Premessa all’edizione delle opere del 1535, che si aprivano De vera vivendi libertate, l’elegia latina che Girolamo Carbone dedicò ad Agostino Nifo deve essere ricondotta ad un periodo precedente, ma ben si lega, per temi e tono, all’opuscolo filosofico che il Nifo aveva concepito in anni per lui operosi e importanti. L’elegia si inserisce nell’ambito di quella complessa riflessione che la cultura napoletana stava facendo ad inizio del XVI secolo (si pensi al Carmen nuptiale del Filocalo per Fabrizio Maramaldo e Porzia Cantelmo e all’opera di Sannazaro) alla ricerca di un nuovo ruolo nel mondo che era repentinamente cambiato con l’esplosione delle ‘guerre d’Italia’. L’elegia di Carbone ridetermina in senso individuale il concetto di libertas e lo spazio della res publica litterarum, non prescindendo dal ruolo che la cultura aveva avuto nel mondo aragonese e dalle difficoltà che ora viveva nel nuovo contesto politico. La nuova generazione di letterati viene così chiamata ad un difficile trapianto della cultura umanistica e dell’eredità del Pontano nel XVI secolo.
Libertas e res publica litterarum nella Napoli rinascimentale: l’elegia di Girolamo Carbone ad Agostino Nifo
sebastiano valerio
2024-01-01
Abstract
Premessa all’edizione delle opere del 1535, che si aprivano De vera vivendi libertate, l’elegia latina che Girolamo Carbone dedicò ad Agostino Nifo deve essere ricondotta ad un periodo precedente, ma ben si lega, per temi e tono, all’opuscolo filosofico che il Nifo aveva concepito in anni per lui operosi e importanti. L’elegia si inserisce nell’ambito di quella complessa riflessione che la cultura napoletana stava facendo ad inizio del XVI secolo (si pensi al Carmen nuptiale del Filocalo per Fabrizio Maramaldo e Porzia Cantelmo e all’opera di Sannazaro) alla ricerca di un nuovo ruolo nel mondo che era repentinamente cambiato con l’esplosione delle ‘guerre d’Italia’. L’elegia di Carbone ridetermina in senso individuale il concetto di libertas e lo spazio della res publica litterarum, non prescindendo dal ruolo che la cultura aveva avuto nel mondo aragonese e dalle difficoltà che ora viveva nel nuovo contesto politico. La nuova generazione di letterati viene così chiamata ad un difficile trapianto della cultura umanistica e dell’eredità del Pontano nel XVI secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.