Lo scritto prende spunto da un saggio del 1988, scritto a più mani all’indomani del crack borsistico del 1987, che aveva posto in luce il ruolo dei sistemi di compensazione e regolamento nella propagazione delle crisi finanziarie, offrendo conferma ad una ricostruzione della natura dell’attività bancaria fondata sulla combinazione della funzione di intermediazione nel credito con la funzione di intermediazione nei pagamenti. In tale peculiare ruolo, riservato alle sole banche, poteva in effetti ravvisarsi la radice della tendenza endogena delle banche ad organizzarsi a sistema. In anni più recenti, caratterizzati dall’evoluzione verso il modello della banca universale, il passaggio dai controlli diretti ai controlli indiretti fondati su ratios e la comparsa di nuove tecniche per misurare e neutralizzare il rischio di default è sembrata in grado di risolvere i problemi creati dalla “opacità” degli attivi bancari, che aveva fino ad allora impedito di lasciare al mercato la selezione delle imprese bancarie efficienti (giustificando così la costruzione di un apparato di vigilanza pubblicistico). Tuttavia, la crisi del 2008 ha posto in luce l’insufficienza dei meccanismi di mercato a garantire la stabilità, creando le premesse per l’attrazione a livello europeo delle funzioni di vigilanza sulle banche di maggiori dimensioni.

L'interesse pubblico all'attività bancaria e la lezione delle crisi finanziarie

MOTTI, CINZIA
2015-01-01

Abstract

Lo scritto prende spunto da un saggio del 1988, scritto a più mani all’indomani del crack borsistico del 1987, che aveva posto in luce il ruolo dei sistemi di compensazione e regolamento nella propagazione delle crisi finanziarie, offrendo conferma ad una ricostruzione della natura dell’attività bancaria fondata sulla combinazione della funzione di intermediazione nel credito con la funzione di intermediazione nei pagamenti. In tale peculiare ruolo, riservato alle sole banche, poteva in effetti ravvisarsi la radice della tendenza endogena delle banche ad organizzarsi a sistema. In anni più recenti, caratterizzati dall’evoluzione verso il modello della banca universale, il passaggio dai controlli diretti ai controlli indiretti fondati su ratios e la comparsa di nuove tecniche per misurare e neutralizzare il rischio di default è sembrata in grado di risolvere i problemi creati dalla “opacità” degli attivi bancari, che aveva fino ad allora impedito di lasciare al mercato la selezione delle imprese bancarie efficienti (giustificando così la costruzione di un apparato di vigilanza pubblicistico). Tuttavia, la crisi del 2008 ha posto in luce l’insufficienza dei meccanismi di mercato a garantire la stabilità, creando le premesse per l’attrazione a livello europeo delle funzioni di vigilanza sulle banche di maggiori dimensioni.
2015
8863157693
9788863157697
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