Il lavoro sulle obbligazioni emesse dalle società per azioni fornisce un quadro normativo aggiornato ai numerosi interventi correttivi della legge resi necessari a seguito degli scandali finanziari che hanno colpito il nostro Paese. La rivisitazione della disciplina di cui agli artt. 2410 ss. c.c. a pochi anni di distanza dalla sua entrata in vigore ha peraltro fatto emergere un dibattito dottrinario essenzialmente focalizzato su due aspetti. Da un lato, emergono posizioni diverse sull’individuazione dei tratti tipizzanti l’obbligazione – data peraltro la presenza della fumosa classe degli « strumenti finanziari » - oscillandosi in dottrina tra chi si concentra sul diritto al rimborso del capitale e chi sposta invece l’attenzione sulla mancanza di ogni potere di ingerenza o controllo degli obbligazionisti sull’attività gestionale della società debitrice. D’altra parte, un tormentato terreno di confronto continua ad essere quello della ratio dei limiti all’emissione del prestito obbligazionario di cui all’art. 2412 c.c. dividendosi la dottrina tra chi ritiene quella norma giustificata dalla necessità di garantire il soddisfacimento del credito degli obbligazionisti assicurando l’esistenza di un corrispondente netto patrimoniale e chi invece continua a parlare di equilibrato rapporto tra le tipiche forme di finanziamento dell’impresa. Emerge però una diversa (e più condivisibile) posizione per cui quella norma esprimerebbe ormai un principio di equilibrio del finanziamento di impresa “tra” il pubblico anche a tutela del risparmio diffuso, risparmio che le obbligazioni sono per natura destinate a raccogliere.
Le obbligazioni
DENTAMARO, ANNAMARIA
2009-01-01
Abstract
Il lavoro sulle obbligazioni emesse dalle società per azioni fornisce un quadro normativo aggiornato ai numerosi interventi correttivi della legge resi necessari a seguito degli scandali finanziari che hanno colpito il nostro Paese. La rivisitazione della disciplina di cui agli artt. 2410 ss. c.c. a pochi anni di distanza dalla sua entrata in vigore ha peraltro fatto emergere un dibattito dottrinario essenzialmente focalizzato su due aspetti. Da un lato, emergono posizioni diverse sull’individuazione dei tratti tipizzanti l’obbligazione – data peraltro la presenza della fumosa classe degli « strumenti finanziari » - oscillandosi in dottrina tra chi si concentra sul diritto al rimborso del capitale e chi sposta invece l’attenzione sulla mancanza di ogni potere di ingerenza o controllo degli obbligazionisti sull’attività gestionale della società debitrice. D’altra parte, un tormentato terreno di confronto continua ad essere quello della ratio dei limiti all’emissione del prestito obbligazionario di cui all’art. 2412 c.c. dividendosi la dottrina tra chi ritiene quella norma giustificata dalla necessità di garantire il soddisfacimento del credito degli obbligazionisti assicurando l’esistenza di un corrispondente netto patrimoniale e chi invece continua a parlare di equilibrato rapporto tra le tipiche forme di finanziamento dell’impresa. Emerge però una diversa (e più condivisibile) posizione per cui quella norma esprimerebbe ormai un principio di equilibrio del finanziamento di impresa “tra” il pubblico anche a tutela del risparmio diffuso, risparmio che le obbligazioni sono per natura destinate a raccogliere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.