A partire dagli anni Sessanta del Novecento, per circa un quarantennio, Raffaele Ajello e Mario Sbriccoli furono protagonisti d’una vivace stagione della storiografia giuridica italiana. Essi si adoperarono per uno svecchiamento della disciplina che si muoveva lungo direttrici coerenti: il superamento del tradizionale confine cronologico delle indagini alla fine del medioevo; il rifiuto della filologia come strumento fine a sé stesso; la determinazione nell’allargare l’orizzonte euristico alla dimensione sociologica, politica, istituzionale. Il confronto, dal quale emergono qualificanti consonanze metodologiche e contenutistiche (oltre che inevitabili divergenze ideologiche), si snoda attraverso alcuni passaggi ritenuti cruciali: il ruolo del giurista e del ceto burocratico nella formazione dello Stato moderno, il concetto di egemonia come cifra identificativa della modernità, la valorizzazione delle costanti e delle cesure, l’impegno civile che entrambi gli storici non risparmiarono nella rispettiva, inquieta attività di ricerca.

La lezione civile di Raffaele Ajello e Mario Sbriccoli

MILETTI M. N.
2024-01-01

Abstract

A partire dagli anni Sessanta del Novecento, per circa un quarantennio, Raffaele Ajello e Mario Sbriccoli furono protagonisti d’una vivace stagione della storiografia giuridica italiana. Essi si adoperarono per uno svecchiamento della disciplina che si muoveva lungo direttrici coerenti: il superamento del tradizionale confine cronologico delle indagini alla fine del medioevo; il rifiuto della filologia come strumento fine a sé stesso; la determinazione nell’allargare l’orizzonte euristico alla dimensione sociologica, politica, istituzionale. Il confronto, dal quale emergono qualificanti consonanze metodologiche e contenutistiche (oltre che inevitabili divergenze ideologiche), si snoda attraverso alcuni passaggi ritenuti cruciali: il ruolo del giurista e del ceto burocratico nella formazione dello Stato moderno, il concetto di egemonia come cifra identificativa della modernità, la valorizzazione delle costanti e delle cesure, l’impegno civile che entrambi gli storici non risparmiarono nella rispettiva, inquieta attività di ricerca.
2024
978-88-947482-2-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/464053
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