Il rapporto che Ridenti ha intrattenuto coi numerosi artisti visivi de «Il Dramma» non è stato meramente utilitaristico o funzionale all’illustrazione della rivista. Si potrebbe parlare piuttosto di collaborazioni essenziali, motivate dal naturale legame che arte e teatro hanno stabilito fin dalla modernità. Come direttore editoriale dell’Ilte, Ridenti sviluppò una già spiccata sensibilità artistica e intensificò i rapporti col mondo dell’arte contemporanea, specialmente quella figurativa, facendosi accreditata penna critica, raffinato curatore di cataloghi, accorto consulente nonché mediatore col mondo del collezionismo. Nell’epistolario conservato le lettere ai pittori portano a emersione una concezione della rivista come opera “organica” e il posizionamento culturale del suo direttore (con la predilezione per il figurativo negli anni dell’affermarsi dell’Arte Povera e dell’Informale). Tra i carteggi superstiti quello, amicale e professionale, col celebre pittore Mario Donizetti (1932) si impone quantitativamente e per la lunga durata, dovuta anche al forte apporto di Donizetti (e della moglie giornalista, Donata Andreucci) alla rivista. La ventina di copertine a sua firma è organizzabile per fasi, tra cui il notevole ciclo dei ritratti d’attore in costume, che il pittore proseguì anche dopo la morte di Ridenti, suo principale committente.

"Il Dramma" illustrato. A partire da una collaborazione esemplare: Mario Donizetti pittore

MEI S
2017-01-01

Abstract

Il rapporto che Ridenti ha intrattenuto coi numerosi artisti visivi de «Il Dramma» non è stato meramente utilitaristico o funzionale all’illustrazione della rivista. Si potrebbe parlare piuttosto di collaborazioni essenziali, motivate dal naturale legame che arte e teatro hanno stabilito fin dalla modernità. Come direttore editoriale dell’Ilte, Ridenti sviluppò una già spiccata sensibilità artistica e intensificò i rapporti col mondo dell’arte contemporanea, specialmente quella figurativa, facendosi accreditata penna critica, raffinato curatore di cataloghi, accorto consulente nonché mediatore col mondo del collezionismo. Nell’epistolario conservato le lettere ai pittori portano a emersione una concezione della rivista come opera “organica” e il posizionamento culturale del suo direttore (con la predilezione per il figurativo negli anni dell’affermarsi dell’Arte Povera e dell’Informale). Tra i carteggi superstiti quello, amicale e professionale, col celebre pittore Mario Donizetti (1932) si impone quantitativamente e per la lunga durata, dovuta anche al forte apporto di Donizetti (e della moglie giornalista, Donata Andreucci) alla rivista. La ventina di copertine a sua firma è organizzabile per fasi, tra cui il notevole ciclo dei ritratti d’attore in costume, che il pittore proseguì anche dopo la morte di Ridenti, suo principale committente.
2017
978-88-99982-40-9
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