Caelum caeli: questa espressione, tratta da Ps 113, 16 (Caelum caeli Domino; terram autem dedit filiis hominum), significa una creatura sublime che è al di là del mondo corporeo e della percezione sensibile degli uomini e invece è prossima a Dio. La critica ha rivolto l’attenzione al caelum caeli ininterrottamente dagli anni Venti del secolo scorso fino ai nostri giorni: soprattutto in taluni periodi l’argomento è stato al centro delle indagini agostiniane, e alcuni fra i più autorevoli studiosi di Agostino hanno condotto ricerche su questo tema, talvolta ritornando più volte a trattarlo per avvalorare la propria tesi in opposizione ad un’opinione contraria. La prima parte del volume propone un’ampia e documentata storia degli studi. La seconda e più ampia parte del volume riunisce le nuove ricerche, condotte a partire dai risultati delle indagini precedenti. La varietà delle opinioni attestate nella storia degli studi ha certamente origine dalla complessità del testo agostiniano; per questo motivo si rende necessario fare ritorno ad esso per interrogarlo ancora una volta e cercare in esso la soluzione ai quesiti che il testo stesso pone. Un approccio testuale è a mio avviso fondamentale per lo studio del caelum caeli che è un’entità poliedrica: le molteplici facce con le quali questa creatura si presenta sono le sue varie denominazioni; tali appellativi corrispondono ai differenti aspetti con cui la creatura si mostra a colui che la guarda da diversi punti di vista. Caelum caeli significa la posizione di questa creatura, che è prossima a Dio, al di sopra del mondo corporeo e al di là della percezione sensibile degli uomini; invece creatura intellectualis indica la relazione per la quale aderisce a Dio con tutto l’affetto e con amore casto; e ancora domus Dei e civitas tua significano per un verso la presenza di Dio nel luogo che è la sua dimora e la sua residenza e per altro verso la relazione di familiarità che lega gli spiriti santi a Dio e in questo modo li unisce tra loro con un sentimento di concittadinanza. Infine Hierusalem, patria mea, mater mea significano il forte legame di appartenenza che rimane nelle anime umane, le quali si sono allontanate da Dio e sono andate peregrinando in terra straniera, ma hanno nostalgia e desiderio di ritornare al luogo di origine. Da queste premesse nascono le nuove ricerche. La prima sezione concerne il libro XII, e più precisamente la parte iniziale (conf. 12, 2, 2-12, 13, 16). L’esposizione è costituita da tre capitoli, che trattano argomenti strettamente correlati: 1. dapprima è introdotta la simmetria speculare del cielo del cielo e della materia informe; 2. poi è spiegato che il cielo del cielo si distingue per il rapporto con il creatore e con il resto dell’universo creato; 3. a partire da queste premesse è chiarita la necessità di andare oltre lo schema ilemorfico. La seconda sezione riguarda il libro XIII, e più precisamente la parte iniziale (conf. 13, 2, 2-13, 8, 9). Anche in questo caso l’esposizione è costituita da tre capitoli, che trattano argomenti strettamente correlati: 1. dapprima sono proposte un’analisi del testo e note critiche sulle traduzioni di conf. 13, 2, 2; 2. poi è esaminata l’interpretazione delle immagini di Gn 1, 1-3 nella prima parte del libro XIII (conf. 13, 2, 2-13, 3, 4; 13, 5, 6; 13, 8, 9); 3. infine è condotta un’analisi di conf. 13, 8, 9, dove per un verso si parla dell’intera creatura spirituale e per altro verso sono menzionati distintamente l’intelligenza obbediente, l’angelo, l’anima dell’uomo.

Il caelum caeli nei libri XII e XIII delle Confessioni di Agostino

Vincenzo Lomiento
2023-01-01

Abstract

Caelum caeli: questa espressione, tratta da Ps 113, 16 (Caelum caeli Domino; terram autem dedit filiis hominum), significa una creatura sublime che è al di là del mondo corporeo e della percezione sensibile degli uomini e invece è prossima a Dio. La critica ha rivolto l’attenzione al caelum caeli ininterrottamente dagli anni Venti del secolo scorso fino ai nostri giorni: soprattutto in taluni periodi l’argomento è stato al centro delle indagini agostiniane, e alcuni fra i più autorevoli studiosi di Agostino hanno condotto ricerche su questo tema, talvolta ritornando più volte a trattarlo per avvalorare la propria tesi in opposizione ad un’opinione contraria. La prima parte del volume propone un’ampia e documentata storia degli studi. La seconda e più ampia parte del volume riunisce le nuove ricerche, condotte a partire dai risultati delle indagini precedenti. La varietà delle opinioni attestate nella storia degli studi ha certamente origine dalla complessità del testo agostiniano; per questo motivo si rende necessario fare ritorno ad esso per interrogarlo ancora una volta e cercare in esso la soluzione ai quesiti che il testo stesso pone. Un approccio testuale è a mio avviso fondamentale per lo studio del caelum caeli che è un’entità poliedrica: le molteplici facce con le quali questa creatura si presenta sono le sue varie denominazioni; tali appellativi corrispondono ai differenti aspetti con cui la creatura si mostra a colui che la guarda da diversi punti di vista. Caelum caeli significa la posizione di questa creatura, che è prossima a Dio, al di sopra del mondo corporeo e al di là della percezione sensibile degli uomini; invece creatura intellectualis indica la relazione per la quale aderisce a Dio con tutto l’affetto e con amore casto; e ancora domus Dei e civitas tua significano per un verso la presenza di Dio nel luogo che è la sua dimora e la sua residenza e per altro verso la relazione di familiarità che lega gli spiriti santi a Dio e in questo modo li unisce tra loro con un sentimento di concittadinanza. Infine Hierusalem, patria mea, mater mea significano il forte legame di appartenenza che rimane nelle anime umane, le quali si sono allontanate da Dio e sono andate peregrinando in terra straniera, ma hanno nostalgia e desiderio di ritornare al luogo di origine. Da queste premesse nascono le nuove ricerche. La prima sezione concerne il libro XII, e più precisamente la parte iniziale (conf. 12, 2, 2-12, 13, 16). L’esposizione è costituita da tre capitoli, che trattano argomenti strettamente correlati: 1. dapprima è introdotta la simmetria speculare del cielo del cielo e della materia informe; 2. poi è spiegato che il cielo del cielo si distingue per il rapporto con il creatore e con il resto dell’universo creato; 3. a partire da queste premesse è chiarita la necessità di andare oltre lo schema ilemorfico. La seconda sezione riguarda il libro XIII, e più precisamente la parte iniziale (conf. 13, 2, 2-13, 8, 9). Anche in questo caso l’esposizione è costituita da tre capitoli, che trattano argomenti strettamente correlati: 1. dapprima sono proposte un’analisi del testo e note critiche sulle traduzioni di conf. 13, 2, 2; 2. poi è esaminata l’interpretazione delle immagini di Gn 1, 1-3 nella prima parte del libro XIII (conf. 13, 2, 2-13, 3, 4; 13, 5, 6; 13, 8, 9); 3. infine è condotta un’analisi di conf. 13, 8, 9, dove per un verso si parla dell’intera creatura spirituale e per altro verso sono menzionati distintamente l’intelligenza obbediente, l’angelo, l’anima dell’uomo.
2023
979-12-5995-034-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/437189
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