Il contributo, inserito nel volume collettaneo che raccoglie gli scritti in onore del Prof. Dr. Manfred Maiwald, analizza i meccanismi di valutazione della legittimità delle norme penali. Nello studio si evidenzia che lo strumentario di cui la Corte costituzionale italiana si è servita (o si sarebbe potuta servire) per svolgere il controllo sulla normativa sottoposta allo scrutinio di legittimità appare quanto mai eterogeneo e articolato. Schematizzando, si distingue un primo blocco di “regole di garanzia”, ovvero di “regole” che la nostra Costituzione espressamente detta per disciplinare la “materia penale” e da applicare secondo la logica (tendenziale, naturalmente, nel senso cioè che ad esse non si può non riconoscere una certa “elasticità”) del “tutto o niente”– si pensi alla riserva di legge, alla tassatività, al divieto di retroattività, al divieto di analogia, cui va aggiunta, sia pur con qualche distinguo, anche la stessa personalità della responsabilità penale, sub specie colpevolezza. A questo primo blocco se ne affianca un secondo costituito dai principi, da bilanciare con altri di segno opposto: teoria del bene giuridico, anche e forse soprattutto nella forma costituzionalmente orientata; princìpi di meritevolezza e sussidiarietà della pena e dell’intervento penale; funzione rieducativa della pena. In questa schematizzazione, una riflessione a sé è dedicata ai diritti fondamentali di cui agli artt. 13 ss. della nostra Costituzione, particolarmente interessanti quando le fattispecie incriminatici più o meno direttamente ne comprimano o ne annullino la portata. Nel contributo si sottolinea che, a fronte della deludente giurisprudenza costituzionale formatasi sulle c.d. “regole di garanzia” specificamente penalistiche (giustificata anche dallo scarso numero di questione sollevate e accolte dalla Consulta), si registra un orientamento che, muovendo dalla individuazione del principio di offensività, si è poi assestato sulla valorizzazione del principio di ragionevolezza, variamente declinato.

Kurze Überlegungen zur verfassungsrechtlichen Rechtsprechung auf dem Gebiet des Strafrechts

BELFIORE, ELIO ROMANO
2010-01-01

Abstract

Il contributo, inserito nel volume collettaneo che raccoglie gli scritti in onore del Prof. Dr. Manfred Maiwald, analizza i meccanismi di valutazione della legittimità delle norme penali. Nello studio si evidenzia che lo strumentario di cui la Corte costituzionale italiana si è servita (o si sarebbe potuta servire) per svolgere il controllo sulla normativa sottoposta allo scrutinio di legittimità appare quanto mai eterogeneo e articolato. Schematizzando, si distingue un primo blocco di “regole di garanzia”, ovvero di “regole” che la nostra Costituzione espressamente detta per disciplinare la “materia penale” e da applicare secondo la logica (tendenziale, naturalmente, nel senso cioè che ad esse non si può non riconoscere una certa “elasticità”) del “tutto o niente”– si pensi alla riserva di legge, alla tassatività, al divieto di retroattività, al divieto di analogia, cui va aggiunta, sia pur con qualche distinguo, anche la stessa personalità della responsabilità penale, sub specie colpevolezza. A questo primo blocco se ne affianca un secondo costituito dai principi, da bilanciare con altri di segno opposto: teoria del bene giuridico, anche e forse soprattutto nella forma costituzionalmente orientata; princìpi di meritevolezza e sussidiarietà della pena e dell’intervento penale; funzione rieducativa della pena. In questa schematizzazione, una riflessione a sé è dedicata ai diritti fondamentali di cui agli artt. 13 ss. della nostra Costituzione, particolarmente interessanti quando le fattispecie incriminatici più o meno direttamente ne comprimano o ne annullino la portata. Nel contributo si sottolinea che, a fronte della deludente giurisprudenza costituzionale formatasi sulle c.d. “regole di garanzia” specificamente penalistiche (giustificata anche dallo scarso numero di questione sollevate e accolte dalla Consulta), si registra un orientamento che, muovendo dalla individuazione del principio di offensività, si è poi assestato sulla valorizzazione del principio di ragionevolezza, variamente declinato.
2010
9783428129201
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/96897
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