“Heimsuchung” (“Di passaggio”) di Jenny Erpenbeck concentra l'attenzione su una casa su un lago del Brandeburgo, immersa nella natura, e sul passaggio di coloro che la abitano o la occupano per un certo tempo, personaggi le cui vicende personali sono segnate dai drammatici eventi della storia tedesca del Novecento: Weimar, la Shoah, il socialismo reale, il Muro e il suo crollo. La natura qui non è evasione appagante, idillio rassicurante, fuga dalla città, ma si presenta come un ciclo che si ripete e in cui il giardiniere ha il suo posto, mentre le vite individuali delle altre figure del romanzo entrano come elementi effimeri. Il testo inizia con una descrizione di storia naturale del paesaggio dell’era glaciale per introdurre l’ambiente in cui le persone molto più tardi creeranno la loro casa. I cambiamenti, ovvero i cicli nella natura modellano e trasformano il paesaggio nel tempo e il romanzo, si potrebbe dire, segue l’evoluzione della natura, mostrando il contrasto tra la durata di una vita umana e quella della natura, e così anche il contrasto tra l’attaccamento individuale a un luogo in un certo tempo e le tracce reali che ogni singolo umano lascia sulla terra. Attraverso la vicenda ‘naturale’ di questa casa estiva, tutt’uno con il paesaggio e l’ambiente che la circonda e nel quale è radicata, il testo rende visibili scene di crimini storici invisibili e ricorda persone scomparse e sconosciute, disegnando anche un nuovo luogo letterario della memoria con una scrittura che sorprende per la sua capacità di ripensare in modo creativo i confini e i legami tra mondo umano e naturale.

Nella natura leggiamo il tempo e la storia. "Heimsuchung" di Jenny Erpenbeck

L. Perrone Capano
2022-01-01

Abstract

“Heimsuchung” (“Di passaggio”) di Jenny Erpenbeck concentra l'attenzione su una casa su un lago del Brandeburgo, immersa nella natura, e sul passaggio di coloro che la abitano o la occupano per un certo tempo, personaggi le cui vicende personali sono segnate dai drammatici eventi della storia tedesca del Novecento: Weimar, la Shoah, il socialismo reale, il Muro e il suo crollo. La natura qui non è evasione appagante, idillio rassicurante, fuga dalla città, ma si presenta come un ciclo che si ripete e in cui il giardiniere ha il suo posto, mentre le vite individuali delle altre figure del romanzo entrano come elementi effimeri. Il testo inizia con una descrizione di storia naturale del paesaggio dell’era glaciale per introdurre l’ambiente in cui le persone molto più tardi creeranno la loro casa. I cambiamenti, ovvero i cicli nella natura modellano e trasformano il paesaggio nel tempo e il romanzo, si potrebbe dire, segue l’evoluzione della natura, mostrando il contrasto tra la durata di una vita umana e quella della natura, e così anche il contrasto tra l’attaccamento individuale a un luogo in un certo tempo e le tracce reali che ogni singolo umano lascia sulla terra. Attraverso la vicenda ‘naturale’ di questa casa estiva, tutt’uno con il paesaggio e l’ambiente che la circonda e nel quale è radicata, il testo rende visibili scene di crimini storici invisibili e ricorda persone scomparse e sconosciute, disegnando anche un nuovo luogo letterario della memoria con una scrittura che sorprende per la sua capacità di ripensare in modo creativo i confini e i legami tra mondo umano e naturale.
2022
9788861102453
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/421007
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