L’inchiesta condotta in questo volume prende in esame un momento di dinamismo e crescita nella storia di Atene e del suo volto monumentale: l’età di Cimone (ca. 478-461 a.C.), immediata precorritrice del più celebre ‘secolo’ di Pericle. Dopo che il sacco persiano nell’anno attico 480/79 ha profondamente scalfito il paesaggio urbano e il suo patrimonio monumentale, Cimone promuove una fervida attività edilizia che tocca i principali luoghi funzionali e simbolici della polis, proponendo un’immagine di Atene adeguata all’inedito scenario internazionale in cui la città, guidata dal figlio di Milziade nell’ambito della cosiddetta Lega delio-attica, assume una posizione egemone. L’indagine esamina la base documentaria di ogni monumento e ne propone un’interpretazione storica, da cui emergono i tratti peculiari del programma edilizio, i risvolti finanziari, il progetto politico, le affinità e le distanze con la città di Temistocle e quella di Pericle. Dall’Acropoli trasformata in spettacolo della rovina e museo della guerra, passando per il cuore storico di Atene elevato, con il rimpatrio delle ossa di Teseo, a baricentro del nascente ‘impero’, dall’Agora del Ceramico e dal cimitero di Stato dei caduti in guerra lungo un percorso eroico culminante nel ginnasio dell’Accademia, la città di Cimone, diventata anche una capitale dell’arte, assume una sua identità in bilico tra l’attualità e il passato. In un momento di rifondazione la città chiama in causa le figure esemplari della sua tradizione. Teseo, campione nazionale, assurge al rango di eroe per tutti gli alleati; mentre l’antichità primordiale della polis è richiamata dalla figura di Cecrope, il primo re, autoctono figlio della Terra. Il titolo del libro si ispira a una delle poche voci letterarie contemporanee a Cimone, il poeta del suo circolo, Melanzio, che celebra in versi la bellezza della “piazza cecropia”, ornata in quegli anni di magnifiche pitture. La citazione è preziosa e metaforica e può essere estesa a tutta la città di Cecrope, che nella dialettica tra rovina e ricostruzione riscopre, produce e reinventa la sua memoria storica.

La città di Cecrope. Ricerche sulla politica edilizia cimoniana ad Atene (SATAA - Studi di Archeologia e di Topografia di Atene e dell'Attica, 11)

DI CESARE, RICCARDO
2015-01-01

Abstract

L’inchiesta condotta in questo volume prende in esame un momento di dinamismo e crescita nella storia di Atene e del suo volto monumentale: l’età di Cimone (ca. 478-461 a.C.), immediata precorritrice del più celebre ‘secolo’ di Pericle. Dopo che il sacco persiano nell’anno attico 480/79 ha profondamente scalfito il paesaggio urbano e il suo patrimonio monumentale, Cimone promuove una fervida attività edilizia che tocca i principali luoghi funzionali e simbolici della polis, proponendo un’immagine di Atene adeguata all’inedito scenario internazionale in cui la città, guidata dal figlio di Milziade nell’ambito della cosiddetta Lega delio-attica, assume una posizione egemone. L’indagine esamina la base documentaria di ogni monumento e ne propone un’interpretazione storica, da cui emergono i tratti peculiari del programma edilizio, i risvolti finanziari, il progetto politico, le affinità e le distanze con la città di Temistocle e quella di Pericle. Dall’Acropoli trasformata in spettacolo della rovina e museo della guerra, passando per il cuore storico di Atene elevato, con il rimpatrio delle ossa di Teseo, a baricentro del nascente ‘impero’, dall’Agora del Ceramico e dal cimitero di Stato dei caduti in guerra lungo un percorso eroico culminante nel ginnasio dell’Accademia, la città di Cimone, diventata anche una capitale dell’arte, assume una sua identità in bilico tra l’attualità e il passato. In un momento di rifondazione la città chiama in causa le figure esemplari della sua tradizione. Teseo, campione nazionale, assurge al rango di eroe per tutti gli alleati; mentre l’antichità primordiale della polis è richiamata dalla figura di Cecrope, il primo re, autoctono figlio della Terra. Il titolo del libro si ispira a una delle poche voci letterarie contemporanee a Cimone, il poeta del suo circolo, Melanzio, che celebra in versi la bellezza della “piazza cecropia”, ornata in quegli anni di magnifiche pitture. La citazione è preziosa e metaforica e può essere estesa a tutta la città di Cecrope, che nella dialettica tra rovina e ricostruzione riscopre, produce e reinventa la sua memoria storica.
2015
9788887744415
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
DI CESARE_La città di Cecrope 2015_compresso.pdf

accesso aperto

Tipologia: PDF Editoriale
Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 6.25 MB
Formato Adobe PDF
6.25 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/332662
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact