Il lavoro presenta un commento filologico-linguistico, retorico, magico-antropologico al settimo libro delle Metamorfosi di Ovidio; in particolare la lente filologica si è interessata ai versi relativi al rito magico di ringiovanimento applicato da Medea sul suocero Esone. In questa prospettiva, il commento propone una riflessione sui meccanismi antropologici alla base della percezione del tempo e della vita da parte degli Antichi, oltre a rivelarsi una occasione di ricerca di tutto l’armamentario e il codice cinetico di cui una maga doveva avvalersi per strappare all’inflessibile destino dell’individuo la possibilità di imporre le proprie ragioni di vita e di successo. Su questa falsariga, dunque, Medea sperimenta la possibilità di ire contra naturam, fa ‘deporre’ ad Esone la vecchiaia e lo riporta ex senectute in pristinum vigorem. La ricerca passa in rassegna gli spazi che l’aspirazione all’eterna giovinezza ha rivendicato nel deposito mitologico degli Antichi; non solo: dall’indagine emerge in modo inconfutabile lo spaccato di una umanità che ripone la massima fiducia nelle risorse che la rerum natura, alma parens, offre come antidoti per sconfiggere i mali da cui essa è afflitta; fra erbe, piante, pietre e animali, l’inventario del ‘pronto soccorso’ si configura come un viaggio - sotto la guida di Medea, medico e maga - nelle credenze dell’uomo antico e nelle conquiste della scienza medica e chirurgica di 2000 anni fa.

Il vecchio e il serpente. Ovidio, Medea e il ringiovanimento di Esone

MASSELLI, GRAZIA MARIA
2009-01-01

Abstract

Il lavoro presenta un commento filologico-linguistico, retorico, magico-antropologico al settimo libro delle Metamorfosi di Ovidio; in particolare la lente filologica si è interessata ai versi relativi al rito magico di ringiovanimento applicato da Medea sul suocero Esone. In questa prospettiva, il commento propone una riflessione sui meccanismi antropologici alla base della percezione del tempo e della vita da parte degli Antichi, oltre a rivelarsi una occasione di ricerca di tutto l’armamentario e il codice cinetico di cui una maga doveva avvalersi per strappare all’inflessibile destino dell’individuo la possibilità di imporre le proprie ragioni di vita e di successo. Su questa falsariga, dunque, Medea sperimenta la possibilità di ire contra naturam, fa ‘deporre’ ad Esone la vecchiaia e lo riporta ex senectute in pristinum vigorem. La ricerca passa in rassegna gli spazi che l’aspirazione all’eterna giovinezza ha rivendicato nel deposito mitologico degli Antichi; non solo: dall’indagine emerge in modo inconfutabile lo spaccato di una umanità che ripone la massima fiducia nelle risorse che la rerum natura, alma parens, offre come antidoti per sconfiggere i mali da cui essa è afflitta; fra erbe, piante, pietre e animali, l’inventario del ‘pronto soccorso’ si configura come un viaggio - sotto la guida di Medea, medico e maga - nelle credenze dell’uomo antico e nelle conquiste della scienza medica e chirurgica di 2000 anni fa.
2009
9788872285763
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