La famiglia può rappresentare un sistema che influenza in maniera determinante i processi evolutivi dei soggetti che la compongono (Winnicott, 1965), anche per quanto riguarda la promozione di corrette abitudini alimentari e stili di vita attivi che vengono appresi al suo interno (Messing et al., 2019). Già in infanzia e adolescenza, infatti, l’imparare ad operare scelte che siano in linea con un imprinting familiare di questo tipo è in grado di favorire il perdurare di tali comportamenti anche in età adulta (Telama et al., 2015), il che sta a significare che la famiglia svolge un ruolo fondamentale non solo nella promozione dei livelli di attività fisica ma, soprattutto, nel sostenerne l’impegno e il proseguimento nel tempo. Questa tematica se, da un lato, sollecita l’interesse degli ambiti biomedici – soprattutto per quel che concerne l’analisi dei livelli di efficienza e di sviluppo motorio – dall’altro, non può che destare anche l’attenzione di quelli pedagogico-didattici, in particolare per quel che riguarda la promozione educativa di comportamenti proattivi e di abitudini preventive. In un orizzonte di significato di questo tipo si inserisce il progetto multicomponente SBAM! (Sport, Benessere, Alimentazione, Mobilità a Scuola) attuato nella Regione Puglia, all’interno del quale viene data una posizione di primo piano proprio alla famiglia (Colella, 2018), nell’ottica di una pedagogia del corpo e del movimento che rappresenta quell’imprescindibile framework teorico in cui abbisognano di convergere i differenti agenti educativi (Cunti, 2015), tra i quali, senza dubbio alcuno, anche la famiglia.
Il ruolo della famiglia nella promozione di stili di vita attivi: la testimonianza del progetto multicomponente SBAM! nella Regione Puglia
Bellantonio Sergio
Writing – Original Draft Preparation
;Colella DarioWriting – Review & Editing
2020-01-01
Abstract
La famiglia può rappresentare un sistema che influenza in maniera determinante i processi evolutivi dei soggetti che la compongono (Winnicott, 1965), anche per quanto riguarda la promozione di corrette abitudini alimentari e stili di vita attivi che vengono appresi al suo interno (Messing et al., 2019). Già in infanzia e adolescenza, infatti, l’imparare ad operare scelte che siano in linea con un imprinting familiare di questo tipo è in grado di favorire il perdurare di tali comportamenti anche in età adulta (Telama et al., 2015), il che sta a significare che la famiglia svolge un ruolo fondamentale non solo nella promozione dei livelli di attività fisica ma, soprattutto, nel sostenerne l’impegno e il proseguimento nel tempo. Questa tematica se, da un lato, sollecita l’interesse degli ambiti biomedici – soprattutto per quel che concerne l’analisi dei livelli di efficienza e di sviluppo motorio – dall’altro, non può che destare anche l’attenzione di quelli pedagogico-didattici, in particolare per quel che riguarda la promozione educativa di comportamenti proattivi e di abitudini preventive. In un orizzonte di significato di questo tipo si inserisce il progetto multicomponente SBAM! (Sport, Benessere, Alimentazione, Mobilità a Scuola) attuato nella Regione Puglia, all’interno del quale viene data una posizione di primo piano proprio alla famiglia (Colella, 2018), nell’ottica di una pedagogia del corpo e del movimento che rappresenta quell’imprescindibile framework teorico in cui abbisognano di convergere i differenti agenti educativi (Cunti, 2015), tra i quali, senza dubbio alcuno, anche la famiglia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.