INTRODUZIONE: Gli interventi sullo stile di vita, in particolar modo l’attività fisica e la dieta, rappresentano la prima scelta terapeutica nella gestione dei pazienti diabetici. Tuttavia anche la terapia non farmacologica richiede l’adattamento e la personalizzazione al singolo individuo. Le metodiche di valutazione dell’attività fisica e di indagine nutrizionale più accurate risultano laboriose, costose ed a volte invasive e quindi mal si adattano alle necessità e alle risorse tipiche delle realtà ambulatoriali. Gli obiettivi di questo lavoro sono stati: 1) definire il dispendio da attività fisica di persone affette da vari tipi di diabete (diabete tipo 2, diabete tipo 1, diabete gestazionale) attraverso modalità di indagine validate, semplici e realizzabili su ampia scala in un setting ambulatoriale; 2) correlare i dati sull’attività fisica con i principali parametri antropometrici, metabolici e di rischio cardiovascolare; 3) verificare l’applicabilità di questo sistema di indagine in una popolazione di pazienti anziani; 4) elaborare un metodo di valutazione semplificato per l’aderenza alle indicazioni della terapia nutrizionale. MATERIALI E METODI: Sono stati reclutati 677 pazienti affetti da diabete; dei quali 101 affetti da diabete tipo 1 (DM1) e 576 affetti da diabete tipo 2 (DM2). E’ stato analizzato anche un sottogruppo di pazienti gravide con diabete: 63 pazienti gestanti affette da diabete. Per la sotto-analisi relativa alla popolazione anziana, l’intera coorte è stata suddivisa in base all’età in pazienti “giovani” (< 65anni) e “anziani” (>65 anni). In tutti i pazienti è stato valutato il dispendio energetico da attività fisica mediante l’uso di un questionario di valutazione IPAQ. In un sottogruppo di 200 pazienti, infine, è stato testato un questionario alimentare semplificato, appositamente creato, con l’obiettivo di delineare in maniera rapida le caratteristiche della dieta dei soggetti in studio. Il rischio cardiovascolare è stato stimato mediante l’algoritmo UKPDS. Il confronto tra due gruppi di medie è stato eseguito mediante test t di Student per campioni indipendenti; il confronto tra più gruppi mediante ANOVA One Way ed analisi post hoc di Tukey. Le differenze di frequenze sono state analizzate mediante tabella di contingenza 2 x 2 e test χ-quadro. È stata inoltre effettuata un’analisi di correlazione mediante test di Pearson. RISULTATI: Il 61% dei pazienti DM1 ed il 55,9 % dei DM2 hanno mostrato un livello di dispendio energetico classificato come basso. Suddividendo i pazienti in base ai quartili (q) di spesa energetica (espressa in METs) abbiamo, rilevato nei pazienti diabetici autoimmuni, differenze statisticamente significative nella distribuzione del peso (2°q: 74.86 vs 4°q: 65.16 Kg; p=0.023) e dei Trigliceridi (2°q: 98.21vs 2°q: 58.29mg/dl; p=0.014); nei DM2 abbiamo rilevato una ridotta percentuale di rischio di ictus (1°q: 15.55 vs 4°q: 10.47%; p<0.05) di patologie coronariche (1°q: 20.72 vs 4°q: 16.27%; p<0.05) e di patologie coronariche fatali (1°q: 15.84 vs 4°q: 11.5%; p<0.05) nei quartili di spesa energetica superiore al primo. Il 45% delle pazienti gravide esaminate hanno mostrato un livello di dispendio energetico basso. Suddividendo per livelli di dispendio energetico abbiamo rilevato differenze significative nella distribuzione di col tot (basso: 250.67 vs medio: 157.33mg/dl; p<0.05) e trigliceridi (basso: 194 vs medio: 53.33mg/dl; p<0.05). Tra i pazienti anziani esaminati, il 55,6% hanno mostrato un dispendio energetico basso. Analizzando i pazienti per dispendio energetico abbiamo rilevato una differenza tendenzialmente significativa nella distribuzione dell’età (basso: 73.2 vs medio: 71.7anni; p=0.052) e della durata della malattia (basso: 14.16 vs alto: 8.82anni; p=0.057). Valutando i risultati del sottogruppo di pazienti sottoposti al questionario alimentare (punteggio min: 28 max: 112 punti) abbiamo rilevato che: il 4% dei pazienti ha ottenuto un punteggio basso (50-70 punti), medio il 78,5% (71-91 punti), alto il 17,5% (92-112 punti). Il punteggio totale del questionario correla negativamente con il BMI medio (R2: -0,125; p=0,079), e con i valori di transaminasi-GTP (R2: -0,240; p=0,044). CONCLUSIONI: L’analisi dei dati conferma che la maggior parte dei soggetti in esame hanno un grado di dispendio energetico basso, e questo suggerisce che l’implementazione della modifica dello stile di vita dovrebbe essere affrontata come un problema sociale di primaria importanza. È stata evidenziata per la prima volta una correlazione diretta tra entità del dispendio energetico e riduzione del rischio cardiovascolare: ciò appare particolarmente importante, nell’ottica dell’approccio globale al paziente diabetico. Le metodiche indagate potrebbero risultare utili nell’individuazione rapida di gruppi di pazienti omogenei da indirizzare a determinati interventi terapeutici e preventivi, al fine di personalizzare sempre più le scelte terapeutiche ed ottimizzare le risorse a disposizione dei singoli ambulatori.

Analisi Quantitativa del Dispendio Energetico e delle Caratteristiche della Dieta nel Paziente con Diabete Mellito: Applicazioni Cliniche di Protocolli Innovativi / Procino, Filippo. - (2014 Mar 14). [10.14274/UNIFG/FAIR/331790]

Analisi Quantitativa del Dispendio Energetico e delle Caratteristiche della Dieta nel Paziente con Diabete Mellito: Applicazioni Cliniche di Protocolli Innovativi

Procino, Filippo
2014-03-14

Abstract

INTRODUZIONE: Gli interventi sullo stile di vita, in particolar modo l’attività fisica e la dieta, rappresentano la prima scelta terapeutica nella gestione dei pazienti diabetici. Tuttavia anche la terapia non farmacologica richiede l’adattamento e la personalizzazione al singolo individuo. Le metodiche di valutazione dell’attività fisica e di indagine nutrizionale più accurate risultano laboriose, costose ed a volte invasive e quindi mal si adattano alle necessità e alle risorse tipiche delle realtà ambulatoriali. Gli obiettivi di questo lavoro sono stati: 1) definire il dispendio da attività fisica di persone affette da vari tipi di diabete (diabete tipo 2, diabete tipo 1, diabete gestazionale) attraverso modalità di indagine validate, semplici e realizzabili su ampia scala in un setting ambulatoriale; 2) correlare i dati sull’attività fisica con i principali parametri antropometrici, metabolici e di rischio cardiovascolare; 3) verificare l’applicabilità di questo sistema di indagine in una popolazione di pazienti anziani; 4) elaborare un metodo di valutazione semplificato per l’aderenza alle indicazioni della terapia nutrizionale. MATERIALI E METODI: Sono stati reclutati 677 pazienti affetti da diabete; dei quali 101 affetti da diabete tipo 1 (DM1) e 576 affetti da diabete tipo 2 (DM2). E’ stato analizzato anche un sottogruppo di pazienti gravide con diabete: 63 pazienti gestanti affette da diabete. Per la sotto-analisi relativa alla popolazione anziana, l’intera coorte è stata suddivisa in base all’età in pazienti “giovani” (< 65anni) e “anziani” (>65 anni). In tutti i pazienti è stato valutato il dispendio energetico da attività fisica mediante l’uso di un questionario di valutazione IPAQ. In un sottogruppo di 200 pazienti, infine, è stato testato un questionario alimentare semplificato, appositamente creato, con l’obiettivo di delineare in maniera rapida le caratteristiche della dieta dei soggetti in studio. Il rischio cardiovascolare è stato stimato mediante l’algoritmo UKPDS. Il confronto tra due gruppi di medie è stato eseguito mediante test t di Student per campioni indipendenti; il confronto tra più gruppi mediante ANOVA One Way ed analisi post hoc di Tukey. Le differenze di frequenze sono state analizzate mediante tabella di contingenza 2 x 2 e test χ-quadro. È stata inoltre effettuata un’analisi di correlazione mediante test di Pearson. RISULTATI: Il 61% dei pazienti DM1 ed il 55,9 % dei DM2 hanno mostrato un livello di dispendio energetico classificato come basso. Suddividendo i pazienti in base ai quartili (q) di spesa energetica (espressa in METs) abbiamo, rilevato nei pazienti diabetici autoimmuni, differenze statisticamente significative nella distribuzione del peso (2°q: 74.86 vs 4°q: 65.16 Kg; p=0.023) e dei Trigliceridi (2°q: 98.21vs 2°q: 58.29mg/dl; p=0.014); nei DM2 abbiamo rilevato una ridotta percentuale di rischio di ictus (1°q: 15.55 vs 4°q: 10.47%; p<0.05) di patologie coronariche (1°q: 20.72 vs 4°q: 16.27%; p<0.05) e di patologie coronariche fatali (1°q: 15.84 vs 4°q: 11.5%; p<0.05) nei quartili di spesa energetica superiore al primo. Il 45% delle pazienti gravide esaminate hanno mostrato un livello di dispendio energetico basso. Suddividendo per livelli di dispendio energetico abbiamo rilevato differenze significative nella distribuzione di col tot (basso: 250.67 vs medio: 157.33mg/dl; p<0.05) e trigliceridi (basso: 194 vs medio: 53.33mg/dl; p<0.05). Tra i pazienti anziani esaminati, il 55,6% hanno mostrato un dispendio energetico basso. Analizzando i pazienti per dispendio energetico abbiamo rilevato una differenza tendenzialmente significativa nella distribuzione dell’età (basso: 73.2 vs medio: 71.7anni; p=0.052) e della durata della malattia (basso: 14.16 vs alto: 8.82anni; p=0.057). Valutando i risultati del sottogruppo di pazienti sottoposti al questionario alimentare (punteggio min: 28 max: 112 punti) abbiamo rilevato che: il 4% dei pazienti ha ottenuto un punteggio basso (50-70 punti), medio il 78,5% (71-91 punti), alto il 17,5% (92-112 punti). Il punteggio totale del questionario correla negativamente con il BMI medio (R2: -0,125; p=0,079), e con i valori di transaminasi-GTP (R2: -0,240; p=0,044). CONCLUSIONI: L’analisi dei dati conferma che la maggior parte dei soggetti in esame hanno un grado di dispendio energetico basso, e questo suggerisce che l’implementazione della modifica dello stile di vita dovrebbe essere affrontata come un problema sociale di primaria importanza. È stata evidenziata per la prima volta una correlazione diretta tra entità del dispendio energetico e riduzione del rischio cardiovascolare: ciò appare particolarmente importante, nell’ottica dell’approccio globale al paziente diabetico. Le metodiche indagate potrebbero risultare utili nell’individuazione rapida di gruppi di pazienti omogenei da indirizzare a determinati interventi terapeutici e preventivi, al fine di personalizzare sempre più le scelte terapeutiche ed ottimizzare le risorse a disposizione dei singoli ambulatori.
14-mar-2014
IPAQ, diabete mellito
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