Il ricorso alla teoria del contatto sociale come fonte di obblighi assieme di prestazione e di protezione è lo strumento attraverso il quale la giurisprudenza di inizio secolo ha operato l’attrazione al regime della responsabilità da inadempimento di fattispecie un tempo assegnate all’illecito aquiliano. L’obbiettivo è quello di venire in soccorso dei danneggiati consentendo un più facile assolvimento dell’onere probatorio, attenuando il rischio di pronunzie di rigetto fondate sulla difficoltà di una esatta ricostruzione dell’evento dannoso e soprattutto della sua imputabilità ad una colpa dei soggetti convenuti, obbiettivo alla cui realizzazione offrono un contributo decisivo le più recenti tendenze giurisprudenziali in materia di prova dell’inesatto adempimento. Il fenomeno ha oggettivamente favorito un esponenziale incremento del contenzioso, particolarmente evidente in tema di responsabilità medica, ma facilmente riscontrabile anche in altri settori come ad esempio quello, parimenti oggetto del presente contributo, della responsabilità scolastica. Costituisce tuttavia un campo di indagine colpevolmente trascurato nell’analisi dottrinaria quello dei riflessi del nuovo corso giurisprudenziale sul versante assicurativo, la cui crisi – favorita anche dall’espansione dell’area del danno risarcibile - rischia seriamente di vanificare esattamente quelle istanze di tutela che si intenderebbe valorizzare. Nel perdurare di una sempre meno giustificata inerzia legislativa, scopo del lavoro è quello di offrire un contributo di riflessione alla ricerca di un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela della persona e la sostenibilità economica del sistema, nella convinzione che la difesa dei valori costituzionali si giochi all’interno di un più complesso sistema di sicurezza sociale, piuttosto che sul terreno della sola responsabilità civile, gravata in questi ultimi anni di sempre più gravosi compiti di supplenza
Danno alla persona da contatto sociale. Responsabilità e assicurazione
GAZZARA, MASSIMO
2007-01-01
Abstract
Il ricorso alla teoria del contatto sociale come fonte di obblighi assieme di prestazione e di protezione è lo strumento attraverso il quale la giurisprudenza di inizio secolo ha operato l’attrazione al regime della responsabilità da inadempimento di fattispecie un tempo assegnate all’illecito aquiliano. L’obbiettivo è quello di venire in soccorso dei danneggiati consentendo un più facile assolvimento dell’onere probatorio, attenuando il rischio di pronunzie di rigetto fondate sulla difficoltà di una esatta ricostruzione dell’evento dannoso e soprattutto della sua imputabilità ad una colpa dei soggetti convenuti, obbiettivo alla cui realizzazione offrono un contributo decisivo le più recenti tendenze giurisprudenziali in materia di prova dell’inesatto adempimento. Il fenomeno ha oggettivamente favorito un esponenziale incremento del contenzioso, particolarmente evidente in tema di responsabilità medica, ma facilmente riscontrabile anche in altri settori come ad esempio quello, parimenti oggetto del presente contributo, della responsabilità scolastica. Costituisce tuttavia un campo di indagine colpevolmente trascurato nell’analisi dottrinaria quello dei riflessi del nuovo corso giurisprudenziale sul versante assicurativo, la cui crisi – favorita anche dall’espansione dell’area del danno risarcibile - rischia seriamente di vanificare esattamente quelle istanze di tutela che si intenderebbe valorizzare. Nel perdurare di una sempre meno giustificata inerzia legislativa, scopo del lavoro è quello di offrire un contributo di riflessione alla ricerca di un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela della persona e la sostenibilità economica del sistema, nella convinzione che la difesa dei valori costituzionali si giochi all’interno di un più complesso sistema di sicurezza sociale, piuttosto che sul terreno della sola responsabilità civile, gravata in questi ultimi anni di sempre più gravosi compiti di supplenzaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.