Conosciuto prevalentemente in Europa attraverso le traduzioni dei suoi testi (in 11 lingue) e allestimenti nostrani prodotti da prestigiose istituzioni teatrali, Rafael Spregelburd (Buenos Aires, 1970) si distingue come personalità anche tra i 'teatristi' argentini maggiori. Uomo di teatro totale (drammaturgo, attore di teatro e di cinema, regista e cineasta) è tra i pochissimi oggi ad aver elaborato, organicamente al suo teatro materiale, una teoria del dramma contemporaneo. Evidentemente per Spregelburd non si tratta di ordire un sistema perfetto, tra scrittura, interpretazione e messinscena, finalizzato alle sue creazioni. Il suo è un pensiero del teatro e sul teatro dai tratti universali che fonda una originale quanto poco rassicurante Poetica. Questo volume vuol rendere compositamente conto della dimensione intellettuale e teorica di Spregelburd, raccogliendo tre densi scritti d’occasione prodotti a latere della spiraliforme drammaturgia di "Lucido", manifesto del suo 'teatro della catastrofe' e vincitore nel 2011 del prestigioso Premio Ubu come 'Nuovo testo straniero'. L’allucinato sogno che dipana in un inquietante tetris teatrale il 'melodramma' di Teté, Lucrezia, Luca e Dario è un modello plastico del paradosso fisico del reale, per cui le sole nostre percezioni ne determinano la realtà istaurando differenti ma contestuali, e pur sempre legittimi, regimi di rappresentazione. In questo senso i contributi selezionati –scritti ad hoc per riviste specializzate del rango di «Theater der Zeit» e «Pausa», organo della prestigiosa Sala Beckett di Barcellona – sciolgono gradualmente la weltanschauung di Spregelburd, tra vita, fisica e teatro, in una vera e propria filosofia, i cui assi concettuali riposano sul principio di indeterminazione, sulla teoria del disordine, sulla geometria del frattale.

"Lucido" (con tre scritti)

MEI S
2014-01-01

Abstract

Conosciuto prevalentemente in Europa attraverso le traduzioni dei suoi testi (in 11 lingue) e allestimenti nostrani prodotti da prestigiose istituzioni teatrali, Rafael Spregelburd (Buenos Aires, 1970) si distingue come personalità anche tra i 'teatristi' argentini maggiori. Uomo di teatro totale (drammaturgo, attore di teatro e di cinema, regista e cineasta) è tra i pochissimi oggi ad aver elaborato, organicamente al suo teatro materiale, una teoria del dramma contemporaneo. Evidentemente per Spregelburd non si tratta di ordire un sistema perfetto, tra scrittura, interpretazione e messinscena, finalizzato alle sue creazioni. Il suo è un pensiero del teatro e sul teatro dai tratti universali che fonda una originale quanto poco rassicurante Poetica. Questo volume vuol rendere compositamente conto della dimensione intellettuale e teorica di Spregelburd, raccogliendo tre densi scritti d’occasione prodotti a latere della spiraliforme drammaturgia di "Lucido", manifesto del suo 'teatro della catastrofe' e vincitore nel 2011 del prestigioso Premio Ubu come 'Nuovo testo straniero'. L’allucinato sogno che dipana in un inquietante tetris teatrale il 'melodramma' di Teté, Lucrezia, Luca e Dario è un modello plastico del paradosso fisico del reale, per cui le sole nostre percezioni ne determinano la realtà istaurando differenti ma contestuali, e pur sempre legittimi, regimi di rappresentazione. In questo senso i contributi selezionati –scritti ad hoc per riviste specializzate del rango di «Theater der Zeit» e «Pausa», organo della prestigiosa Sala Beckett di Barcellona – sciolgono gradualmente la weltanschauung di Spregelburd, tra vita, fisica e teatro, in una vera e propria filosofia, i cui assi concettuali riposano sul principio di indeterminazione, sulla teoria del disordine, sulla geometria del frattale.
2014
978-88-97276-57-9
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