Il Comitato internazionale della Croce Rossa è nato con la missione di salvaguardare, nella tempesta della guerra, i diritti e la dignità dell’uomo. Di chi è fatto prigioniero, dei civili, dei perseguitati per motivi politici, religiosi o razziali, di tutte le vittime dei conflitti. La Seconda guerra mondiale ha rappresentato, per la più importante organizzazione umanitaria internazionale, un banco di prova decisivo. Mai in passato le popolazioni civili erano state così coinvolte nelle ostilità. Questo libro indaga il ruolo svolto dalla diplomazia umanitaria del Comitato, forte solo della propria imparzialità e neutralità, e del prestigio del simbolo della Croce Rossa, nella guerra totale, Il Comitato doveva garantire che i prigionieri di guerra fossero trattati umanamente, ma tra il 1939 e il 1945 le categorie di vittime da difendere si moltiplicarono: civili e militari polacchi ridotti in schiavitù, prigionieri sovietici destinati allo sterminio, ebrei deportati nei campi di concentramento, internati militari italiani, partigiani, popolazioni colpite dai bombardamenti. Come intervenire? Denunciando i crimini di cui sono oggetto le vittime o cercando con discrezione spazi e possibilità di soccorso? Quale atteggiamento tenere di fronte alla Shoah e ai crimini di guerra nazisti? È il dilemma umanitario della Seconda guerra mondiale, con il quale si confrontarono quanti - Come la Croce Rossa e la Santa Sede - intesero agire in favore di coloro che erano toccati dalla violenza. Ciò richiese un rapporto stretto e intenso con i belligeranti, a cominciare dalla Germania di Hitler. Il Comitato ginevrino ha tentato di mettere in pratica, con realismo e tenacia, questo empito umanitario attraverso un impegno concreto, sistematico, contro i frutti della guerra. Non ha contestato la guerra, ma ne ha combattuto e curato le conseguenze. La sua storia rappresenta una pagina umanitaria e umana nel “secolo inumano”. Il volume di Stefano Picciaredda si fonda su fonti di prima mano, quelle, in particolare, dei ricchi archivi storici del Comitato internazionale della Croce Rossa di Ginevra, recentemente aperti alla consultazione degli studiosi. Tali documenti hanno consentito, confrontati con quelli degli archivi diplomatici dei belligeranti, e con la bibliografia esistente, la ricostruzione delle scelte, dell’operato, delle strategie della principale centrale umanitaria del mondo contemporaneo, alle prese con il conflitto più esteso della storia.
Diplomazia umanitaria. La Croce Rossa nella seconda guerra mondiale
PICCIAREDDA, STEFANO
2003-01-01
Abstract
Il Comitato internazionale della Croce Rossa è nato con la missione di salvaguardare, nella tempesta della guerra, i diritti e la dignità dell’uomo. Di chi è fatto prigioniero, dei civili, dei perseguitati per motivi politici, religiosi o razziali, di tutte le vittime dei conflitti. La Seconda guerra mondiale ha rappresentato, per la più importante organizzazione umanitaria internazionale, un banco di prova decisivo. Mai in passato le popolazioni civili erano state così coinvolte nelle ostilità. Questo libro indaga il ruolo svolto dalla diplomazia umanitaria del Comitato, forte solo della propria imparzialità e neutralità, e del prestigio del simbolo della Croce Rossa, nella guerra totale, Il Comitato doveva garantire che i prigionieri di guerra fossero trattati umanamente, ma tra il 1939 e il 1945 le categorie di vittime da difendere si moltiplicarono: civili e militari polacchi ridotti in schiavitù, prigionieri sovietici destinati allo sterminio, ebrei deportati nei campi di concentramento, internati militari italiani, partigiani, popolazioni colpite dai bombardamenti. Come intervenire? Denunciando i crimini di cui sono oggetto le vittime o cercando con discrezione spazi e possibilità di soccorso? Quale atteggiamento tenere di fronte alla Shoah e ai crimini di guerra nazisti? È il dilemma umanitario della Seconda guerra mondiale, con il quale si confrontarono quanti - Come la Croce Rossa e la Santa Sede - intesero agire in favore di coloro che erano toccati dalla violenza. Ciò richiese un rapporto stretto e intenso con i belligeranti, a cominciare dalla Germania di Hitler. Il Comitato ginevrino ha tentato di mettere in pratica, con realismo e tenacia, questo empito umanitario attraverso un impegno concreto, sistematico, contro i frutti della guerra. Non ha contestato la guerra, ma ne ha combattuto e curato le conseguenze. La sua storia rappresenta una pagina umanitaria e umana nel “secolo inumano”. Il volume di Stefano Picciaredda si fonda su fonti di prima mano, quelle, in particolare, dei ricchi archivi storici del Comitato internazionale della Croce Rossa di Ginevra, recentemente aperti alla consultazione degli studiosi. Tali documenti hanno consentito, confrontati con quelli degli archivi diplomatici dei belligeranti, e con la bibliografia esistente, la ricostruzione delle scelte, dell’operato, delle strategie della principale centrale umanitaria del mondo contemporaneo, alle prese con il conflitto più esteso della storia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.