L’identificazione dei fattori di rischio individuali e contestuali associati allo sviluppo dei comportamenti esternalizzanti (EXT) è al centro dell’interesse di clinici e psicologi dello sviluppo. Una vasta letteratura ha messo in evidenza come la presenza di problemi esternalizzanti (aggressività, delinquenza) in adolescenza si associa ad esiti di sviluppo disattattivi, quali rifiuto da parte dei pari, insuccesso scolastico, relazioni conflittuali, e predice l’insorgenza di comportamenti antisociali in età adulta. In accordo con il modello elaborato da Belsky (1984), diversi studi convergono nel delineare il ruolo predittivo e indipendente delle caratteristiche di personalità del genitore (es. nevroticismo materno; Kochanska et al., 1997; Prienzie et al., 2005) e temperamentali del bambino (bassi livelli di controllo inibitorio; Eisenberg et al., 2004; Valiente et al., 2004) nello sviluppo di EXT in infanzia ed adolescenza. Tuttavia nessun studio a nostra conoscenza ha indagato il ruolo congiunto che caratteristiche di personalità del genitore e del bambino hanno nel predire lo sviluppo dei problemi EXT in adolescenza. Il presente studio ha indagato il contributo indipendente e congiunto dell’irritabilità materna (un aspetto del nevroticismo; Caprara et al., 1985) e del controllo inibitorio del bambino (IC; capacità di sopprimere un comportamento inappropriato) nel predire la traiettoria di sviluppo dei EXT dai 12 ai 14 anni d’età. In accordo con i studi precedenti abbiamo ipotizzato: 1) associazione positiva tra irritabilità materna e EXT nei figli; 2) associazione negativa tra IC e EXT; 3) in accordo con il risk-buffering modeling (Rutter et al., 1997), abbiamo ipotizzato un ruolo di moderazione del IC nella relazione tra irritabilità materna e EXT; in altre parole ci si aspetta che in presenza di alti livelli di IC del bambino la relazione tra irritabilità materna ed esiti esternalizzanti si attenui. Il campione è composto da 106 madri-figli residenti a Roma e partecipanti al progetto di ricerca longitudinale e cross-culturale “Parent behavior and child adjustment across cultures” sin dal 2008. I dati presi in esame fanno riferimento agli anni in cui i figli avevano un’età media di 12 (T1), 13 (T2) e 14 (T3) anni. Risultati: 1) alti livelli di irritabilità materna e deviazioni positive dai livelli medi dell’irritabilità (l’essere più irritabile del solito) predicono maggiori EXT a 12 anni; 2) alti livelli di IC si associano a minori EXT a 12 anni; 3) il controllo inibitorio modera l’associazione tra irritabilità materna e EXT sia a 12 anni che nel corso del tempo (13-14 anni). A 12 anni, l’associazione positiva tra irritabilità materna e EXT risulta essere non significativa per i ragazzi con elevate capacità di autoregolazione. Il ruolo protettivo del IC si evidenzia anche nel corso dello sviluppo soprattutto in presenza di un contesto familiare caratterizzato dalla presenza di una madre altamente irritabile. Per questo gruppo di ragazzi, un elevato IC, ovvero elevate capacità di regolare il proprio comportamento contrasta l’aumento dei problemi EXT nel corso del tempo.

Il ruolo moderatore del controllo inibitorio nella relazione tra irritabilità materna e problemi esternalizzanti in adolescenza

Favini, Ainzara;
2017-01-01

Abstract

L’identificazione dei fattori di rischio individuali e contestuali associati allo sviluppo dei comportamenti esternalizzanti (EXT) è al centro dell’interesse di clinici e psicologi dello sviluppo. Una vasta letteratura ha messo in evidenza come la presenza di problemi esternalizzanti (aggressività, delinquenza) in adolescenza si associa ad esiti di sviluppo disattattivi, quali rifiuto da parte dei pari, insuccesso scolastico, relazioni conflittuali, e predice l’insorgenza di comportamenti antisociali in età adulta. In accordo con il modello elaborato da Belsky (1984), diversi studi convergono nel delineare il ruolo predittivo e indipendente delle caratteristiche di personalità del genitore (es. nevroticismo materno; Kochanska et al., 1997; Prienzie et al., 2005) e temperamentali del bambino (bassi livelli di controllo inibitorio; Eisenberg et al., 2004; Valiente et al., 2004) nello sviluppo di EXT in infanzia ed adolescenza. Tuttavia nessun studio a nostra conoscenza ha indagato il ruolo congiunto che caratteristiche di personalità del genitore e del bambino hanno nel predire lo sviluppo dei problemi EXT in adolescenza. Il presente studio ha indagato il contributo indipendente e congiunto dell’irritabilità materna (un aspetto del nevroticismo; Caprara et al., 1985) e del controllo inibitorio del bambino (IC; capacità di sopprimere un comportamento inappropriato) nel predire la traiettoria di sviluppo dei EXT dai 12 ai 14 anni d’età. In accordo con i studi precedenti abbiamo ipotizzato: 1) associazione positiva tra irritabilità materna e EXT nei figli; 2) associazione negativa tra IC e EXT; 3) in accordo con il risk-buffering modeling (Rutter et al., 1997), abbiamo ipotizzato un ruolo di moderazione del IC nella relazione tra irritabilità materna e EXT; in altre parole ci si aspetta che in presenza di alti livelli di IC del bambino la relazione tra irritabilità materna ed esiti esternalizzanti si attenui. Il campione è composto da 106 madri-figli residenti a Roma e partecipanti al progetto di ricerca longitudinale e cross-culturale “Parent behavior and child adjustment across cultures” sin dal 2008. I dati presi in esame fanno riferimento agli anni in cui i figli avevano un’età media di 12 (T1), 13 (T2) e 14 (T3) anni. Risultati: 1) alti livelli di irritabilità materna e deviazioni positive dai livelli medi dell’irritabilità (l’essere più irritabile del solito) predicono maggiori EXT a 12 anni; 2) alti livelli di IC si associano a minori EXT a 12 anni; 3) il controllo inibitorio modera l’associazione tra irritabilità materna e EXT sia a 12 anni che nel corso del tempo (13-14 anni). A 12 anni, l’associazione positiva tra irritabilità materna e EXT risulta essere non significativa per i ragazzi con elevate capacità di autoregolazione. Il ruolo protettivo del IC si evidenzia anche nel corso dello sviluppo soprattutto in presenza di un contesto familiare caratterizzato dalla presenza di una madre altamente irritabile. Per questo gruppo di ragazzi, un elevato IC, ovvero elevate capacità di regolare il proprio comportamento contrasta l’aumento dei problemi EXT nel corso del tempo.
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