Nell’agosto 1981 l’International Accounting Standards Committee (IASC) emana il primo principio contabile in materia di segment reporting, lo IAS 14, Reporting Financial Information by Segment, dopo aver assistito alla pubblicazione di importanti standard e linee-guida sullo stesso argomento da parte di autorevoli organismi nazionali e internazionali. Lo IAS 14, per quanto si allinei al principio contabile statunitense, presenta rispetto ad esso un contenuto abbastanza limitato. Basti pensare che si articola soltanto in 26 paragrafi rispetto ai 106 dello SFAS 14. Il principio contabile internazionale richiede la presentazione di informazioni disaggregate sia per segmenti merceologici (industry segment) sia per segmenti geografici (geographical segment). Nel corso degli anni, il principio contabile del 1981 incomincia a manifestare diversi limiti e lacune. Considerate le proposte di revisione avanzate da un’ampia e autorevole dottrina economico-aziendale, il Committee avvia  a partire dal 1994  un progetto di riforma dello IAS 14. I cambiamenti che, nel frattempo, stanno interessando i principi contabili in materia di informazioni disaggregate nel mondo nordamericano esercitano una particolare influenza sul progetto in parola. Nel settembre 1994 viene emanato il Draft Statement of Principles (DSOP), Reporting Financial Information by Segment. Nel maggio 1995 viene approvato lo Statement of Principles finale che costituisce la base di partenza per l’elaborazione dell’Exposure Draft E51, Reporting Financial Information by Segment, emanato nel dicembre 1995. I lavori dello IASC si concludono nell’agosto 1997, quando viene pubblicato il nuovo principio contabile internazionale, lo IAS 14 (revised 1997), Segment Reporting. Il contenuto dello IAS 14 (rivisto nella sostanza) risulta di gran lunga più articolato (84 paragrafi) e si differenzia sensibilmente rispetto a quello del principio contabile “originario”. Tuttavia, da una lettura approfondita, non ci sembra che lo standard si contraddistingua per il rigore della sistematica e per la chiarezza espositiva che invece connotano altri principi contabili internazionali. È questo il motivo per cui, nel presente lavoro, ci proponiamo di interpretare e di applicare il principio contabile vigente, passando per la propedeutica analisi del percorso evolutivo che la discussione in merito all’informativa settoriale ha fatto registrare in seno allo standard setter internazionale, a partire dal 1981. Più precisamente, nel Capitolo 1, si descrive e commenta il processo di riforma dello standard “originario”, passando per la disamina dei contenuti del Draft Statement of Principles del 1994 e dell’Exposure Draft E51 del 1995. L’analisi di questi ultimi documenti risulta, secondo il nostro parere, particolarmente utile ai fini dell’inquadramento sistematico dell’intera discussione in merito all’informativa disaggregata nella prospettiva dello standard setter internazionale e ai fini della comprensione degli orientamenti dallo stesso espressi. Una volta sintetizzato il percorso di “gestazione” del vigente principio contabile, si entra nel vivo della discussione sui fini e sul contenuto dell’informativa settoriale alla luce dello stesso. Nei Capitoli 2 e 3, infatti, si commentano le modalità di segmentazione della complessiva operatività aziendale in rapporto alla pubblicazione dei conti annuali (c.d. Management approach with a risks-and-rewards safety net) e si forniscono delucidazioni in merito alle principali grandezze che devono essere esposte. Nel Capitolo 4 si analizza il contenuto dei report settoriali, fornendo al riguardo apposite esemplificazioni pratiche. Il capitolo si completa con alcune checklist, utili alla individuazione delle informazioni da fornire, a seconda dello schema di presentazione primario o secondario che deve essere redatto. Il Capitolo 5 si sofferma sui risvolti che le previsioni dello IAS 14R presentano dal particolare punto di vista della “utilità” dell’informativa di bilancio e nella prospettiva dei suoi lettori. Si passano in rassegna le caratteristiche qualitative della “significatività”, della “attendibilità” e della “comparabilità” che le informazioni devono possedere per corrispondere alle aspettative degli utilizzatori delle sintesi di esercizio. Il Capitolo 6 espone una esemplificazione completa sulla redazione del segment reporting che tiene conto delle conclusioni raggiunte sul piano interpretativo. Lo stesso capitolo contiene due esempi sulla redazione del segment reporting, mutuati dalla prassi di grandi gruppi multinazionali che dichiarano di conformarsi ai principi contabili internazionali. Infine, nel Capitolo 7, si svolgono alcune considerazioni conclusive.

IAS 14: Segment reporting. Interpretazione e applicazione

ANGIOLA, NUNZIO
2004-01-01

Abstract

Nell’agosto 1981 l’International Accounting Standards Committee (IASC) emana il primo principio contabile in materia di segment reporting, lo IAS 14, Reporting Financial Information by Segment, dopo aver assistito alla pubblicazione di importanti standard e linee-guida sullo stesso argomento da parte di autorevoli organismi nazionali e internazionali. Lo IAS 14, per quanto si allinei al principio contabile statunitense, presenta rispetto ad esso un contenuto abbastanza limitato. Basti pensare che si articola soltanto in 26 paragrafi rispetto ai 106 dello SFAS 14. Il principio contabile internazionale richiede la presentazione di informazioni disaggregate sia per segmenti merceologici (industry segment) sia per segmenti geografici (geographical segment). Nel corso degli anni, il principio contabile del 1981 incomincia a manifestare diversi limiti e lacune. Considerate le proposte di revisione avanzate da un’ampia e autorevole dottrina economico-aziendale, il Committee avvia  a partire dal 1994  un progetto di riforma dello IAS 14. I cambiamenti che, nel frattempo, stanno interessando i principi contabili in materia di informazioni disaggregate nel mondo nordamericano esercitano una particolare influenza sul progetto in parola. Nel settembre 1994 viene emanato il Draft Statement of Principles (DSOP), Reporting Financial Information by Segment. Nel maggio 1995 viene approvato lo Statement of Principles finale che costituisce la base di partenza per l’elaborazione dell’Exposure Draft E51, Reporting Financial Information by Segment, emanato nel dicembre 1995. I lavori dello IASC si concludono nell’agosto 1997, quando viene pubblicato il nuovo principio contabile internazionale, lo IAS 14 (revised 1997), Segment Reporting. Il contenuto dello IAS 14 (rivisto nella sostanza) risulta di gran lunga più articolato (84 paragrafi) e si differenzia sensibilmente rispetto a quello del principio contabile “originario”. Tuttavia, da una lettura approfondita, non ci sembra che lo standard si contraddistingua per il rigore della sistematica e per la chiarezza espositiva che invece connotano altri principi contabili internazionali. È questo il motivo per cui, nel presente lavoro, ci proponiamo di interpretare e di applicare il principio contabile vigente, passando per la propedeutica analisi del percorso evolutivo che la discussione in merito all’informativa settoriale ha fatto registrare in seno allo standard setter internazionale, a partire dal 1981. Più precisamente, nel Capitolo 1, si descrive e commenta il processo di riforma dello standard “originario”, passando per la disamina dei contenuti del Draft Statement of Principles del 1994 e dell’Exposure Draft E51 del 1995. L’analisi di questi ultimi documenti risulta, secondo il nostro parere, particolarmente utile ai fini dell’inquadramento sistematico dell’intera discussione in merito all’informativa disaggregata nella prospettiva dello standard setter internazionale e ai fini della comprensione degli orientamenti dallo stesso espressi. Una volta sintetizzato il percorso di “gestazione” del vigente principio contabile, si entra nel vivo della discussione sui fini e sul contenuto dell’informativa settoriale alla luce dello stesso. Nei Capitoli 2 e 3, infatti, si commentano le modalità di segmentazione della complessiva operatività aziendale in rapporto alla pubblicazione dei conti annuali (c.d. Management approach with a risks-and-rewards safety net) e si forniscono delucidazioni in merito alle principali grandezze che devono essere esposte. Nel Capitolo 4 si analizza il contenuto dei report settoriali, fornendo al riguardo apposite esemplificazioni pratiche. Il capitolo si completa con alcune checklist, utili alla individuazione delle informazioni da fornire, a seconda dello schema di presentazione primario o secondario che deve essere redatto. Il Capitolo 5 si sofferma sui risvolti che le previsioni dello IAS 14R presentano dal particolare punto di vista della “utilità” dell’informativa di bilancio e nella prospettiva dei suoi lettori. Si passano in rassegna le caratteristiche qualitative della “significatività”, della “attendibilità” e della “comparabilità” che le informazioni devono possedere per corrispondere alle aspettative degli utilizzatori delle sintesi di esercizio. Il Capitolo 6 espone una esemplificazione completa sulla redazione del segment reporting che tiene conto delle conclusioni raggiunte sul piano interpretativo. Lo stesso capitolo contiene due esempi sulla redazione del segment reporting, mutuati dalla prassi di grandi gruppi multinazionali che dichiarano di conformarsi ai principi contabili internazionali. Infine, nel Capitolo 7, si svolgono alcune considerazioni conclusive.
2004
8846460839
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