Celio Secondo Curione, esule religionis causa e ben noto per il posto occupato tra gli italiani riformati, fu dal 1546 professore di Beredsamkeit und Rhetorik nella seconda classe della Artistenfakultät dell’Università di Basilea. L’ideale di una comunità di stu- diosi che travalicasse gli steccati religiosi e nazionali e si riconoscesse nel dialogo degli antichi con i moderni, già presente in Petrarca e professato da Erasmo, vero princeps della respublica litterarum come già i suoi contemporanei riconoscevano, è presente nell’operato di Curione. Il suo impegno e i suoi ideali emergono fin dall’opera De omni artificio disserendi atque tractandi cum oratoriis ejusdem exercitamentis et iuvenilibus quibusdam carminibus, pubblicata a Basilea presso Oporino nel 1547, e soprattutto dalle edizioni dei classici greci e latini, pubblicate con ampi commenti e significativi materiali prefatori. È il caso dell’edizione di Livio, ove sottolineava l’importanza dei Realien per la comprensione del mondo antico e di quella delle Filippiche ciceroniane (1551). Emblematica risulta la dedica a Abraham Zbaski dell’edizione delle Satire di Persio e Giovenale (1551), ove, nella individuazione dei modelli e nella gerarchia delle conoscenze, la satira risulta costituire una via parallela alla storia.

L’ideale della res publica litterarum nell’insegnamento di Celio Secondo Curione

Maria Stefania Montecalvo
2024-01-01

Abstract

Celio Secondo Curione, esule religionis causa e ben noto per il posto occupato tra gli italiani riformati, fu dal 1546 professore di Beredsamkeit und Rhetorik nella seconda classe della Artistenfakultät dell’Università di Basilea. L’ideale di una comunità di stu- diosi che travalicasse gli steccati religiosi e nazionali e si riconoscesse nel dialogo degli antichi con i moderni, già presente in Petrarca e professato da Erasmo, vero princeps della respublica litterarum come già i suoi contemporanei riconoscevano, è presente nell’operato di Curione. Il suo impegno e i suoi ideali emergono fin dall’opera De omni artificio disserendi atque tractandi cum oratoriis ejusdem exercitamentis et iuvenilibus quibusdam carminibus, pubblicata a Basilea presso Oporino nel 1547, e soprattutto dalle edizioni dei classici greci e latini, pubblicate con ampi commenti e significativi materiali prefatori. È il caso dell’edizione di Livio, ove sottolineava l’importanza dei Realien per la comprensione del mondo antico e di quella delle Filippiche ciceroniane (1551). Emblematica risulta la dedica a Abraham Zbaski dell’edizione delle Satire di Persio e Giovenale (1551), ove, nella individuazione dei modelli e nella gerarchia delle conoscenze, la satira risulta costituire una via parallela alla storia.
2024
978-90-04-69558-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/452410
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