Obiettivo del paper. Il lavoro ha l’obiettivo di proporne una visione ‘situazionista’, alternativa alla visione prevalente che considera tali processi animati da razionalità sistemica tesa a giustificare una linearità che, concretamente, appare fortemente fuorviante. Metodologia. Si pongono a confronto due paradigmi interpretativi dell’impresa fornendo una differente chiave di lettura di cosa sia l’innovazione e, conseguentemente, di quali siano i processi attraverso i quali essa si delinea. Risultati. Lo spunto è la rivisitazione del concetto di innovazione che, da costrutto immanente, diviene partecipato da una serie di attori che non sempre lo legano al recupero di efficienza o efficacia. Esso, viceversa, può essere il risultato di decisioni tese a legittimare l’impresa nei confronti delle istituzioni e di altri attori chiave operanti in un dato “campo organizzativo”. Originalità e limiti della ricerca. L’opzione situazionista può essere intesa come elemento di originalità del lavoro in quanto invita a prendere coscienza sia dell’esistenza di decisioni basate su aspetti politici (o del potere), sia di processi tesi all’acquisizione di legittimità. L’assenza, in questo contributo, di uno studio empirico, seppur presentando un completo quadro teorico, può costituire un limite del lavoro. Implicazioni pratiche. La rilettura dei processi di innovazione proposta consente di ampliare il numero degli schemi manageriali e di decision making con schemi e modelli che pongano al centro le strategie negoziali. Altresì, il recupero di alcuni costrutti cognitivi (isomorfismo e miti razionalizzanti) apre la strada ad una visione meno ingenua sulle dinamiche organizzative dalle quale prendono corpo, in concreto, i processi innovativi.

Il processo innovativo nella prospettiva situazionista

MASTROBERARDINO, PIERO;NIGRO, CLAUDIO;CALABRESE, GIUSEPPE;
2013-01-01

Abstract

Obiettivo del paper. Il lavoro ha l’obiettivo di proporne una visione ‘situazionista’, alternativa alla visione prevalente che considera tali processi animati da razionalità sistemica tesa a giustificare una linearità che, concretamente, appare fortemente fuorviante. Metodologia. Si pongono a confronto due paradigmi interpretativi dell’impresa fornendo una differente chiave di lettura di cosa sia l’innovazione e, conseguentemente, di quali siano i processi attraverso i quali essa si delinea. Risultati. Lo spunto è la rivisitazione del concetto di innovazione che, da costrutto immanente, diviene partecipato da una serie di attori che non sempre lo legano al recupero di efficienza o efficacia. Esso, viceversa, può essere il risultato di decisioni tese a legittimare l’impresa nei confronti delle istituzioni e di altri attori chiave operanti in un dato “campo organizzativo”. Originalità e limiti della ricerca. L’opzione situazionista può essere intesa come elemento di originalità del lavoro in quanto invita a prendere coscienza sia dell’esistenza di decisioni basate su aspetti politici (o del potere), sia di processi tesi all’acquisizione di legittimità. L’assenza, in questo contributo, di uno studio empirico, seppur presentando un completo quadro teorico, può costituire un limite del lavoro. Implicazioni pratiche. La rilettura dei processi di innovazione proposta consente di ampliare il numero degli schemi manageriali e di decision making con schemi e modelli che pongano al centro le strategie negoziali. Altresì, il recupero di alcuni costrutti cognitivi (isomorfismo e miti razionalizzanti) apre la strada ad una visione meno ingenua sulle dinamiche organizzative dalle quale prendono corpo, in concreto, i processi innovativi.
2013
9788890739439
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/249565
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