Abraham Sandol è un mercante originario di Neuchâtel che nel 1734 approda a Napoli per rimanervi fino alla fine dei suoi giorni, nel dicembre del 1755. Un corposo registro di corrispondenze risalente al quinquennio 1748-53 restituisce la sua attività commerciale e le sue relazioni fuori e dentro il Regno, offrendo una prospettiva interna e inedita sulla Napoli mercantile e le sue connessioni globali nell’età della riconfigurazione dei traffici e delle egemonie nel Mediterraneo. Nel 1752 diviene agente di commercio di Sua Maestà di Svezia, in forza di un’ambigua relazione con il primo console della nazione svedese a Napoli Carl Fredman, per poi subentrargli nelle funzioni di console quando il discusso Fredman, accusato di frode, lascerà Napoli. Abraham Sandol è un effimero protagonista dell’opaca trama istituzionale prodotta dalle politiche del tardo-mercantilismo: i progetti di espansione commerciale volti al perseguimento della ‘pubblica felicità’, fondati sull’utopia della conciliabilità tra l’interesse privato e i fini del governo e sulla disciplinabilità della razionalità del profitto, finiscono col creare spazi e risorse istituzionali di cui le soggettività mercantili si servono ai loro scopi. Le tracce della sua storia sono un’occasione per osservare dal di dentro il funzionamento dei mercati e le contraddizioni del mercantilismo, l’incedere della società commerciale nell’economia del privilegio, gli inestricabili intrecci tra gli spazi delle istituzioni e i giochi dello scambio.
Un console mercante nella Napoli borbonica (1734-55). Reti, nazioni e istituzioni nei giochi dello scambio
Clemente, A.
2022-01-01
Abstract
Abraham Sandol è un mercante originario di Neuchâtel che nel 1734 approda a Napoli per rimanervi fino alla fine dei suoi giorni, nel dicembre del 1755. Un corposo registro di corrispondenze risalente al quinquennio 1748-53 restituisce la sua attività commerciale e le sue relazioni fuori e dentro il Regno, offrendo una prospettiva interna e inedita sulla Napoli mercantile e le sue connessioni globali nell’età della riconfigurazione dei traffici e delle egemonie nel Mediterraneo. Nel 1752 diviene agente di commercio di Sua Maestà di Svezia, in forza di un’ambigua relazione con il primo console della nazione svedese a Napoli Carl Fredman, per poi subentrargli nelle funzioni di console quando il discusso Fredman, accusato di frode, lascerà Napoli. Abraham Sandol è un effimero protagonista dell’opaca trama istituzionale prodotta dalle politiche del tardo-mercantilismo: i progetti di espansione commerciale volti al perseguimento della ‘pubblica felicità’, fondati sull’utopia della conciliabilità tra l’interesse privato e i fini del governo e sulla disciplinabilità della razionalità del profitto, finiscono col creare spazi e risorse istituzionali di cui le soggettività mercantili si servono ai loro scopi. Le tracce della sua storia sono un’occasione per osservare dal di dentro il funzionamento dei mercati e le contraddizioni del mercantilismo, l’incedere della società commerciale nell’economia del privilegio, gli inestricabili intrecci tra gli spazi delle istituzioni e i giochi dello scambio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.