I movimenti territoriali a difesa dell’ambiente, delle matrici vitali e dei luoghi di vita, così come appurato nel corso delle mie ricerche (in Sud America come in Europa), in genere sono oggetto di comportamenti ostili da parte delle istituzioni, spesso delegittimati se non criminalizzati dai e attraverso i media. Particolarmente evocativi i cartelli esposti durante una manifestazione a Quito dai rappresentanti della comunità minacciate dalla costruzione di grandi progetti idroelettrici e minerari, petroliferi e forestali, sui quali si leggevano scritte come “no somos criminales, defendemos la vida y la naturaleza” o “no es delito defender la Pachamama”. Tuttavia, non è sempre così. Al riguardo, si osserva un destino diverso per alcuni movimenti a difesa dell’ambiente che, invece, sembrano incontrare la benevolenza delle istituzioni e il favore della stampa. Perché? Da cosa dipende tale differenza? Tale differenza si ripercuote in senso positivo o negativo sul conseguimento degli obiettivi prefissati? Per provare a rispondere a queste domande si è deciso di studiare due movimenti accomunati dalla difesa dell’ambiente e dall’opposizione ad attività che contribuiscano a peggiorare il cambiamento climatico, ma differenziati dallo spazio (territoriale o virtuale) in cui hanno avuto origine e dalla scala spaziale alla quale si diffondono (locale o globale). I due casi in questione sono rappresentati dal movimento NO TAP in Salento (contrario alla costruzione del corridoio Sud del gas per la tutela e la salvaguardia del territorio) e dal movimento Friday for Future Italia (focalizzato sulla lotta ai cambiamenti climatici per la salvaguardia degli ecosistemi). Le chiavi di lettura e di analisi privilegiate sono costituite dalla dimensione spaziale (spazio fisico e spazio virtuale), territoriale (processi di teterritorializzazione/riterritorializzazione), relazionale (con riferimento ai gruppi di potere e alle istituzioni pubbliche) e rappresentazionale (con riguardo specifico ai media). Rispetto a quest’ultimo aspetto, particolare attenzione sarà posta ai processi di degittimazione/delegittimazione (attraverso l’analisi dello spazio mediatico riservato alle iniziative dei movimenti, delle modalità di presentazione degli stessi e delle loro istanze, delle campagne denigratorie o celebrative, ecc.) e ai loro effetti sulla percezione individuale e sull’immaginario collettivo e, dunque, sull’atteggiamento e sul livello di coinvolgimento del resto della cittadinanza.
I movimenti a difesa dell’ambiente e i processi di legittimazione/delegittimazione attraverso la lettura dello spazio fisico, virtuale e mediatico. I casi di Friday for Future-Italia e NO-TAP Salento.
margherita ciervo
2023-01-01
Abstract
I movimenti territoriali a difesa dell’ambiente, delle matrici vitali e dei luoghi di vita, così come appurato nel corso delle mie ricerche (in Sud America come in Europa), in genere sono oggetto di comportamenti ostili da parte delle istituzioni, spesso delegittimati se non criminalizzati dai e attraverso i media. Particolarmente evocativi i cartelli esposti durante una manifestazione a Quito dai rappresentanti della comunità minacciate dalla costruzione di grandi progetti idroelettrici e minerari, petroliferi e forestali, sui quali si leggevano scritte come “no somos criminales, defendemos la vida y la naturaleza” o “no es delito defender la Pachamama”. Tuttavia, non è sempre così. Al riguardo, si osserva un destino diverso per alcuni movimenti a difesa dell’ambiente che, invece, sembrano incontrare la benevolenza delle istituzioni e il favore della stampa. Perché? Da cosa dipende tale differenza? Tale differenza si ripercuote in senso positivo o negativo sul conseguimento degli obiettivi prefissati? Per provare a rispondere a queste domande si è deciso di studiare due movimenti accomunati dalla difesa dell’ambiente e dall’opposizione ad attività che contribuiscano a peggiorare il cambiamento climatico, ma differenziati dallo spazio (territoriale o virtuale) in cui hanno avuto origine e dalla scala spaziale alla quale si diffondono (locale o globale). I due casi in questione sono rappresentati dal movimento NO TAP in Salento (contrario alla costruzione del corridoio Sud del gas per la tutela e la salvaguardia del territorio) e dal movimento Friday for Future Italia (focalizzato sulla lotta ai cambiamenti climatici per la salvaguardia degli ecosistemi). Le chiavi di lettura e di analisi privilegiate sono costituite dalla dimensione spaziale (spazio fisico e spazio virtuale), territoriale (processi di teterritorializzazione/riterritorializzazione), relazionale (con riferimento ai gruppi di potere e alle istituzioni pubbliche) e rappresentazionale (con riguardo specifico ai media). Rispetto a quest’ultimo aspetto, particolare attenzione sarà posta ai processi di degittimazione/delegittimazione (attraverso l’analisi dello spazio mediatico riservato alle iniziative dei movimenti, delle modalità di presentazione degli stessi e delle loro istanze, delle campagne denigratorie o celebrative, ecc.) e ai loro effetti sulla percezione individuale e sull’immaginario collettivo e, dunque, sull’atteggiamento e sul livello di coinvolgimento del resto della cittadinanza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.