Il contributo analizza le vicende costruttive di un grande complesso edilizio medievale, vero e proprio palinsesto in cui si riflettono non solo le vicende dell’importante e numeroso gruppo famigliare dei Della Marra, che ne fu committente, quanto di una parte della storia stessa della città. Noto alla critica internazionale dalla fine dell’Ottocento, per il lungo porticato a pianterreno e per l’articolazione del prospetto esterno è stato giudicato un raro esempio dell’influenza che l’architettura cistercense avrebbe esercitato nell’ambito dell’edilizia privata. L’analisi delle testimonianze medievali emerse nel corso dell’ultimo restauro, mai completato, oltre a riportare alla luce molte delle strutture originarie, eliminando antiche e recenti superfetazioni e privando i muri degli intonaci che li ricoprivano, ha evidenziato le molteplici e complesse fasi costruttive dell’edificio. All’esigua bibliografia critica si contrappone il considerevole numero di documenti d’archivio, prevalentemente inediti, che hanno supportato la ricerca consentendo di ricavare notizie fondamentali per la ricostruzione delle vicende conservative del complesso. All’analisi delle strutture architettoniche, dei materiali edilizi e delle tradizioni costruttive, nonchè della decorazione scultorea (prevalentemente medievale), si è affiancata una ricerca sulle insegne araldiche che ancora si trovano in situ, mai identificate, che hanno consentito di riconoscere anche alcune singole committenze. Tra tutte quella importante di Giozzolino Della Marra, già familiare del re sotto Manfredi, e maestro razionale della curia di Carlo I, il quale attraverso la costruzione del proprio palazzo e l’ostentazione delle insegne araldiche opera una sorta di ‘infeudamento’ dell’area urbana che costituiva il centro economico-finanziario della città . L’attuale complesso, che occupa una vasta area grossomodo di forma trapezoidale, è risultato essere frutto dell’aggregazione di più corpi di fabbrica di tipo edilizio a schiera, attraversati da due antiche strade porticate, databili tra la fine del XIII secolo ed i primi decenni del XIV. Un’ultima parte della ricerca ha riguardato l’analisi ed il confronto con altri edifici privati di area meridionale, considerando le diverse fasi di trasformazione ed il tipo di modifiche apportate nel campo dell’edilizia palaziata.
I 'luoghi' dei Della Marra a Barletta: Palazzo Bonelli
DEROSA L.
2014-01-01
Abstract
Il contributo analizza le vicende costruttive di un grande complesso edilizio medievale, vero e proprio palinsesto in cui si riflettono non solo le vicende dell’importante e numeroso gruppo famigliare dei Della Marra, che ne fu committente, quanto di una parte della storia stessa della città. Noto alla critica internazionale dalla fine dell’Ottocento, per il lungo porticato a pianterreno e per l’articolazione del prospetto esterno è stato giudicato un raro esempio dell’influenza che l’architettura cistercense avrebbe esercitato nell’ambito dell’edilizia privata. L’analisi delle testimonianze medievali emerse nel corso dell’ultimo restauro, mai completato, oltre a riportare alla luce molte delle strutture originarie, eliminando antiche e recenti superfetazioni e privando i muri degli intonaci che li ricoprivano, ha evidenziato le molteplici e complesse fasi costruttive dell’edificio. All’esigua bibliografia critica si contrappone il considerevole numero di documenti d’archivio, prevalentemente inediti, che hanno supportato la ricerca consentendo di ricavare notizie fondamentali per la ricostruzione delle vicende conservative del complesso. All’analisi delle strutture architettoniche, dei materiali edilizi e delle tradizioni costruttive, nonchè della decorazione scultorea (prevalentemente medievale), si è affiancata una ricerca sulle insegne araldiche che ancora si trovano in situ, mai identificate, che hanno consentito di riconoscere anche alcune singole committenze. Tra tutte quella importante di Giozzolino Della Marra, già familiare del re sotto Manfredi, e maestro razionale della curia di Carlo I, il quale attraverso la costruzione del proprio palazzo e l’ostentazione delle insegne araldiche opera una sorta di ‘infeudamento’ dell’area urbana che costituiva il centro economico-finanziario della città . L’attuale complesso, che occupa una vasta area grossomodo di forma trapezoidale, è risultato essere frutto dell’aggregazione di più corpi di fabbrica di tipo edilizio a schiera, attraversati da due antiche strade porticate, databili tra la fine del XIII secolo ed i primi decenni del XIV. Un’ultima parte della ricerca ha riguardato l’analisi ed il confronto con altri edifici privati di area meridionale, considerando le diverse fasi di trasformazione ed il tipo di modifiche apportate nel campo dell’edilizia palaziata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.