Sul corpo femminile, le due dimensioni (quella biologica e quella culturale) hanno avuto modo nel corso del tempo di con-fondersi, in un processo insieme prima filogenetico e poi ontogenetico, generando un sapere capace di prendersi cura del mondo. Un sapere che è stato escluso dalla cultura dominante e da esplicitare pressoché solo nel privato: legato alla cura della famiglia, alla maternità, all’educazione dei figli, ritenuto debole rispetto a quello forte, oggettivo, neutro, trasmesso dalla cultura ufficiale. Eppure, per quanto sia difficile liberarsi da una visione essenzialista, le donne ci dimostrano che esistono diversi modi di generare la vita, di essere madri. A partire da quel sapere, acquisito e impresso su di loro nell’esercizio secolare della cura dell’altro, si è generato nel corso del tempo un pensare e agire differente, che riconosce il ruolo epistemico di categorie considerate marginali dalla cultura ufficiale come la corporeità, l’affettività e la creatività, e che utilizza queste categorie per proporre nuove pratiche con cui prendersi cura del mondo. Pratiche rappresentative del desiderio, troppo spesso taciuto, di libertà da realizzare non solo per sé ma anche per le altre e per gli altri.

Donne e creatività. La generatività del materno tra natura e cultura

Anna Grazia Lopez
2025-01-01

Abstract

Sul corpo femminile, le due dimensioni (quella biologica e quella culturale) hanno avuto modo nel corso del tempo di con-fondersi, in un processo insieme prima filogenetico e poi ontogenetico, generando un sapere capace di prendersi cura del mondo. Un sapere che è stato escluso dalla cultura dominante e da esplicitare pressoché solo nel privato: legato alla cura della famiglia, alla maternità, all’educazione dei figli, ritenuto debole rispetto a quello forte, oggettivo, neutro, trasmesso dalla cultura ufficiale. Eppure, per quanto sia difficile liberarsi da una visione essenzialista, le donne ci dimostrano che esistono diversi modi di generare la vita, di essere madri. A partire da quel sapere, acquisito e impresso su di loro nell’esercizio secolare della cura dell’altro, si è generato nel corso del tempo un pensare e agire differente, che riconosce il ruolo epistemico di categorie considerate marginali dalla cultura ufficiale come la corporeità, l’affettività e la creatività, e che utilizza queste categorie per proporre nuove pratiche con cui prendersi cura del mondo. Pratiche rappresentative del desiderio, troppo spesso taciuto, di libertà da realizzare non solo per sé ma anche per le altre e per gli altri.
2025
9788835170754
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/469412
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