Introduzione: In letteratura sono stati descritti solo sporadici casi (circa 800) di pazienti con cisti spleniche, prevalentemente bambini o giovani adulti. Le cisti spleniche si classificano in primarie e secondarie (spesso post-traumatiche). Le primarie sono ulteriormente suddivise in non-parassitarie e parassitarie. Le cisti parassitarie sono più frequentemente associate ad infezioni da Echinococcus Granulosus e Tenia Echinococcus e appaiono tipicamente multiloculate, diversamente da quelle non-parassitarie che tendono ad essere uniloculate. Le cisti non-parassitarie comprendono sia forme congenite che forme neoplastiche e le due principali classificazioni, quella di Fowler e quella di Martin, prendono in esame il tipo di epitelio che riveste la cavità cistica. Le cisti congenite sono generalmente epidermoidi e/o mesoteliali (90%) o dermoidi (10%) . Noi riferiamo il caso di un bambino di 8 anni affetto da cisti primaria mesoteliale sintomatica. Caso clinico: DC.F. giunge alla nostra osservazione in urgenza a causa di dolore addominale localizzato in sede ipocondriale sinistra e marcata splenomegalia con asimmetria della parete addominale. La ecografia e la TAC addome evidenziava la presenza di voluminosa cisti di origine splenica con diametro massimo di 13x12 cm, apparentemente multiloculata che sovvertiva il parenchima splenico. Nel sospetto che la lesione ipodensa potesse essere una cisti da Echinococco si eseguiva prelievo ematico per testare la reazione di Ghedini-Weber col metodo della emoagglutinazione e l’esame risultava negativo. In previsione dell’intervento chirurgico con splenectomia completa si somministravano vaccini anti Hemophilus Influenzae, Pneumococcus e Meningococco e si iniziava terapia antibiotica con Metronidazolo 300 mg x 3 /die. Il giorno antecedente l’intervento chirurgico il paziente ha iniziato terapia desensibilizzante con Bentelan ev, 2 mg x 6/die. All’esplorazione, dopo laparotomia trasversale sovra-ombelicale, si rilevava ampia neoformazione cistica plurilobata che occupava quasi interamente la milza e dislocava il colon e lo stomaco, occupando interamente l’ipocondrio sinistro. La vascolarizzazione della intera milza dipendeva dalla aa. Gastroepiploica destra con aa. Splenica completamente ipoplasica. Pertanto non è stato possibile procedere a splenectomia parziale sia per la anomala vascolarizzazione che per l’esigue massa splenica residua. Conclusioni Le cisti spleniche sono una rara patologia che spesso viene diagnosticata a causa di sintomatologia addominale da massa occupante spazio. La diagnosi differenziale deve essere posta prevalentemente con le cisti parassitarie per l’elevato rischio di shock anafilattico in seguito alla loro rottura. Sebbene oggi si tenda a preferire l’approccio laparoscopico e la conservazione parziale dell’organo, nel nostro caso ciò non è stato attuabile a causa della morfologia multiloculata delle cisti e della loro posizione intraparenchimale.
Cisti spleniche epidermoidi: case report.
BARTOLI, FABIO;
2009-01-01
Abstract
Introduzione: In letteratura sono stati descritti solo sporadici casi (circa 800) di pazienti con cisti spleniche, prevalentemente bambini o giovani adulti. Le cisti spleniche si classificano in primarie e secondarie (spesso post-traumatiche). Le primarie sono ulteriormente suddivise in non-parassitarie e parassitarie. Le cisti parassitarie sono più frequentemente associate ad infezioni da Echinococcus Granulosus e Tenia Echinococcus e appaiono tipicamente multiloculate, diversamente da quelle non-parassitarie che tendono ad essere uniloculate. Le cisti non-parassitarie comprendono sia forme congenite che forme neoplastiche e le due principali classificazioni, quella di Fowler e quella di Martin, prendono in esame il tipo di epitelio che riveste la cavità cistica. Le cisti congenite sono generalmente epidermoidi e/o mesoteliali (90%) o dermoidi (10%) . Noi riferiamo il caso di un bambino di 8 anni affetto da cisti primaria mesoteliale sintomatica. Caso clinico: DC.F. giunge alla nostra osservazione in urgenza a causa di dolore addominale localizzato in sede ipocondriale sinistra e marcata splenomegalia con asimmetria della parete addominale. La ecografia e la TAC addome evidenziava la presenza di voluminosa cisti di origine splenica con diametro massimo di 13x12 cm, apparentemente multiloculata che sovvertiva il parenchima splenico. Nel sospetto che la lesione ipodensa potesse essere una cisti da Echinococco si eseguiva prelievo ematico per testare la reazione di Ghedini-Weber col metodo della emoagglutinazione e l’esame risultava negativo. In previsione dell’intervento chirurgico con splenectomia completa si somministravano vaccini anti Hemophilus Influenzae, Pneumococcus e Meningococco e si iniziava terapia antibiotica con Metronidazolo 300 mg x 3 /die. Il giorno antecedente l’intervento chirurgico il paziente ha iniziato terapia desensibilizzante con Bentelan ev, 2 mg x 6/die. All’esplorazione, dopo laparotomia trasversale sovra-ombelicale, si rilevava ampia neoformazione cistica plurilobata che occupava quasi interamente la milza e dislocava il colon e lo stomaco, occupando interamente l’ipocondrio sinistro. La vascolarizzazione della intera milza dipendeva dalla aa. Gastroepiploica destra con aa. Splenica completamente ipoplasica. Pertanto non è stato possibile procedere a splenectomia parziale sia per la anomala vascolarizzazione che per l’esigue massa splenica residua. Conclusioni Le cisti spleniche sono una rara patologia che spesso viene diagnosticata a causa di sintomatologia addominale da massa occupante spazio. La diagnosi differenziale deve essere posta prevalentemente con le cisti parassitarie per l’elevato rischio di shock anafilattico in seguito alla loro rottura. Sebbene oggi si tenda a preferire l’approccio laparoscopico e la conservazione parziale dell’organo, nel nostro caso ciò non è stato attuabile a causa della morfologia multiloculata delle cisti e della loro posizione intraparenchimale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.