilizzate, violativo dei principi di tassatività e di legalità. Abstract The need for in headquarters codicistica of addition which does not originally have no connection with the protection of the ecosystem balances itself considered, shows, the presence of a huge gap in this sense. As rightly pointed out by the court of first instance in the case of port Tolle called at the end of the previous chapter, there is more and more predominant, that legal practitioners feel inadequate measures implemented ad hoc in the sector regulations. There can fail to see how the constant pursuit of a broad interpretation of the provisions of the Criminal Code, is functional to enslave a dual requirement: on the one hand there is no provision to punish conduct that impairs the environment of an area so vast of the area, you can configure the event that there follows an environmental disaster; on the other hand there is no provision for in case of illicit achieve environmental put in personal injury or danger to their safety and their health. On several pages of our work, we have done our reported and the cry of distress that the doctrine over time and with unanimous strength expressed across this situation, on the point, indeed, it is called, also, in order to corroborate the difficulties ye reveal before this sector and its regulatory gap, the hope and the invitation made by the Constitutional Court towards the creation of an autonomous case of environmental disaster. Nevertheless, we have shown how its latest court cases, particularly certain judgments concerning environmental disaster, such as that of the Eternit case, confirmed in an objective historical truth which today is so clear and unequivocal: at present lacking in our country a qualified real protection legislation to protect the environment and public health. Those that we be defined, defeats prosecutors or justice serving, indeed, the practical effect of three decades of non-approval of a coherent legal system and penetrating in the field. Unfortunately the bed used regulatory intervention judiciary in recent decades has been based exclusively on the application of rules enforced by the environment and the protection of public health, from the point of view of obligatory nature, actually had nothing to do nothing. In this writer's opinion, the absence of direct and specific standards, can not and should not justify the abuse, adopted in the processes analyzed in this paper, aimed at widening the mesh of the standards used, violativo principles of obligatory nature and legality.
19-mar-2015
mass disasters, tutela
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