Il deposito delle motivazioni consente di ripercorrere con pacatezza l’iter logico-giuridico seguito dalla Corte e di individuarne i passaggi argomentativi più rilevanti, per cercare di comprendere i fattori che hanno inciso sulla formazione del convincimento giudiziale. Fornendo al contempo uno spunto per alcune riflessioni sulle sorti del processo indiziario nell’era delle investigazioni scientifiche e alla luce della regola (probatoria e di giudizio) dell’‘al di là di ogni ragionevole dubbio’. Emerge ancora una volta il carattere tutt’altro che oggettivo e iper-probante delle cd. ‘prove scientifiche’, specie in casi come questi contrassegnati dalla esiguità e dalla contaminazione dei reperti e dalla inosservanza dei protocolli internazionalmente riconosciuti nel loro prelievo, nella conservazione e nella successiva analisi. Le investigazioni scientifiche, non supportate da adeguate indagini tradizionali, rischiano in definitiva di non funzionare e di far deragliare l’accertamento giurisdizionale. La valutazione dell’indizio - anche quando di derivazione tecnico-scientifica - non può infatti prescindere dalla peculiare natura della prova critica che impone all’organo giudicante di ripercorrere e di verificare l’iter logico seguito, vagliando il dato sensibile alla luce delle massime d’esperienza. Ed è a questo punto, se mai, che la scienza può offrire oggi un contributo significativo, per individuare la regola d’esperienza applicabile in concreto.

Investigazioni scientifiche senza indagini tradizionali portano fuori strada l'accertamento giurisdizionale

LORUSSO, SERGIO
2012-01-01

Abstract

Il deposito delle motivazioni consente di ripercorrere con pacatezza l’iter logico-giuridico seguito dalla Corte e di individuarne i passaggi argomentativi più rilevanti, per cercare di comprendere i fattori che hanno inciso sulla formazione del convincimento giudiziale. Fornendo al contempo uno spunto per alcune riflessioni sulle sorti del processo indiziario nell’era delle investigazioni scientifiche e alla luce della regola (probatoria e di giudizio) dell’‘al di là di ogni ragionevole dubbio’. Emerge ancora una volta il carattere tutt’altro che oggettivo e iper-probante delle cd. ‘prove scientifiche’, specie in casi come questi contrassegnati dalla esiguità e dalla contaminazione dei reperti e dalla inosservanza dei protocolli internazionalmente riconosciuti nel loro prelievo, nella conservazione e nella successiva analisi. Le investigazioni scientifiche, non supportate da adeguate indagini tradizionali, rischiano in definitiva di non funzionare e di far deragliare l’accertamento giurisdizionale. La valutazione dell’indizio - anche quando di derivazione tecnico-scientifica - non può infatti prescindere dalla peculiare natura della prova critica che impone all’organo giudicante di ripercorrere e di verificare l’iter logico seguito, vagliando il dato sensibile alla luce delle massime d’esperienza. Ed è a questo punto, se mai, che la scienza può offrire oggi un contributo significativo, per individuare la regola d’esperienza applicabile in concreto.
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